Spettacoli e Street Food per festeggiare il riconoscimento
Il 19 agosto scorso per le strade di Sambuca si è tenuta la festa per la celebrazione del titolo attribuito alla bella cittadina siciliana il giorno di Pasqua nel corso della trasmissione di Rai3 Alle Falde del Kilimangiaro: il Borgo più bello d’Italia ha festeggiato con una serata speciale lungo la strada principale del paese, con performance, spettacoli musicali e gruppi itineranti, il tutto accompagnato dalla degustazione del “Cibo da Strada” della tradizione siciliana per il primo Street Food Fest del Borgo che in questi ultimi mesi è stata preso d’assalto da migliaia di turisti che ne hanno potuto ammirare le bellezze paesaggistiche e architettoniche del Borgo.
Sambuca, che conta meno di seimila abitanti, si trova a pochi chilometri dal mare di Menfi, da Sciacca e dal Parco archeologico di Selinunte e vanta una storia antica, che affonda le radici negli anni della dominazione araba. Fu fondata infatti dall’emiro saraceno Zabut, che proprio su quella collina decise di costruire il suo castello.
Della fortezza ormai non c’è più traccia, ma su quelle pietre sono sorti il terrazzo Belvedere, che domina la campagna circostante e la maestosa Chiesa Madrice, danneggiata dal terremoto del Belice e che adesso si sta tentando di recuperare. Intatto è invece il quartiere saraceno, con le sue vie strette, cieche, tortuose, arricchite da piccoli cortili e da purrere (cave sotterranee) riportate recentemente alla luce, un gioiello di pianta urbana che ricalca i centri storici delle città arabe. Il paese è famoso anche per le sue chiese, se ne contano una ventina, alcune delle quali adibite a museo. Il nome della città potrebbe essere la traduzione dal latino di uno strumento musicale greco simile all’arpa, che ricorda l’impianto del centro storico del paese e che è raffigurato sullo stemma del comune.
Secondo altri, invece, il nome della città deriverebbe dalle piante di sambuco, diffuse in antichità nella valle del lago Arancio. La città conserva i segni delle varie dominazioni succedutesi nel corso delle diverse epoche custodendo tanti stili intrecciati, dall’antico casale arabo che sorge sul monte Adranone insieme al complesso archeologico del IV secolo a.C. fino alle facciate barocche e palazzi dell’Ottocento che si mescolano ad una centro storico di origine araba le cui espressioni più vive sono ‘li setti vaneddi’ (sette vicoli saraceni), la chiesa della Matrice e il terrazzo Belvedere, resti dell’antico castello dell’Emiro.
Importanti anche il seicentesco palazzo Panitteri (nei pressi del Museo etno-antropologico) che ospita anche il Museo archeologico e quello del vino, il palazzo dell’Arpa (sede del Municipio) e il palazzo Ciaccio, la chiesa del Carmine con la statua marmorea di scuola gaginiana della Madonna dell’Udienza, Patrona di Sambuca di Sicilia, e la chiesa di San Michele Arcangelo con il fercolo equestre in legno di San Giorgio che trafigge il drago. Segno di una popolazione attenta alla cultura è il teatro comunale L’Idea e l’Istituzione Gianbecchina.
Fuori dal centro storico, rimangono le antiche torri di Pandolfina e Cellaro e il fortino di Mazzallakkar del quale emergono le torri nei soli mesi estivi quando il livello del Lago Arancio si abbassa.
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foto: Ansa