Lo rileva Yves Rossier, direttore uscente dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFaS)
“Senza migranti l’assicurazione di vecchiaia avrebbe perso miliardi ogni anno”. Lo afferma Yves Rossier in un’intervista al quotidiano romando La Liberté. Al cospetto della popolazione che invecchia, la buona situazione finanziaria del sistema sociale in Svizzera è da attribuire a un unico fattore: la forte immigrazione dall’inizio degli anni ‘90. Rossier ritiene che “la limitazione dell’immigrazione sia la ‘giusta’ misura per nuocere all’AVS”. I migranti non sono solo un bene per le assicurazioni sociali, ma ne traggono vantaggio anche gli ospedali, le case per anziani, le università e le aziende svizzere in generale che li assumono come personale. Rossier vede nell’immigrazione anche l’espressione di una società sana, viva e dinamica. Fattori come l’invecchiamento della popolazione sono sfavorevoli alla buona situazione dell’AVS. Le società in declino demografico come la Germania e il Giappone “hanno meno problemi di alloggio, ma sono confrontati con problemi ben più gravi”, precisa Rossier, “dunque le assicurazioni sociali in Svizzera sono abbastanza sane”. Problemi in vista si prevedono per il secondo pilastro, che è il più fragile. Negli ultimi anni ha dovuto affrontare la congiuntura finanziaria internazionale e i bassi rendimenti dei capitali. Rossier spera che le casse pensioni non saranno confrontate in un futuro prossimo con un’altra crisi finanziaria, poiché esse sono al limite delle risorse, per avere utilizzato le loro riserve per superare la crisi. Alcune settima fa Rossier aveva affermato ad alcuni media svizzero tedeschi che fra un decennio anche l’AVS si vedrà confrontata a risolvere alcuni problemi. Rossier è fiducioso che le misure per trovare nuove fonti di finanziamento non raggiungeranno mai i livelli critici di altri Paesi europei come la Grecia e che permetteranno di mantenere l’età legale di pensionamento a 65 anni, senza doverla alzare a 67 anni come spesso evocato di recente. Rossier ha diretto l’UFAS per otto anni e dal 1. maggio è il nuovo segretario di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
G.S.