Recentemente si è svolta al Palacongressi di Lugano la seconda edizione del Plan B, la rassegna promossa dalla municipalità del Ceresio in ambito digitale. Interpretiamone il contenuto, ricorrendo alla tradizionale scomposizione degli elementi alla base di ogni notizia giornalistica: cosa, chi, perché-dove-come, e quando.
Iniziamo da “cosa”: la digitalizzazione è la nuova frontiera dell’odierno progresso economico, e rappresenta un fenomeno globale dalle conseguenze altrettanto universali in ambito pubblico-privato.
Ora parliamo di “chi”: esaminando gli interlocutori in campo, da un lato troviamo chi non possiede competenze digitali; all’opposto si ritrovano coloro che le padroneggiano e ne traggono vantaggio; terza presenza é la categoria degli scettici, per partito preso o semplice indifferenza. In aggiunta, al centro di questi tre pilastri si colloca anche la pubblica amministrazione, che per mandato istituzionale é tenuta ad equilibrare le istanze che riguardano la cittadinanza, a concedere libero dibattito alle espressioni di opinione ed altresì a supervisionare le iniziative e le conseguenze delle attività di impresa di coloro che ne sono i promotori.
“Perché, dove, come”: conseguentemente ai piani di sviluppo economico della macro-area luganese, aggiornati dopo la fine del segreto bancario deciso dalle autorità federali e con il ridimensionarsi di introiti fiscali in passato ritenuti un diritto acquisito, il Comune di Lugano oggi lascia spazio al dinamismo commerciale promosso, finanziato e rappresentato dalla comunità internazionale degli operatori digitali.
Anche in questa attività, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Bene: ma “quando”, a che punto siamo? Come un tempo il dinamismo delle attività bancarie avviò relazioni e competenze a livello mondiale, altrettanto oggi la digitalizzazione nella regione italofona confederata, ed inevitabilmente anche nella macroarea italiana di prossimità, sta sviluppando competenze scientifico-accademiche orizzontali, ovvero decentralizzate a livello globale, come a livello altrettanto globale si sviluppa la rete delle applicazioni digitali, di cui tutti, provare per credere, ci scopriamo users ancor prima di domandarcene l’origine.
Fateci caso: questa impostazione supera le frontiere e porta le attività di operatori, utenti e pubbliche amministrazioni a prendere atto che anche grazie alla digitalizzazione già si è creato un mercato sovra-nazionale, ovvero decentralizzato, perché gli users sono ormai liberi di agire come, dove e quando vogliono.
Per quanto riguarda il territorio latino a sud del Gottardo, il Comune di Lugano sta assistendo al moltiplicarsi di numerosi eventi digitali, di cui la seconda edizione del Plan B, dicevamo, è l’esempio più recente.
In particolare, quest’ultimo ha attirato sulle rive del Ceresio alcuni fra i maggiori operatori del settore: Samson Mow e Jimmy Song, fra i più attivi promotori della diffusione del denaro informatico; Jameson Lopp, esperto nei sistemi di sicurezza delle transazioni digitali; Nick Szabo, inventore degli smart contracts, i passaggi di proprietà delle cripto divise; Paolo Ardoino, amministratore delegato di Bitfinex e Tether, le principali cripto divise internazionali; Adan Back, ideatore della tecnologia alla base dei bitcoin; Giacomo Zucco, imprenditore e filantropo digitale; Philip Zimmermann, fra gli inventori della secretazione, la criptografia che garantisce la buona fede delle transazioni artificiali.
Gli influencers che vi abbiamo appena elencato, insieme a molti altri ed agli oltre 2000 partecipanti accorsi al Plan B di Lugano, hanno animato una serie di networking, master class, art gallery, drone-music-film festival shows, che in tutta semplicità riferiamo ai lettori descrivendoli come occasioni di incontro e di aggiornamento tecnico, dibattiti, ed intrattenimenti artistici, tanto per far capire che al di là della terminologia anglosassone si tratta di situazioni che anche i non addetti ai lavori non solo ben conoscono, ma che hanno poco da spartire con le breaking news che riguardano le criptovalute.
Avviamoci alla conclusione con uno sguardo sull’immediato futuro.
Con il Plan B edizione 2023, l’evento luganese è avviato a confermarsi una rassegna di settore di rilevanza globale.
Per questo motivo può suscitare reazioni contrapposte, ma parimenti sta innescando un processo auto-generativo, destinato a tradursi in un successo; oppure, scendendo la graduatoria delle priorità, a trasformarsi in semplice interesse, scetticismo, o persino in un rifiuto della sua formula.
“La economia”, si è trovata ad osservare Luisa Lambertini, attuale Rettrice della Università della Svizzera Italiana ed esperta di fama mondiale in ambito di finanza internazionale, macroeconomia ed economia politica, “rimane un tema centrale per gli studenti, al pari delle criptovalute”.
Queste ultime infatti devono ancora definire la loro identità, le loro funzioni ed obiettivi, ed attendono che gli stati ne regolamentino e garantiscano un utilizzo uniforme a livello globale.
Prendiamo quindi atto, e l’evento luganese lo conferma, che realtà virtuale e mondo reale sono due opposti che si attraggono, ma comunque destinati a convivere.
A ricordarlo, fosse ancora necessario, saranno le esigenze delle pubbliche amministrazioni, cui in questo particolare settore oggi spetta il compito, comunque ingrato ma doveroso, di ricordare ai cittadini che quel che è stato dato ora deve essere reso, e che gli incentivi finanziari avviati dalla emergenza sanitaria mondiale ora debbono essere riportati ad un loro naturale equilibrio strutturale.
È solo questione di tempo perché a questo riequilibrio si giunga con attività economiche tradizionali, o digitali che siano.
di Andreas Grandi e Nicoletta Tomei