Incontro tra Meloni e vertici CIO per il caso dell’azzurra Carini. “Faremo chiarezza”
Nel bel mezzo delle Olimpiadi targate Francia 2024, l’incontro di boxe tra l’italiana Carini e la pugile algerina iperandrogina Imane Khelif diventa un vero e proprio caso che scuote gli animi di tutti, soprattutto della destra italiana, che da subito ha puntato il dito sulla presunta irregolarità del match.
L’incontro delle polemiche
Secondo quanto previsto l’azzurra Angela Carini doveva disputare l’incontro di pugilato con l’atleta algerina Imane Khelif, “una persona intersex, che si è sempre socializzata come donna e ha una storia sportiva nelle competizioni femminili”, ha spiegato Rosario Coco, Presidente di Gaynet. “Si tratterebbe di un caso di Variazione delle Caratteristiche del Sesso, definizione ombrello all’interno della quale rientra anche l’intersessualità. Quello che sappiamo con certezza è che siamo di fronte a due atlete con una carriera nello sport femminile alle spalle. Nel caso di Khelif, per altro, va ricordato che l’Algeria proibisce anche il cambio del genere sui documenti”, ha specificato Coco.
Nonostante i chiarimenti per molti si tratta di un incontro non alla pari dove l’azzurra risulterebbe svantaggiata dalla forza e dalla prestanza maschile dell’avversaria. Nonostante le polemiche l’azzurra Carini decide di salire sul ring e dopo appena 46 secondi e un destro da parte dell’atleta algerina, decide di ritirarsi perché “fa troppo male”.
Khelif non è un trans
L’atleta algerina, che così ha battuto senza alcuno sforzo l’azzurra Carini, è nuovamente al centro delle polemiche per via della sua natura. Lei è donna e ha sempre disputato gare femminili, ma il suo alto tasso di testosterone l’ha esclusa dai mondiali dello scorso anno, mentre invece non le ha precluso la sua partecipazioni alle olimpiadi poiché non è una transgender ma “intersex” ovvero possiede una serie di caratteristiche innate che “non rientrano nelle tipiche nozioni dei corpi considerati femminili o maschili” spiega l’Istituto superiore di sanità, tra cui proprio l‘iperandrogenismo che causa una produzione di quantità di testosterone superiore a quanto di norma può fare il corpo femminile, e di cui Khelif è affetta.
Proprio a causa di questa condizione è stata squalificata dai Campionati mondiali di pugilato dilettanti femminile 2023. Infatti, secondo l’International Boxing Association (IBA), a cui spettava l’organizzazione dell’evento, l’atleta non ha superato un test di idoneità di genere che aveva dato come risultato la coppia di cromosomi XY – quella tipica del sesso maschile – oltre ad alti livelli di testosterone.
Invece il Comitato Olimpico Internazionale ( CIO) ha spiegato che l’atleta ha superato i test e le visite mediche a cui si sottopongono tutti gli atleti per poter essere ammessi alle Olimpiadi dimostrando di rispettare “l’idoneità e le norme di ammissione alla competizione, nonché tutte le norme mediche applicabili”.
Meloni: “Gara non alla pari”
“Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili, non debbano essere ammessi alle gare femminili. E non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete a poter competere ad armi pari”, è il commento della premier Giorgia Meloni sul caso Carini da Casa Italia, e per quanto riguarda il ritiro dell’azzurra afferma di essere molto dispiaciuta per quella decisione: “mi ero emozionata ieri quando ha scritto combatterò perché in queste cose sicuramente conta anche la dedizione, la testa, il carattere. Però poi conta anche poter competere ad armi pari. E dal mio punto di vista non era una gara pari”. “Sono anni che cerco di spiegare che alcune tesi portate all’estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne”. E sull’atleta azzurra che la Presidente del Consiglio ha voluto incontrare privatamente, scrive sui social: “So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa”.
A colloquio con il presidente CIO
In merito al caso la presidente del Consiglio italiana ha incontrato a Parigi il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach per uno scambio di vedute sull’andamento dei Giochi e sullo stato di preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. L’occasione si è quindi prestata per discutere sul caso dell’atleta Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare. “Siamo rimasti d’accordo di restare in contatto per ‘dare il benvenuto’ allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile perché lei (la pugile iperandrogina Khelif, ndr) è una donna ed ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale – ha spiegato il presidente del Cio, Thomas Bach – Condividiamo punti di vista e siamo d’accordo sul chiarire e migliorare il background scientifico di cui abbiamo parlato”.
Redazione La Pagina