È quanto ha recentemente comunicato il nostro istituto di emissione. In particolare, BNS conferma a –0,75% il tasso guida e il tasso di interesse sugli averi a vista detenuti sui suoi conti, pur confermandosi pronta ad intervenire sul mercato dei cambi a contrastare la pressione al rialzo sul franco, qualora le circostanze lo richiedessero. Il franco svizzero, afferma BNS, ha una valutazione ancora elevata, anche a causa delle incertezze conseguenti alla perdurare del conflitto russo-ucraino. Negli ultimi mesi la inflazione ha proseguito la sua corsa al rialzo e lo scorso febbraio si attestava al 2,2%. Due le cause di queste tensioni: l’aumento di prezzo dei prodotti petroliferi e, in parallelo, dei beni colpiti da difficoltà di approvvigionamento. Le tensioni su queste merci potrebbero protrarsi nei prossimi mesi a causa della guerra in Ucraina. Questa situazione porta BNS a prevedere una inflazione per il 2022 al 2,1%, per poi arretrare nel 2023 e il 2024 allo 0,9%, sempre che il tasso guida di BNS si confermi invariato a −0,75% lungo l’intero orizzonte previsivo. Fuori dai nostri confini, prosegue il nostro istituto di emissione, la ripresa economica globale è proseguita nel quarto trimestre 2021, per poi declinare a seguito di nuova ondata pandemica. Contemporaneamente l’inflazione ha continuato a crescere negli Stati Uniti e nell’area dell’euro, ancor prima del conflitto in est Europa. Tuttavia BNS, malgrado i prezzi dell’energia rimarranno per il momento elevati, stima non solo che le grandi aree economiche non sconteranno deficit energetici, ma anche che, nonostante la guerra in Ucraina, nel complesso la ripresa della congiuntura globale proseguirà la sua intonazione positiva, malgrado gli accresciuti prezzi delle materie prime continueranno a sospingere l’inflazione nel breve termine.
In Svizzera, dopo un incoraggiante rialzo nei due trimestri precedenti il prodotto interno lordo (PIL) è avanzato dell’1,1% negli ultimi tre mesi del 2021. Complessivamente, nel 2021 l’economia svizzera ha registrato un progresso del 3,7% e questa dinamica è perdurata sino allo scorso febbraio. Malgrado il la guerra in Ucraina abbia creato tensioni sui prezzi che potrebbe penalizzare i consumi e far lievitare i costi di produzione delle imprese. Anche il commercio estero potrebbe risentire della guerra, ma non in misura rilevante, in quanto i legami economici diretti della Svizzera con l’Ucraina e la Russia non sono elevati.
Nel suo nuovo scenario di base per l’economia svizzera, la Banca nazionale si attende per quest’anno una crescita del PIL pari circa al 2,5%, in lieve flessione rispetto alle ultime stime. In questo scenario la crescita subirà un temporaneo rallentamento e poi riprendersi, mentre la disoccupazione è prevista ancora diminuire.
Le ultime ed anche le più recenti tensioni internazionali rendono difficile formulare previsioni: in linea di massima, osserva BNS, i rischi per la crescita permangono orientati al ribasso e incidere sulla congiuntura mondiale più di quanto ipotizzabile. Invece continua ininterrotta la dinamica del mercato ipotecario e di quello immobiliare, che manifesta una accresciuta vulnerabilità. Ecco perché lo scorso 26 gennaio 2022 il Consiglio federale ha riattivato, su proposta della BNS, il cuscinetto anticiclico settoriale di capitale fissandolo al 2,5% delle posizioni ponderate in funzione del rischio per le quali funge da pegno immobiliare un immobile residenziale in Svizzera. Pandemia, escalation bellica, ed inflazione rimanderanno in ogni caso i maggiori indicatori anche per i prossimi mesi per un riequilibrio economico che ancora stenta a consolidarsi.
di Andreas Grandi