Una bellissima storia d’amore e di solidarietà che unì l’Italia con la Svizzera attraverso l’estro e la sensibilità di una bambina
Ricorrono oggi ben 65 anni dalla terribile alluvione che investì la Campania tra il 25 e il 26 ottobre del 1954. Le cronache del tempo raccontano una catastrofe enorme, una quantità di acqua tale che si riversò rovinosamente su quartieri e diverse città provocando danni immensi tra frane, voragini, crolli di strutture, case, ponti, fino a stravolgere addirittura l’aspetto delle coste salernitane a causa dei detriti trascinati dai fiumi in piena. In tutto si contarono fra morti e dispersi 318 vittime, 250 feriti, e circa 5.500 senzatetto.
La macchina di solidarietà
Di fronte ad una tragedia di tale portata si attivò presto quella meravigliosa macchina di solidarietà da ogni parte d’Italia, ma anche dall’estero. La notizia si diffuse presto, in maniera più ridimensionata tramite la televisione che da poco aveva iniziato la programmazione e quindi non era ancora di uso comune presso tutte le famiglie, in maniera più efficace attraverso le trasmissioni della radio che invece era il mezzo più diffuso. Mentre molti fondi per la ricostruzione arrivarono dal Governo Scelba con cui si ricostruì la nuova Salerno, a est della stazione ferroviaria, nel frattempo fu avviata la “Catena della fraternità” dallo speaker televisivo Vittorio Veltroni, padre del noto Walter, che permise la raccolta di diversi milioni di lire, mentre la radio nei programmi giornalieri creava iniziative che coinvolgevano attivamente i radioascoltatori. Tra queste vi fu la particolare iniziativa della rubrica radiofonica Campo de’ Fiori, condotta dallo speaker radiofonico Giovanni Gigliozzi che lesse e mise all’asta una poesia.
Si trattava della poesia di una giovanissima scrittrice, la piccola Raffaella La Crociera, una tredicenne romana che ai tempi della tragedia salernitana era costretta a letto da una grave malattia. Raffaella aveva saputo della terribile alluvione ascoltando la radio e decise di partecipare alla raccolta fondi lanciata dalla Rai per aiutare i salernitani. L’unica cosa che possedeva Raffaella, però, era il suo estro poetico. La sua famiglia, infatti, per affrontare le costose cure a cui la ragazza era sottoposta per la malattia, aveva speso tutto, per cui, l’unico modo per contribuire fu l’invio di una poesia da lei composta, “Er zinale”, che in dialetto romanesco indica del tipico grembiule scolastico indossato dagli scolaretti. Così spiega Raffaella introducendo il suo gesto:
“Cara RAI, sono molto malata da oltre un anno. I miei genitori hanno speso tutto quello che avevano per guarirmi. Ed io non ho nulla da offrire per i bambini di Salerno. Offro solo questa mia poesia”.
La sua piccola poesia in dialetto rivela una grande sensibilità artistica, ma si legge anche il grande rimorso della piccola per aver dovuto abbandonare troppo presto il suo grembiule di scuola a causa della grave malattia.
L’atto commosse i vertici Rai che decisero di mettere all’asta la poesia di Raffaella La Crociata, che fu letta durante la trasmissione Campo de’ Fiori avviando una vera gara di solidarietà da parte di tantissimi radioascoltatori che avanzavano la propria offerta pur di aggiudicarsi quella poesia scaturita dalla sensibilità di una giovanissima scrittrice.
La miglior offerta dalla Svizzera
Le offerte si moltiplicavano, fino a quando giunse un’offerta imbattibile proprio dalla Svizzera. Era da parte della contessa Cenci Bolognetti, erede della omonima famiglia romana, che per l’acquisto simbolico della poesia di Raffaella offrì ben mezzo milione di lire, una cifra, a quei tempi, davvero eccezionale.
Su “L’europeo”, settimanale italiano d’attualità pubblicato fino al 1995, fu una giovanissima Oriana Fallaci a descrivere il momento in cui la piccola ha appreso la notizia della catastrofe salernitana, la decisione di inviare la poesia, ma anche la gioia per tutte le offerte giunte, raccontati alla giornalista dalla viva voce dei genitori di Raffaella. Non solo. Sempre via radio la piccola poetessa scoprì che avrebbe presto ricevuto in dono una bambola da un giocattolaio salernitano come premio-ricompensa per il suo gesto. Purtroppo la piccola poetessa non riuscì a mai a giocare con la sua bambola poiché arrivò proprio il giorno in cui Raffaella morì, il 2 novembre, qualche giorno dopo la tragedia salernitana e appena 2 giorni dopo la trasmissione che mise all’asta la sua poesia.
Un bel ricordo
È una bella ma triste storia quella di Raffaella La Crociera. La piccola ebbe la gioia di veder riconosciuto il suo gesto d’amore, ma anche il suo estro di poetessa. Non vide purtroppo la bambola che giunse proprio qualche ora dopo la sua morte, ma non vide neanche il riconoscimento più ampio che giunse da più parti volendo rendere immortale la sua storia. Ad un anno dalla sua morte, fu assegnato a Raffaella La Crociera il “premio bontà” di Livio Tempesta consegnato alla famiglia e ben due scuole elementari, una a Roma e una a Salerno, sono intitolate alla piccola poetessa. Ma il suo ricordo si fa presente soprattutto nel monumento funebre a lei dedicato e riposto nel Campo degli eroi di Verano, un’area dove riposano i resti mortali di eroi, pittori, scultori, musicisti, politici poeti e sindacalisti. Qui, nella scultura di un artista genovese, Silvio Miraglia, Raffaella rivive in marmo bianco, una mano nel suo grande cuore e un libro nell’altra.
Er Zinale
Giranno distratta pe casa,
tra tanta robba sfusa,
ha trovato: ah! come er tempo vola,
er zinale de scola.
Nero, sguarcito,
Un pò vecchio e rattoppato,
è rimasto l’amico der tempo passato.
Lo guarda e come se gnente fusse
a quell’occhioni
spunteno li lucciconi,
e se rivede studente
allegra e sbarazzina
tanto grande, ma bambina.
Lo guarda e come un’eco risente
quelle voci sommesse: Presente!
Li singhiozzi, li pianti,
li mormorii fra li banchi,
e senti…senti…
pure li suggerimenti.
Tutto rivede e fra quer che resta,
c’è la cara sora maestra.
Sospira l’ècchese studente, perché sa
che a scola sua non ce potrà riannà.
Lei cià artri Professori, poverina.
Lei cià li Professori de medicina.