Grande prova della Juventus nel derby, vittoria di carattere del Napoli, tengono il passo Inter, Roma e Lazio, disastro Milan, importanti vittorie per Bologna e Crotone in zona retrocessione
Dalla vetta a punteggio pieno salutano Juventus e Napoli. I campioni d’Italia passano l’esame derby con grande personalità contro un Torino che ha sbagliato l’approccio alla gara, spalancando le porte della vittoria juventina nei primi 25 minuti. L’errore di Rincon, che perde palla al limite, innesca Dybala che con un tiro di sinistro incrociato batte Sirigu. Poi Baselli è espulso per somma di ammonizioni dopo un intervento ingenuo e scoordinato su Pjanic. La gara finisce praticamente qui e Pjanic la decide al 40’ con un gran bel gol. Il Torino, in inferiorità numerica, non è stato più capace di reagire, mentre la Juventus nella ripresa ha continuato a creare gioco, segnando ancora due volte in un derby senza storia. Allegri ridisegna ancora la Juventus (Higuain fuori) e ottiene ottime indicazioni sul piano del gioco, della condizione fisica e della personalità, insomma ritrova la sua Juventus. La coppia d’attacco Mandzukic-Dybala funziona, Pjanic migliora nell’impostazione del gioco e anche i nuovi (Matuidi e Bentacour più di Douglas Costa) si adattano al gioco di Allegri. Doti che hanno reso una partita difficile e piena di tensioni più facile del previsto. Anche per demerito del Torino sul campo e del suo allenatore (“La sfida tra il popolo e i padroni”) che alla vigilia ha pigiato troppo il tasto emotivo della gara. Dopo un avvio piuttosto equilibrato il Torino ha pagato cara la foga agonistica e deve ringraziare il portiere Sirigu se il risultato non ha assunto proporzioni umilianti.
Il Napoli resta lassù con la sesta vittoria in sei partite, ma anche contro la Spal, tra le neopromosse la squadra che sta dimostrando più qualità, ha sofferto, faticando più del dovuto per avere ragione di un avversario tenace, battagliero e mai domo per tutta la partita. Il Napoli soffre per lunghi tratti le pene dell’inferno, ma alla fine dimostra grande carattere nel decidere la gara dopo il pareggio della Spal, grazie anche alla sua filosofia di un calcio offensivo, sempre alla ricerca del gol, che gli dà (al momento) ragione. Alla grande capacità di segnare con regolarità con i suoi fenomeni del tridente, il Napoli si concede però fasi di distrazioni difensive che galvanizzano gli avversari e mettono a rischio quanto di buono fa il reparto d’attacco del tridente leggero. Il Napoli a due volti è un problema che Sarri sembra non affrontare con determinazione prediligendo la fase offensiva. Il tecnico fa però turn over in vista degli impegni già fondamentali in Champions League, dove si affiderà ai titolarissimi. La Spal è rimasta con un pugno di mosche in mano dopo una bella prestazione, ma può essere ottimista per il prosieguo del campionato.
Un calendario leggero facilita il compito della Roma sulla via della ricerca del miglior assetto. Di Francesco ha superato una prima fase di critiche e resta vicino ai primissimi posti, facendo il pieno di punti contro Verona, Benevento e Udinese. La Roma può concentrarsi con il morale alto sulle gare del prossimo ciclo impegnativo sia in Champions sia in campionato con Milan e Napoli. Giudicare se la Roma sia una grande squadra, al momento è arrischiato. Ai meriti della Roma, 10 gol in tre gare, si devono aggiungere i demeriti delle tre avversarie, tecnicamente di una-due classi inferiori. Di Francesco dovrà attendere le prossime gare per avere una valutazione indicativa del suo lavoro, che sta comunque svolgendo positivamente. L’Udinese invece deve preoccuparsi, perché un assetto ideale ancora non l’ha trovato e con il quinto ko in 6 gare, restare in serie A sta diventando complicato. Dopo sei giornate la Lazio può essere accreditata per un posto in Champions League. Rimaneggiata dalle assenze, a Verona (molto al di sotto del valore dei laziali) gioca un’ottima gara e dimostra grandi qualità tecniche e un collettivo affiatato, con un Immobile in forma smagliante e ormai maturo. La Lazio se continuerà a credere nelle proprie qualità, non deve porsi limiti. Il Verona rimpiomba invece nel tunnel di questo tormentato inizio campionato dopo l’illusione del pari contro la Sampdoria. Il clima a Verona è già teso: fischi contro presidente e allenatore e la classifica resta precaria.
Le due milanesi soffrono ma hanno due destini diversi. L’Inter batte all’ultimo respiro di misura il Genoa e il Milan crolla a Genova contro la Sampdoria. La squadra di Spalletti soffre moltissimo l’aggressività del Genoa, non ha ancora un gioco efficace, la manovra è prevedibile e si concede momenti di apatia. Eppure il gol che risolve le partite lo trova sempre. Otto gol l’Inter li ha segnati negli ultimi 15 minuti e per adesso mantengono Spalletti al terzo posto, ma rimanda la sua squadra sul piano del gioco, che ancora non è all’altezza di Juventus e Napoli. Ci sono indicazioni positive sul piano della personalità e della convinzione di poter sbloccare le partite e la classifica sorride, ma i passi in avanti sono lenti. Il Milan visto a Genova contro la Sampdoria è senz’anima, senza un collettivo coeso. Montella aveva detto che la gara avrebbe alzato l’asticella e il Milan ha fallito la prova di maturità. La squadra è mancata soprattutto sul piano della personalità, mai convinta dei propri mezzi, molto statica, timorosa e propensa all’errore. La difesa si è confermata il tallone d’Achille, subisce la pressione degli attaccanti doriani e commette errori marchiani con Zapata disastroso, suoi i due errori che portano ai gol di Zapata e Alvarez. La manovra d’attacco è lenta e prevedibile e il centrocampo è inesistente nella fase difensiva. L’attacco non morde sugli esterni e Kalinic è lasciato al suo destino. Montella dovrà rianimare moralmente la sua squadra incappata in un’altra prestazione disastrosa, dopo la debacle contro la Lazio, e trovare le soluzioni ai problemi. Ma il tecnico sembra non essere all’altezza di trovare un assetto convincente se a ogni gara cambia di continuo la formazione, e di gestire una rosa così folta. La strada per raggiungere gli obiettivi è più impervia di quanto si credesse e il progetto milionario cinese mostra le prime crepe. Meritata la vittoria della Sampdoria, alla quale è bastata una prestazione tutta determinazione. È mancata però la precisione sotto rete, compensata nella ripresa con l’efficienza nelle due occasioni dei gol. La Sampdoria stupisce, conferma le sue qualità, è ancora imbattuta, si candida a un posto in Europa e nel frattempo sta insieme alle grandi.
Solo il Crotone vince, prima vittoria stagionale, in zona retrocessione, battendo il malcapitato Benevento, che resta a quota zero. Nella sfida tra disperati i calabresi sfoderano la loro determinazione-salvezza della scorsa stagione, mentre per i campani la Serie A sta diventando un incubo. L’altra sfida salvezza premia il Bologna che batte il Sassuolo nel suo stadio. Tre punti pesantissimi per avvicinare una salvezza tranquilla, mentre il Sassuolo non riesce a trovare continuità e resta al 15° posto. Il pareggio tra Fiorentina e Atalanta è giusto e lascia le due squadre nella prima metà della classifica, confermando di essere entrambe pretendenti a un posto in Europa League.
G.S.
foto: Ansa