La Confederazione e i Cantoni sperano in una migliore protezione, i contrari parlano di “vaccinazione obbligatoria” e ingerenza dello Stato
Nei tre oggetti in votazione il 22 settembre, la nuova legge sulle epidemie mostra divergenze tra favorevoli e contrari. La legge dovrebbe permettere alla Confederazione di lottare con maggiore efficacia contro la diffusione di malattie come la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e di migliorare la protezione contro il vaiolo, il morbillo, il tifo e altre malattie simili. La Confederazione può ordinare la vaccinazione obbligatoria per alcune categorie di persone. Per il comitato referendario, guidato da Daniel Trappitsch, “la Confederazione si attribuisce troppi poteri nei confronti dei Cantoni” ed evidenzia le lacune giuridiche della legge, soprattutto per quando riguarda l’obbligo di vaccinazione. Inoltre i contrari vedono in quest’obbligo una terza divergenza: il favoreggiamento del lobbismo dell’industria farmaceutica e la forte influenza dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
L’obbligo è il punto più controverso e secondo i contrari i presupposti giuridici per la sua applicazione non sono definiti in modo chiaro. “L’obbligo è una forte ingerenza nella libertà dei cittadini”, ha spiegato Yvonne Gilli (Verdi), “Si può giustificare solamente con concetti giuridici definiti con molta precisione.” Il ministro della sanità, Alain Berset, ha respinto questa interpretazione: “Al contrario la nuova legge non prevede alcun obbligo”. In realtà nessuno potrà essere vaccinato contro la sua volontà e la legge restringe le possibilità d’intervento. Per i contrari si crea però una sorta di pressione indiretta a vaccinarsi, come nel caso di bambini non vaccinati che non sono accettati a scuola.
In futuro l’obbligo sarà dichiarato solo per determinate categorie di persone, come per il personale di un reparto in ospedale, o in casi di epidemie gravi e sarà limitato nel tempo. La possibilità di vaccinazione obbligatoria esiste già oggi, “ma non è mai stata utilizzata”, ha precisato Berset. Per Trappitsch il margine d’interpretazione della legge è molto grande, poiché è difficile definire i singoli gruppi e dichiarare quando la situazione diventa pericolosa per i cittadini.
Secondo Carlo Conti, presidente della conferenza dei direttori cantonali della sanità, la nuova legge porta altri miglioramenti. I ruoli di competenza tra Cantoni e Confederazione sono meglio definiti, così da permettere di evitare difficoltà di coordinamento vissute con le esperienze della SARS e dell’influenza suina. I contrari temono però l’influsso crescente dell’OMS, che aveva decretato l’allerta massima per la diffusione dell’influenza suina, quando in Svizzera questa malattia si è rilevata trascurabile. Berset ha precisato che la Svizzera manterrà la propria sovranità, poiché la legge regolerà solamente la collaborazione.
La revisione era stata accettata dalle due Camere del Parlamento con cospicue maggioranze, convinte dalla necessità della protezione della popolazione. I risultati del primo sondaggio di gfs.berna commissionato da SSR, rivelano che i cittadini non sono convinti degli argomenti sulla legge. Il 39% è contrario e il 12% è indeciso, mentre il 49% è favorevole. Il testo è sostenuto da quasi tutti i partiti, contrari invece i Verdi con il 53% dei suoi elettori. Il comitato del “no” ha anche il sostegno di elettori che non si riconoscono in nessun partito con il 46%.