25 grandi artisti italiani cantano la speranza dopo il crollo del ponte Morandi
Un titolo che è una richiesta di aiuto; nasce “C’è da fare” scritta di getto da Paolo Kessisoglu (del duo comico Luca e Paolo) nei momenti successivi alla tragedia del ponte Morandi dell’agosto scorso. La motivazione è una raccolta fondi a favore della Valpolcevera, per cercare di riqualificare e migliorare la vivibilità della popolazione nella zona colpita dal crollo del ponte: il ricavato dalla vendita della canzone sarà devoluto per la costruzione di un centro polifunzionale.
A partecipare a questo progetto comune sono stati tanti artisti di spicco che hanno prestato la loro voce in una canzone corale per dimostrare che Genova non si è arresa. E a “darsi da fare” sono stati in primis i genovesi DOC come Gino Paoli, Ivano Fossati e Arisa con la collaborazione di Annalisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Izi, J-AX, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane, Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazzè, Nek, Nilla Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron, Simona Molinari. L’inno di chi ha Genova nel cuore si conferma in un testo pieno di descrizioni poetiche di una città grigia che non ti sorride ma che ti stupisce con il suo colore del mare alla fine delle curve provenienti dalla pianura. Commuove Gino Paoli nella descrizione di Genova vista da una sopraelevata che non c’è più, gli risponde nelle note successivi Giuliano Sangiorgi facendo riferimento a quel suo “Cielo in una stanza” e poi si lascia spazio al coro degli artisti che intonano un invito: “E allora vieni qui, togliti quel muso, fatti abbracciare, sto vento freddo che soffia, ti voglio scaldare”. E c’è anche una denuncia, rappata da J-ax “Chi vive vicino al porto sà di non credere mai alle promesse dei politici come a quelle dei marinai, che più di chi mette un like serve chi mette la faccia, che non esistono stranieri solo gente che viaggia”.
Anche nel video, girato nello studio durante l’incisione del brano, c’è una raccolta di sguardi, di abbracci, di voci che san trasmettere l’emozione e la condivisione di un progetto comune con un Gino Paoli appositamente statico, sotto tono, quasi ancora scioccato da quello che è accaduto alla sua città.
Il testo, video e sonorità funzionano come del resto ha funzionato già, nello stesso identico stile, il brano scritto nel 2009 per il terremoto in Abruzzo a cui fecero parte i nomi più celebri della discografia italiana. Dieci anni fa, a cantare la bellissima “Domani” si radunarono Ligabue, Zucchero, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Jovanotti, Gianna Nannini e altri 50 artisti che, spesso dando il contributo nella canzone anche per poche parole, avevano raccolto fondi per la ricostruzione e il restauro del conservatorio e del teatro dell’Aquila. All’epoca, dopo un anno dalla registrazione, la canzone riuscì a raccogliere 1.183.377 euro depositati presso il Ministero per i beni e le attività culturali classificandosi anche come uno dei brani con il maggior successo di debutto vincendo il disco di diamante.
La solidarietà, anche nel brano dedicato a Genova, è un gesto spontaneo ma come cita il brano di Kessisoglu “basta parlare, ora c’è da fare”.
foto: Ansa