Raccontaci di te..
Mi chiamo Jesko Raffin, ho quindici anni, e sono spagnolo, italiano e svizzero, e ho una formazione multiculturale. Mia madre è spagnola ma è nata qui in Svizzera. Mio padre è metà italiano e metà svizzero. Porto la moto da quanto ho sei anni. Al momento sto frequentando la terza media a Zurigo. Mio padre è originario di Bolzano e mia madre di Alicante.
Porti le moto da quando hai sei anni. Come ci sei arrivato?
Prima del mio sesto compleanno, nella vetrina di un negozio mio padre ha visto una piccola 50ccm moto da motocross e me l’ha comprata. Il giorno dopo che me l’ha regalata facevo avanti e indietro con il suo vecchio casco da Harley. Così è iniziato tutto, poi è arrivata la prima gara, la seconda ecc. Cioè poco tempo dopo partecipavo già ai campionati di Motocross.
Cosa hai provato in quel momento?
Non mi ricordo quello che ho provato a quell’età ma posso dire che adesso mi piace tantissimo e che non ne posso fare a meno.
Raccontaci di quello che hai vissuto finora…
Ho iniziato all’età di sei anni a partecipare alle gare di Motocross. Che sono durate circa due anni, poi ho partecipato al campionato svizzero di Motocross e di Supermotart. Nelle gare di Supermotart sono diventato anche campione svizzero. Ho partecipato a un corso delle moto 50ccm, mi hanno subito chiesto se volessi partecipare ad una gara perché ero molto bravo. Quella gara l’ho vinta. Da lì in poi abbiamo deciso che avrei dovuto correre su circuiti su strade. Ho messo da parte il motocross e ho fatto Supermotart. Dopo ciò, ho partecipato ad un campionato in Germania e mi sono piazzato al secondo posto con le moto 50ccm. Ho partecipato anche ai campionati spagnoli dove il livello è molto più alto.
Cosa è successo dopo?
Dopo le 50ccm siamo andati in Spagna e ho portato con me la 85ccm. All’epoca avevo circa dieci anni. Avevamo quasi tutti quell’età. Oggi sono il più giovane nella mia categoria. In Spagna ho portato per un anno la 85ccm e poi la 125ccm. Tutta metrakit. Le moto 125ccm le ho portate per circa due anni. Poi ero troppo grande di altezza. Dopodiché abbiamo provato la 600ccm Kawasaki. È andato benissimo e anche i tempi erano buoni. Ho voluto partecipare al campionato svizzero con quelle. Solo che il problema era che si possono guidare dai 16 anni in poi, mentre io allora ne avevo 13. Un permesso speciale non me l’hanno accettato, quindi non sapevo più cosa fare. Un mese prima della stagione abbiamo chiesto di partecipare alla Coppa R6 Dunlop-Cup, se mi potevano concedere un permesso speciale. Siccome erano interessati, me l’hanno accettato per il campionato tedesco.
Cosa hai pensato quando hai visto che tutti erano più grandi di te?
E’ andato tutto bene, ho attirato subito tutta l’attenzione su di me. Comunque mi hanno accettato tutti. Una settimana prima della gara c’è stato un corso in cui era presente pure l’ex-campione del mondo. Lui guidava dietro di me, per vedere se riuscivo a guidare quella moto per la Coppa. Diceva che sapevo andare bene in moto. Nella prima gara, però, ho avuto un guasto al motore e non ho potuto continuare la gara. Alla seconda gara non ero pronto perché non avevo potuto allenarmi a causa del guasto al motore, c’era stato troppo poco tempo. Avevo bisogno non solo di abituarmi alla nuova moto, ma anche al circuito nuovo, che ancora non conoscevo. Da una gara all’altra miglioravo, alla penultima gara ero secondo ma un altro pilota è caduto e mi è venuto addosso colpendomi al ginocchio che si è rotto e quindi non ho potuto guidare nell’ultima gara. Nel periodo d’inverno mi sono allenato molto, con lo scopo di classificarmi tra i primi dieci. Durante un corso d’insegnamento ho osservato attentamente come gli altri portavano le moto e ho capito che anch’io sapevo portare la moto così bene come loro. Finalmente è arrivata la gara e l’ho vinta. Durante la seconda stagione sono stato leader dall’inizio alla fine. Poi ho fatto due gare davvero brutte, era troppo per me, sempre in giro, senza mai rilassarmi: avevo scuola, compiti, esami ecc., allora ho deciso di andare due settimane in Croazia con due amici miei per riprendermi. Poi sono andato al Nürnburgring e l’ho vinto!
Non è che da quando sei piccolo stai sotto una pressione enorme?
Quando ero più piccolo, eravamo tutti della stessa età e la situazione non era così grave; ora che partecipo alle gare contro gente che ha quasi il doppio della mia età, è un po’ diverso. Quando non ho gare, passo così le mie giornate: vado a scuola, mi alleno di sera o a mezzogiorno in un centro di fitness, faccio i compiti e ogni tanto mi vedo con gli amici. Quando è stagione di gara, vado sempre a scuola, mi alleno un po’ di più e poi però il giovedì parto per arrivare al circuito dove si svolge la gara. Per fortuna, il direttore della scuola mi ha permesso di assentarmi quando ci sono le gare. Siccome devo andare per forza all’estero per allenarmi, è importante per me poter partire già il giovedì, anche perché prima della gara ho bisogno di riposo. Il mio problema è che in Svizzera non mi posso allenare. Devo partire per forza per l’Italia, la Spagna o la Germania per provare i circuiti, visto che in Svizzera non ce ne sono. In Svizzera potrei allenarmi facendo motocross, ma non mi serve a gran che.
Come ci vai? Ti accompagnano i tuoi genitori?
Quasi sempre mi accompagnano i miei genitori, ma anche mio zio mi accompagna spesso. Tutta la mia famiglia mi sostiene, altrimenti per me non sarebbe neanche possibile. L’ultima stagione sono diventato campione tedesco. Sono il più giovane Yamaha R6 Cup vincitore che c’è mai stato. Il prossimo anno parteciperò al campionato spagnolo di Moto 2, due delle gare saranno in Italia, a Mugello e a Misano, il che mi aiuta a conoscere i circuiti italiani. Mi sostengono molte persone importanti e veramente competenti. Mi aiutano a realizzare il mio sogno e la mia carriera, senza di loro non ce la farei, anche perché finanziariamente sarebbe impossibile. Le moto e l’attrezzatura, per fare un esempio, sono sponsorizzate.
Qual è la tua ambizione?
Se potessi continuare con i miei sponsor e con chi mi sostiene, certamente mi piacerebbe partecipare ai campionati mondiali, Moto GP. Il mio sogno è di battere Valentino Rossi. (Ride) Di sicuro non mi sto allenando così tanto per poi non diventare campione mondiale. Il mio sogno più grande è tenere il passo con i campioni attuali e superarli.
Vuoi continuare a studiare o vuoi fare un apprendistato?
In estate finisco le medie, farei volentieri un apprendistato, però è difficile, anche perché ci vorranno dei compromessi con le ditte.
Charly, tu, come zio, cosa provi quando vedi Jesko?
Sono fiero di Jesko, un tempo ero io che gli facevo vedere come ci si siede su una moto, oggi è lui che me lo insegna. Certamente sono molto nervoso quando partecipa ad una gara, come i suoi genitori, del resto. Però provo una grande emozione vederlo gareggiare, specialmente quando vince.
MANUELA SALAMONE