Juventus e Roma fermate dalle ultime in classifica, crolla il Napoli, si avvicinano Fiorentina e Lazio, risale l’Inter, zona retrocessione affollata
Le piccole, le provinciali, giocando con orgoglio e cuore, spaventano le prime due della classe. Sul campo del Cesena la Juventus (2-2) fallisce l’occasione di allungare e chiudere il campionato. La Roma (1-1) non va oltre il pareggio interno contro il Parma, scosso dalla crisi societaria, confermando le attuali difficoltà. La capolista stecca la gara che avrebbe forse chiuso il discorso scudetto. A Cesena era un impegno facile sulla carta e galvanizzata dal pari della Roma, la Juventus era forse convinta di vincere facile, peccando alla fine di presunzione. Una squadra nettamente al di sotto dei livelli standard, con un atteggiamento superficiale, che ha portato a troppi errori (Vidal fallisce un rigore sul 2-2). Un atteggiamento inspiegabile che suona come un campanello d’allarme e deve servire da lezione, anche se la squadra è stata brava a reagire allo svantaggio. Se in ottica Champions League contro il Dortmund la prossima settimana dovesse ripetere questa prestazione, la Juventus metterebbe a serio rischio la qualificazione. Appalusi e complimenti al Cesena che invece ha sfruttato le sue armi migliori: la grinta, l’orgoglio e il talento di alcuni giocatori (Djuric) bravi in contropiede. Il punto muove poco la classifica, ma l’atteggiamento dei romagnoli potrebbe condurre alla miracolosa salvezza.
Male anche la Roma che continua ad annacquare nella crisi. Il pari interno contro il Parma sa di sconfitta, sottolineato anche dai fischi del pubblico. I giallorossi non hanno più la capacità di andare in rete, hanno perso l’autostima e la qualità del gioco è scarsa, la manovra è lenta e lontana parente di quella brillante dello scorso campionato. Il tecnico Garcia, giustamente elogiato, appare oggi in difficoltà nel ridare alla Roma la sua identità smarrita. Non trova le contromisure che possano risolvere la crisi, perché non è bastato il ritorno di Gervinho o l’innesto a freddo di Doumbia. Il campionato resta aperto grazie al Cesena, ma Garcia deve trovare le idee per riaccendere la Roma, se non si vuole arrendere prematuramente. Forse il punto non servirà al Parma per salvarsi, ma la prestazione ridà fiducia alla squadra di Donadoni e scaccia per alcuni giorni la crisi finanziaria della società in attesa del promesso pagamento degli stipendi entro martedì.
Sul più bello il Napoli (3-1) si ferma di nuovo dopo quattro vittorie di fila. Al Barbera di Palermo la squadra di Benitez è stata irriconoscibile e sono tornati al pettine quella fragilità e instabilità che non consacra il Napoli una grande squadra. Si vede così sfumare l’ennesima occasione di avvicinare il secondo posto. Vanno riconosciuti però i grandi meriti del Palermo che ha giocato la partita perfetta. I talenti del Palermo Vazquez (autore di un gol) e Dybala (presente nelle azioni dei gol) sono stati i grandi protagonisti della partita, che il tecnico Iachini ha preparato con grande acume tattico, indovinando la strategia, basata su un micidiale contropiede. Il Palermo prosegue in questo suo campionato di buon livello mettendo in vetrina i suoi gioielli, mentre i partenopei si rituffano nell’Europa League per voltare subito pagina. Tanto di capello alla Fiorentina (1-3) che con una partita di grande spessore si impone sul campo del Sassuolo e tiene vivo il sogno terzo posto, ora a 4 punti dal Napoli. Continua dunque la rincorsa della squadra di Montella, al quale vanno fatti i complimenti, di essere stato capace di sopperire alla difficoltà di inizio stagione e di ridare un’identità alla squadra intervenendo sul mercato con acquisti di qualità. A Reggio Emilia la Fiorentina vince grazie ai gol dei suoi giovani: doppietta di Babacar e la rete di Salah, il nuovo arrivato. Il Sassuolo non è pervenuto, si sveglia nella ripresa, ma non bastano stavolta i suoi talenti in attacco a rimontare una Fiorentina troppo forte.
