Il Torino rinvia la festa scudetto della Juventus, la Roma difende il secondo posto, la Lazio in Europa League, per le milanesi altra domenica nera, il Palermo retrocede dopo tre anni
Il Torino gioca un bel derby, sfiora l’impresa di vincere allo Stadium e rinvia i piani scudetto della Juventus. Non ne fa un dramma Allegri che dopo la splendida vittoria in Champions League a Montecarlo ha fatto ampio turnover. Il traguardo del primo obiettivo verso il sogno-triplete è vicino e potrebbe concretizzarsi nella sfida dell’Olimpico contro la Roma nel prossimo turno. Stadio che potrebbe essere anche il palcoscenico per il secondo titolo, la Coppa Italia contro la Lazio. Il pari nel derby interrompe la striscia di 33 vittorie interne, record in Serie A, ma non distrae i bianconeri dai loro obiettivi. Di positivo nel derby c’è stata la reazione al gol di Lijaic culminata nel recupero con il solito gol di Higuain, entrato a gara in corso. Martedì nel ritorno della semifinale europea Allegri potrà schierare i titolarissimi, a riposo sabato. Il Torino alla fine è dispiaciuto e amareggiato per non essere riuscito a difendere bene il vantaggio, peraltro giocando bene in dieci per oltre mezz’ora dopo l’espulsione ingiusta di Acquah. La squadra di Mihajlovic (arrabbiatissimo con l’arbitro) è uscita a testa alta. Da questa prestazione il Torino può costruire la nuova stagione, che se resteranno i giocatori chiave, potrà ambire a obiettivi più prestigiosi.
La Roma risponde al Napoli con una sonora vittoria a San Siro contro il Milan e ora attende la Juventus con la possibilità di avvicinarla a -4. Tra i giallorossi e i rossoneri c’è una classe di differenza. La vittoria rigenera la Roma dopo la cocente sconfitta nel derby e le ridà inaspettate nuove motivazioni nel duello con il Napoli per il secondo posto nel quale conterà ogni punto. I malumori della Roma riguardano l’addio di Totti, alla sua ultima stagione, secondo molti mal gestito da Spaletti. Il tecnico non gli ha concesso la passarella nella sua ultima gara a San Siro, uno stadio che a reso un tributo a una leggenda. È l’epilogo di un triste capitolo che sfocerà di certo nell’addio di Spalletti e la Roma si troverà davanti all’ennesima ricostruzione, nonostante una rosa di altissima qualità. Il Napoli non perde d’occhio la Roma dopo avere svolto il compitino Cagliari senza grandi patemi. Sarri crede al secondo posto e ha annunciato la sua volontà di finire il progetto, magari vincendo lo scudetto. Le basi ci sono tutte, ma a questo splendido Napoli manca la mentalità vincente, sulla quale Sarri dovrà lavorare per raggiungere quel salto di qualità che permetta di tenere alta la concentrazione in tutte le gare.
Intanto la Lazio di Simone Inzaghi ha già coronato la sua strepitosa stagione con la larga vittoria sulla Sampdoria. I laziali sono aritmeticamente in Europa League e se non si distrarranno, sarà quarto posto che permette di andare direttamente ai gironi. Un’altra soddisfazione la Lazio potrebbe levarsela nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, che in una partita secca è battibile, come ha dimostrato il Milan nella Supercoppa. Inzaghi merita un riconoscimento per questa stagione positiva, mai tanti punti in un campionato a 20 squadre, e se la dirigenza non smantellerà la rosa, il tecnico potrà continuare con il suo progetto, costruito su tanti talenti e prudenza finanziaria e con qualche innesto di qualità potrà fare il salto di qualità e ambire a traguardi più prestigiosi, come la qualificazione alla Champions League. Quasi in Europa League è arrivata anche l’Atalanta, alla quale manca un solo punto. La sorpresa del campionato avrà la possibilità di raggiungere l’obiettivo (meritato) sabato prossimo nello scontro diretto europeo contro il Milan a Bergamo. Di questi tempi strappare punti alle milanesi non è un’impresa. Milan e Inter sono incappate in un’altra domenica nera e viste le prestazioni e le qualità tecniche, le proprietà cinesi avranno molto da fare per riportare competitività nella Milano calcistica. Il Milan è stato sonoramente battuto dalla Roma e da quando c’è stato il closing Montella non ha vinto una partita e i limiti tecnici dimostrati dalla rosa (a parte Donnarumma) complica ulteriormente il compito della nuova dirigenza. Sta peggio l’Inter che ha conquistato solo due punti nelle ultime sette gare e a furia di parlare di un nuovo allenatore si è sbriciolata davanti a un Pioli impotente e conscio di dover lasciare la panchina nerazzurra. Ha solamente dato l’impressione di avere messo ordine, dopo l’incredibile avvio di stagione, via Mancini per De Boer, ma i problemi dell’Inter sono tornati al pettine e la squadra ha subito un’involuzione generale. Urge l’ennesima rifondazione dal 2010, anno del triplete, con investimenti mirati e un allenatore di fama (Conte il sogno) che riporti stabilità tecnica e successi. Insieme alla Fiorentina, altra squadra inesorabilmente implosa durante la stagione e confrontata con un futuro molto vago, le milanesi lottano per il sesto posto, ultimo a permettere di andare in Europa dalla porta di servizio ma visto il rendimento delle tre squadre, nessuno sembra volere veramente conquistarlo.
In zona retrocessione il Palermo, dopo tre anni di A, è matematicamente retrocesso con il pari contro il Chievo e le vittorie di Empoli e Crotone. I toscani e i calabresi si contenderanno il quart’ultimo posto, con l’Empoli favorito con 4 punti di vantaggio e il calendario favorevole. Il passo decisivo verso il lieto fine è stata la vittoria interna sul Bologna, già in vacanza. Tre punti dell’Empoli e anche quelli del Genoa, relativizzano la vittoria esterna del Crotone sul retrocesso Pescara. La squadra di Nicola continua a tenere accese le speranze salvezza, ma deve sperare che le dirette avversarie rallentino. Nel prossimo turno a Crotone arriva l’Udinese e l’Empoli va a Cagliari, mentre il Genoa gioca a Palermo: i margini di recupero per i calabresi sono stretti.
G.S.
foto: Ansa