Con 442 voti contro 25 i delegati del partito – riuniti a Berg, nel canton Turgovia – si sono espressi nettamente a favore della permanenza dell’UDC nel governo, seppellendo così le minacce intorno allo scorso 14 dicembre, per la mancata elezione di un secondo esponente dell’UDC in Consiglio federale. Nel lungo dibattito (la proposta è stata avanzata dalla delegazione vallesana) in parecchi si sono espressi a favore di un passaggio all’opposizione per riposizionare il partito ed essere la vera alternativa al mondo politico di Berna.
Il nuovo capogruppo parlamentare Adrian Amstutz ha esortato i delegati a scegliere la permanenza nell’esecutivo, affermando che così si hanno più possibilità di influenzare il corso delle cose. Amstutz ha però aggiunto che l’UDC ha il dovere di continuare a fare opposizione su quei temi che non condivide, visto che il 14 dicembre “la maggioranza politica del Parlamento ci ha volontariamente messi in minoranza“.
Ai vertici del partito non sono state risparmiate critiche per l’attuale corso del partito democentrista, definito „monotematico“. Nel suo discorso d’apertura, il presidente Toni Brunner ha detto, di essere stufo dei rimproveri da parte dei media. “Il partito non è “monotematico”. L’inizio della nuova legislatura è l’occasione giusta per dimostrarlo. Dobbiamo aggiornarci sui nuovi temi da affrontare”.
L’assemblea dell’UDC era chiamata anche a esprimere raccomandazioni in merito ai temi in votazione popolare l’11 marzo. Non si sono registrate sorprese. I delegati si sono detti contrari alla Legge federale sul prezzo fisso dei libri (342 no, a fronte di 88 sì) e anche all’iniziativa “6 settimane di vacanze per tutti” (447 no, a fronte di 1 sì).