Si rilancia anche la Lazio (0-1) per la corsa Champions vincendo di misura sul campo dell’Udinese dopo due sconfitte di fila. Basta il rigore di Candreva per conquistare una vittoria meritata, in una gara che i laziali giocando con carattere e molta attenzione tattica. La Lazio subisce e attende l’Udinese e amministra il vantaggio senza correre rischi. I friulani sono bravi nel palleggio, ma poco efficaci nella fase offensiva e fanno un passo indietro rispetto alle ultime gare. L’Inter (1-4) comincia a credere in se stessa e alle idee di Mancini. Rinascono anche giocatori chiave come Fredy Guarin, che trascina la sua squadra con una doppietta. I nerazzurri di Mancini si avvicinano alla zona Europa. L’Atalanta ha giocato bene, ha reagito allo svantaggio pareggiando, ma la follia di Benalouane (espulso) a inizio ripresa ha tagliato le gambe alla sua squadra, che resta in zona retrocessione. Tra le due squadre genovesi brilla il Genoa (5-2) che batte il Verona, mentre le Sampdoria (2-1) non punge ed è sconfitta dal Chievo, che conquista tre punti fondamentali. Il Genoa aggancia al 6° posto la Sampdoria alla vigilia del derby e continua a inseguire il sogno Europa. Protagonista il francese Niang (scelta infelice del Milan di cederlo), che con una doppietta incanta e trascina alla vittoria meritata la squadra di Gasperini. Ottima la prima mezz’ora di partita dei genoani, che comunque hanno dovuto subire il ritorno del Verona. Ai veneti non è bastata la doppietta dell’eterno Toni, perché la squadra è stata in alcune fasi molle e ha pagato a caro prezzo alcune leggerezze, calando di intensità. Dovrà ritrovare lo spirito di gruppo se il Verona vorrà uscire dalla zona calda della classifica. In tal senso fa invece un importantissimo passo avanti il Chievo, che grazie a una gara accorta e difensiva capitalizza al meglio le occasioni da rete costruite, mettendo al sicuro la vittoria con le reti Izco e Meggiorini. Delude la Sampdoria rivoluzionata dal turn-over di Mihajloivic. Opaco l’esordio di Eto’o e negative le risposte dalle seconde linee: la manovra è troppo prevedibile per impensierire l’avversario. Un punto nelle ultime tre gare vede la Sampdoria allontanarsi dall’Europa. L’imminente derby potrebbe essere la partita giusta per uscire dalla crisi. Il Torino (1-1) spreca il turno interno contro il Cagliari per conquistare la quinta vittoria consecutiva. A evitarla un Cagliari caparbio che a Torino ha giocato alla pari, con coraggio e provando anche a vincere. È stata una gara equilibrata, che le due squadre hanno affrontato a viso aperto creando molte occasioni da gol. Alla fine finisce 1-1, un risultato giusto, con il Torino che spreca molto (bravo il portiere Brkic) e il Cagliari che fallisce con Sau il colpaccio. I granata in settimana ricominceranno con l’Europa League in un buon stato di forma. Il Cagliari resta terzultimo, ma l’atteggiamento è quello giusto per la lotta salvezza. Al Milan (1-1) non basta il primo gol di Destro, realizzato nell’unica occasione creata, per tornare alla vittoria. È stato l’Empoli a farla da padrone a San Siro, restando però con l’amaro in bocca, per non avere sfruttato al meglio la superiorità dimostrata sul campo. Raccoglie ancora poco la squadra di Sarri per il suo solito gioco offensivo e coraggioso, che produce solo il gol di Maccarone. Troppo poco per muovere la classifica. Per il Milan, senza idee, senza gioco, senza identità, solo fischi giustificati per una squadra alla sbando. I risultati della gestione Inzaghi sono pessimi e il tecnico torna in bilico.
Classifica 23° giornata
Juventus 54; Roma 47; Napoli 42; Fiorentina 38; Lazio 37; Sampdoria e Genoa 35; Palermo 33;Torino e Inter 31; Milan 30; Sassuolo 29; Udinese 28; Verona, Chievo ed Empoli 24; Atalanta 23; Cagliari 20; Cesena 16; Parma 10 (-1)