La sentenza che ha liberato Amanda e Sollecito, chiamiamoli pure così con i loro appellativi popolari, ha aperto una profonda discussione sulla giustizia italiana. Ha alimentato i tuttologhi di Stato che presiedono ogni sera i dopocena degli italiani ora da Vespa ora su Matrix, ha sviluppato il dualismo classico di innocentisti/colpevolisti, ha lasciato con un grande punto interrogativo Rudy in carcere senza certezze (concorso in omicidio con chi?). Insomma chi aveva un giudizio ritico sulla magistratura italiana lo ha rinforzato, chi aveva fiducia nel processo ha avuto modo di alimentarla poiché si è trovato al cospetto di una sentenza capace di ammettere che i ragionevoli dubbi sono maggiori e più consistenti delle prove. Insomma è andata di scena ‘la vita mediata’, quella nella quale si giocano i destini di giovani e la voglia di giustizia di chi ha perso Meredith. Quello che mi ha impressionato di questa vicenda osservandola qua e là, ascoltando nei bar, è la scomparsa della giovane Meredith. Quando questi casi vanno in scena nel grande circo mediatico italiano, alla fine ti accorgi che i volti delle vittime prima si appannano, poi sbiadiscono alla fine scompaiono. Restano le foto degli assassini, degli innocenti colpevolizzati, degli avvocati, dei criminologi di sempre. Restano a far vivere un caso, ma la vittima scompare e nell’opinione pubblica mentre è chiara l’immagine dei presunti assassini pochi rammentano il volto della ragazza assassinata. La sua foto serviva all’inizio, quando il circo è partito, dopo diviene un dettaglio trascurabile, perché in primo piano appaiono i volti e i nomi dei veri protagonisti: Amanda, Sollecito, Rudy. I racconti si susseguono e scandagliano le esistenze di questi giovani animando i rotocalchi di mezzo mondo. Così per due volte Meredith è morta, la prima volta assassinata e la seconda scomparendo senza giustizia e certezze. Un giorno forse riapparirà, grazie a qualche indomabile cronista in uno di quei reportage: ‘vi ricordate l’assassinio di Perugia? Arrestato il colpevole’. Riapparirà in terza o nelle dimenticate pagine di cronaca con una piccola foto sullo sfondo tra quelle di Amanda e Sollecito che nel frattempo saranno diventati noti professionisti. Le vittime hanno un destino atroce restano rinchiuse nei cuori dei propri cari e verso di loro non vi è rispetto o pietà da parte dei media. Aveva ragione Fellini ne ‘La voce della Luna’: … ‘e se ci fosse un po’ di silenzio’… Massimo Pillera
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