A Udine primo pareggio della capolista, il Napoli riapre il discorso secondo posto, quarta la Lazio, apertissima la corsa all’Europa League, con un piede e mezzo in serie B Palermo, Crotone e Pescara
In una giornata nella quale sarebbe potuta andare a +10 dalla Roma e difatti chiudere il discorso scudetto, la Juventus si accontenta del pari contro l’Udinese, ma anche gli otto punti di vantaggio sono sufficienti. A Udine si è vista una Juventus più rilassata, forte della sconfitta in casa della Roma, e non ha pigiato sull’acceleratore. Oppure è stato merito dell’Udinese che ha giocato un’ottima partita; molta corsa, spazi chiusi e ripartenze in contropiede. La squadra di Del Neri (espulso) avrebbe meritato la vittoria contro una Juventus che ha pareggiato su l’unico tiro in porta, il colpo di testa di Bonucci. Allegri ha schierato la formazione tipo, molto offensiva con i suoi fuoriclasse, ma stavolta non ha convinto. Non basta solo il talento a vincere le gare, se vengono a mancare le caratteristiche che contraddistinguono la Juventus: poca concentrazione e aggressività e la qualità del gioco non hanno inciso per trovare spazio contro un avversario ben messo in campo. Ma se la Juventus aumenta il vantaggio anche con uno striminzito pari (il primo dopo 38 gare) il campionato può perderlo solo lei stessa.
Lo scontro diretto delle inseguitrici ha fatto contenta soprattutto la Juventus. Il Napoli si prende la rivincita per la sconfitta dell’andata e porta via i 3 punti dall’Olimpico contro la Roma e si porta a -2 riaprendo la sfida per il secondo posto. La gara ha capovolto lo stato d’animo delle due squadre. La Roma veniva da un periodo positivo e nel giro di tre giorni ha sperperato le ambizioni perdendo in Coppa Italia contro la Lazio e contro il Napoli in campionato, dicendo addio alle speranze scudetto. Al contrario la squadra di Sarri, che sembra essersi ripresa da un momento buio, dove aveva quasi abdicato su tutti i traguardi della stagione. Quello che accomuna entrambe da anni è l’incostanza e la capacità di gestire la stagione suddivisa sui tre fronti. All’Olimpico per 85’ si è visto un bel Napoli, che non appena la Roma gli ha concesso gli spazi, ha colpito con il suo gioco veloce e i due gol Mertens. La Roma invece nelle partite che contano, si perde, è irriconoscibile e contro il Napoli è affiorata la stanchezza di molti giocatori chiave e titolari che hanno un impiego costante, causa le scarse alternative della rosa, e nei tour de force non reggono i ritmi alti del gioco offensivo, il punto di forza della Roma. La qualità si è vista negli ultimi arrembanti 5’, quando la Roma ha quasi raddrizzato la partita (gol di Strootman, palo e traversa), anche con la collaborazione del Napoli inspiegabilmente sparito dal campo. Napoli e Roma sono fatte così, e nei rimanenti impegni, ritorno di Coppa Italia ed Europa, tutto è ancora possibile se il livello di gioco sarà alto e la condizione psicofisica reggerà per tutta la partita.
La lotta ai posti per l’Europa League è più affasciante e incerta. L’Atalanta, in stato di euforia dopo la vittoria di Napoli, fallisce l’esame di maturità. Davanti al proprio pubblico entusiasta frena la sua corsa, dopo quattro vittorie consecutive, contro una Fiorentina che veniva da prestazioni molto negative, ma che ha retto alle manovre offensive dell’Atalanta, facendo un passo avanti in difesa. Gara molto combattuta e dai ritmi alti, ma con le squadre incapaci di concretizzare la mole di gioco nell’area avversaria. Poche occasioni e giusto lo 0-0 finale. Approfitta del passo falso dell’Atalanta la Lazio che si regala il quarto posto solitario vincendo sul campo del Bologna. La Lazio è in ottima forma e sulle ali della vittoria nel derby di Coppa Italia, gioca una partita molto ordinata e tatticamente intelligente che sblocca e decide grazie a Immobile, tornato al gol con regolarità. Il gran merito di questo eccellente campionato è di Simone Inzaghi che con molta umiltà e capacità ha costruito una delle migliori squadre di serie A trovando il giusto assetto tra giocatori di esperienza e giovani di grande talento. A 4 punti dal Napoli un pensierino alla Champions è consentito, mentre in casa del Bologna il periodo è abbastanza buio e Donadoni, anche se non è ingarbugliato nella lotta salvezza, rischia l’esonero. Non perdono contatto le milanesi che vincono le gare sulla carta abbordabili. L’Inter dà un forte segnale sul campo del Cagliari e riscatta la batosta contro la Roma, segnando 5 reti e rilanciandosi teoricamente anche per la Champions a -6 dal Napoli. A Cagliari si è rivista l’Inter concreta e devastante in attacco che contro le piccole continua a fare il massimo dei punti. Ora deve mantenere questa mentalità vincente anche contro le grandi per sperare nel terzo posto, mentre il Cagliari gioca ormai con la tranquillità di chi sa che la salvezza è a un passo. Il Milan dà continuità ai risultati e batte con un ritrovato Bacca il Chievo a San Siro e lancia il suo messaggio al campionato. Montella ha ritrovato nella sua squadra la compattezza che ha contraddistinto il Milan nella prima parte della stagione, senza farsi pesare il futuro incerto della società. Dopo un inizio difficile, il Milan è stato bravo a interpretare la gara giocando una ripresa all’attacco, decidendo la partita con Bacca e Lapadula e gestendo il vantaggio con personalità. Un buon auspicio in vista della difficile gara di venerdì contro la Juventus.
Sta diventando un’agonia la sorte di Palermo, Crotone e Pescara per il resto del campionato. Le tre squadre sono con un piede e mezzo in B e nonostante l’Empoli continui a non fare punti, non riescono a dimezzare lo svantaggio sul quart’ultimo posto. Il Palermo gioca un buon primo, contiene e controlla le iniziative del Torino e sfrutta l’opportunità di andare in vantaggio con Rispoli. Nella ripresa gara di contenimento e speranza affidate a Nestorovski. L’illusione resiste fino al 75’ quando Belotti decide di salire in cattedra e segnare una tripletta in 7’ (sono 22 in campionato) e disilludere il Palermo. Per il Crotone si ripete il solito copione: tanta determinazione e tanto orgoglio non bastano per la vittoria e i calabresi recriminano per non avere sfruttato almeno una delle occasioni create contro un Sassuolo che non era nella giornata migliore. Il Crotone rosicchia un punto all’Empoli (sconfitto in casa dal Genoa), ma gli otto punti di distacco con un turno in meno restano sempre un ostacolo difficile da superare. La 1000° panchina in carriera di Zeman è amara. La Sampdoria non regala niente al Pescara, che tiene solo 45’ per poi cedere nella ripresa a un’arrembante Sampdoria che decide subito la gara e gioca un finale in scioltezza risparmiandosi in vista del derby. Elogio al Pescara, che nonostante la retrocessione sia cosa certa, prova a giocare le restanti gare con il massimo impegno.
G.S.
foto: Ansa