Quasi 160 vittime, innumerevoli dispersi, intere città travolte dal fango. Mentre le intemperie che hanno messo in ginocchio Valencia si spostano in Andalusia, si polemizza per l’allerta rosso partito troppo tardi
Si chiama Dana, il fenomeno meteorologico che si è abbattuto in Spagna devastando soprattutto la zona di Valencia. Dana, dall’acronimo Depresion Aislada en Niveles Altos (Depressione Isolata di Livello Superiore), è un fenomeno che genera nubifragi di una certa entità, chiamato anche “goccia fredda”. Si forma con l’incontro di una corrente polare (di circa -22 gradi) che si sposta nell’area Mediterranea – dove invece in questo caso vi erano circa 21 gradi – e isolandosi si scontra con una corrente umida. L’incontro-scontro di queste correnti differenti provoca instabilità atmosferica con temporali molto intensi. In questo caso, la zona più colpita è stata proprio quella di Valencia.
Valencia tra fango e macerie
In sole otto ore sulla zona di Valencia si è riversata la quantità di pioggia che cade solitamente in un anno, vale a dire 491 litri di pioggia per metro quadrato, per la precisione 490 millimetri laddove la media di un intero anno arriva intorno ai 450-500 millimetri, comportando una devastazione incredibile. Le strade si sono trasformate in fiumi ingrossati che trascinavano detriti, cassonetti, arredi, automobili addirittura con passeggeri all’interno. La furia della tempesta ha distrutto case ed esercizi commerciali, la rete stradale è resa impraticabile, le ferrovie sono ferme per almeno altri 15 giorni a seguire. Attualmente intere zone sono isolate, senza elettricità e senza acqua corrente. Ma il danno più eclatante è quello che si misura in vite umane: ad oggi sono circa 158 le vittime di questo disastro metereologico, ma si tratta di un numero provvisorio, vi sono infatti diversi dispersi e varie zone che aspettano ancora i soccorsi. Il numero degli sfollati si aggira ad oltre 120.000 gli sfollati, almeno 500 persone hanno pernottato in alberghi sparsi della regione di Valencia, oltre 250 persone sono state salvate da elicotteri e 70 via terra.
Mancato allerta in tempo
Mentre la Spagna non ha ancora superato né l’emergenza né il passaggio dell’instabilità metereologica, che nel frattempo si sposta nella penisola dirigendosi verso l’Andalusia, sono già iniziate le prime polemiche politiche. Si punta il dito sulla gestione dell’emergenza da parte del presidente della regione di Valencia, Carlos Mazón, accusato di aver sottovalutato la portata dell’alluvione per tutta la giornata. Si lamenta in modo particolare il ritardo da parte dell’amministrazione nel comunicare cosa fare, pare inoltre che l’allarme rosso da parte dell’autorità meteo nazionale (Aemet) sia scattato solo 11 ore dopo dall’inizio della tempesta. Ma oltre i ritardi nel comunicare l’allerta rosso o a far partire i soccorsi, a Mazón si accusa la decisione di eliminare, appena 4 mesi dopo la sua elezione, l’Unità di emergenza valenziana, uno strumento di risposta e di soccorso rapido in caso di catastrofe.
“La tragedia delle persone che muoiono nelle auto e vengono travolte nelle strade è del tutto evitabile se si riesce a tenere le persone lontane dall’innalzamento dell’acqua delle alluvioni. Questo suggerisce che il sistema di allerta sui pericoli delle inondazioni a Valencia è fallito, con conseguenze fatali. È chiaro che la gente non sa cosa fare di fronte a un’alluvione o quando sente gli avvisi”, ha dichiarato Hannah Cloke, docente di idrologia presso l’Università di Reading.
Angeli del fango all’opera
Anche se con diverse difficoltà, soprattutto nelle zone più isolate, la solidarietà non si fa attendere, così oggi si vedono fiumi di persone, chi armata di pale per scavare, chi con viveri e beni di prima necessità, che si muovono per raggiungere le zone colpite dal devastante cataclisma. Il re Felipe VI, da Madrid, ha ringraziato per la solidarietà internazionale e i numerosi soccorritori al lavoro nelle zone alluvionate, anche il Papa ha voluto esprimere la sua “vicinanza alla gente di Valencia” per questa catastrofe.
Solidarietà per la Spagna giunge anche dal Consiglio d’Europa tramite il Segretario generale Alain Berset che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono profondamente colpito dalla morte e dalla distruzione causate dalle inondazioni improvvise nel sud della Spagna. Rivolgo il mio pensiero a tutte le vittime, ai loro cari e ai soccorritori che stanno facendo tutto il possibile per salvare vite umane in circostanze così estreme. Il Consiglio d’Europa è solidale con la Spagna e piange le vittime”.
Per il Parlamento europeo è la presidente Roberta Metsola che scrive un messaggio sui social: “La mia solidarietà va alle popolazioni del sud e dell’est della Spagna che stanno affrontando inondazioni estremamente gravi che stanno avendo conseguenze catastrofiche. Ringrazio gli operatori dell’emergenza che stanno facendo del loro meglio per aiutare le persone in difficoltà, l’Europa è pronta ad aiutare” e annuncia anche che sono già stati attivati i programmi di aiuto.
Perfino il mondo del calcio spagnolo esprime la propria solidarietà per le vittime dell’alluvione che ha colpito soprattutto la provincia di Valencia, tra i messaggi quelli di Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid e Valencia.
Tra gli intervenuti in proposito, si è espresso anche il ministro italiano per la protezione civile e per le politiche del mare Nello Musumeci, che ne ha approfittato per fare riferimento alle ultime vicissitudini italiane: “Abbiamo espresso solidarietà, vicinanza. Come vedete gli effetti della fragilità del territorio non si vedono soltanto in Italia. Dobbiamo prendere atto di questa nuova realtà e adeguarci”, ha detto Musumeci
Redazione La Pagina