E’ passata completamente inosservata la notizia riguardante una serie di iniziative che a livello di Cei, di diocesi e di parrocchie, a loro modo, rispondono ai bisogni della gente colpita dalla crisi economica. Certo, non è con queste iniziative che si fronteggia una crisi di dimensioni planetarie, ma, come si dice, tante gocce formano un oceano, in questo caso di sollievo. A ben rifletterci, però, ci si rende conto che le persone beneficiate non sono poche, ma sono addirittura centinaia di migliaia, e che gli aiuti hanno un certo spessore sia sociale che umano ed economico. Si dirà che così facendo la Chiesa non fa altro che esercitare il suo magistero ed è così. Restano tuttavia le dimensioni e anche la “qualità” degli aiuti. Non parliamo delle mense per i poveri (mense che funzionano sempre), né delle tante iniziative a favore dei “barboni” e degli emarginati in genere. No, le risposte che la Chiesa, in Italia e altrove nel mondo, sta dispiegando sono rivolte a coloro che sono colpiti dalla crisi economica. Intanto, si farebbe prima a dire quali sono le città o le diocesi che non fanno nulla, forse non ce ne sono. Dalle citazioni apparse in una notizia di cronaca sono centinaia, da Nord a Sud passando per il Centro, al punto che si può parlare di un vastissimo seppur sconosciuto movimento, non noto sui giornali ma notissimo nelle realtà locali, anche perché tali iniziative o crescono a livello
locale o vi sono calate dall’alto Raggiungono, comunque, lo stesso effetto: contrastare il disagio di famiglie e di singoli. Innanzitutto, a livello di grandi diocesi (Milano, Bologna, Napoli, Roma) sono stati creati dei Fondi per le famiglie, ottenuti dalla diocesi stessa o da raccolte di cittadini o da banche o altre istituzioni. Si tratta per lo più di aiuti in denaro dati a famiglie in stato di bisogno. In molte altre diocesi e parrocchie – ma ormai le iniziative di vario genere riguardano città grandi e piccole, senza distinzione – sono sorti i Fondi per il “credito solidale”: in pratica si tratta di piccoli prestiti (fino a circa 2000 euro ma in alcuni casi fino a 5000) rimborsabili con rate personalizzate e senza nessun interesse. E’ una risposta reale agli istituti finanziari che prestano soldi a tassi da strozzinaggio. Una terza serie di iniziative riguarda il cosiddetto “microcredito etico-sociale”, per ora lanciato da Chieti e Vasto ma destinato sicuramente ad espandersi. Nel caso di quest’ultimo tipo di microcredito, la diocesi si fa garante presso le banche per l’accesso al credito di piccole imprese a livello familiare che non avrebbero i requisiti. Come si vede, si tratta di aiuti ma anche di veri e propri progetti che favoriscono il lavoro, tanto più che si stanno studiando a livello centrale i cosiddetti Fondi di garanzia. La crisi, dicono alla Cei, sarà lunga e le risposte non potranno sempre essere a pioggia, ma vanno finalizzate anche alle sviluppo di piccole imprese.