L’abbiamo visto tutti il video di quella bimba che gioca con il papà a ridere delle bombe che le scoppiano intorno. Era un’immagine tenera e commovente, con l’innocenza infantile che non sa quanto sia rischioso quel gioco divertente. Una storia che è stata diffusa in modalità di favola moderna con tanto di lieto fine con la bimba e il suo papà che riescono a mettersi in salvo oltrepassando i confini turchi e lasciandosi alle spalle le bombe siriane che tanto li facevano ridere. Sì, sembrerebbe una favola, invece è un incubo.
Quello che stanno vivendo tutti quei civili che ogni giorno cercano di fuggire dalla guerra, la disperazione di tanti genitori che provano a mettere in salvo i propri figli e il dolore dei più piccoli che sono spesso privati non solo di una vita serena e dei più elementari bisogni, ma anche dei propri affetti fino della propria vita. Non c’è nulla della favola, ma è una pura tragedia odierna che si sta consumando in questo momento e senza possibilità di alcun lieto fine. Mentre in Europa siamo alle prese con l’epidemia del coronavirus, la nuova tragedia si sta consumando ai confini con la Grecia, sulle isole greche, dove si sono riversati circa 20 mila migranti lasciati liberi di muoversi dal territorio turco. È la decisione del presidente turco Erdogan di permettere ai migranti di muoversi verso l’Europa, contravvenendo ai patti con l’UE del 2016 secondo i quali ha ricevuto un contributo di 6 miliardi di euro di aiuti ad Ankara per finanziare l’accoglienza di siriani, afghani, iracheni e di altre etnie in fuga dalla fame e dalle guerre.
In tutto circa 4 milioni di persone sul territorio turco e che dalla notte del 28 febbraio scorso hanno cominciato a mettersi in marcia per raggiungere gli altri paesi europei. La decisione arriva in seguito alla morte di 36 soldati turchi a Idlib, in Siria, con le accuse del presidente turco all’Ue di non averlo sostenuto nella crisi siriana. Questo atteggiamento estorsivo della Turchia sarà materia dell’UE poiché i turchi vorranno sicuramente la ritrattazione dei negoziati. Così l’Europa dovrà cercare una soluzione al nuovo assalto dei migranti alle frontiere esterne, dovrà cercare una nuova risposta alle richieste del presidente turco ma soprattutto dovrà trovare una soluzione per il conflitto tra Turchia e Siria. Se ne parlerà certamente nei prossimi giorni quando si incontreranno i ministri degli Esteri dell’Unione, durante la riunione straordinaria del Consiglio convocata dall’Alto rappresentante Josep Borrell. Nel frattempo la gente muore, muoiono i civili sotto i bombardamenti, muoiono i soldati in guerra, muoiono rifugiati congelati nei campi profughi, muoiono i migranti in cerca di salvezza. L’ultimo in ordine di tempo è un bimbo di 4 anni nel tentativo di uno sbarco sull’isola di Lesbo, per lui nessun lieto fine.