Se in Lombardia servono almeno 1.500 euro per non essere infelici, come in Veneto e in Emilia Romagna, si scende a 1.000 euro per la Campania e bastano 900 euro in Sicilia. Le famiglie più felici sono quelle che vivono a Firenze
I soldi non fanno la felicità eppure… in questo periodo di crisi il giudizio e la percezione del proprio benessere è influenzato principalmente dal reddito: in Lombardia, per esempio, solo se le entrate al mese per famiglia sono comprese tra i 1.500 Euro e i 2.000 euro si può pensare di essere ottimisti. L’indice della felicità, stimato dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su redditi e spesa medi, varia da regione a regione: se in Lombardia occorrono, quindi, almeno 1.500 Euro per non essere infelici, come in Veneto e in Emilia Romagna, in Piemonte la soglia è di 1.400 euro, servono 1.300 euro per la Toscana ed il Lazio, 1.200 per la Liguria. La soglia scende fino a 1.000 euro per la Campania e bastano 900 euro in Sicilia. In particolare, analizzando alcuni capoluoghi, le famiglie italiane vivono meglio a Firenze, dove solo il 18,9% delle famiglie è al di sotto della soglia della felicità. Il capoluogo toscano precede Genova (21,1%) e Palermo (21,8%). A Napoli le famiglie infelici rappresentano il 22,8% del totale. A Milano, Bologna e Roma è infelice circa 1 famiglia su 4, rispettivamente il 23,8%, il 24,2% e il 25,2%. A Torino e a Verona la felicità “costa” davvero cara: è infelice il 27,2% e il 27,6% delle famiglie. Questo è quanto emerge da una stima dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza a partire dall’indagine “Famiglie e consumi. Monza e Brianza e Lombardia”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza e in collaborazione con DigiCamere, e su dati Istat e Ministero dell’Economia e delle Finanze.
“La criticità della situazione internazionale – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza – si accompagna oggi ad una condizione di incertezza economica delle famiglie, per le quali sono necessari interventi indirizzati alla tutela dei loro risparmi e all’incremento della loro capacità di spesa, condizioni indispensabili per far ripartire i consumi. Del resto, le famiglie rappresentano il fondamento per il rilancio della nostra economia e la condizione per gli investimenti delle imprese”.