Il 7 luglio, nel caos armato di oggi, si voterà per la Costituente, ma nessuno dubita della vittoria dei Fratelli Musulmani
Quando Putin ai primi di giugno si è incontrato con il presidente francese, François Hollande, e gli ha detto, in risposta all’ipotetico intervento militare in Siria, che ora la Libia sta peggio di prima, facendo riferimento al fatto che un’analoga situazione si potrebbe creare anche in Siria dopo una guerra sanguinosa, il presidente russo non diceva delle oscenità.
Il 7 luglio la Libia andrà alle urne per eleggere l’Assemblea costituente ma la situazione nel Paese post Gheddafi è disastrosa. Guardiamola attraverso gli occhi di un testimone d’eccezione, l’ex ambasciatore libico a Roma, Hafed Gaddur, il quale, nove giorni dopo l’inizio della rivolta contro il Colonnello, insieme ad un gruppo di altri ambasciatori in servizio all’estero, aderì alla rivoluzione. Allora, confessa Gaddur, pensava che una volta liberata d Gheddafi, la Libia sarebbe diventata la “Svizzera del Nord Africa”., Ora, dice, la situazione si presenta “drammaticamente diversa”.L’ex ambasciatore è stato appena prosciolto dall’accusa di essere stato “poco patriota” e “disonesto”, accuse tanto generiche quanto anonime. Questo giusto per un assaggio del clima che si respira nel Paese.
Ma veniamo ai fatti. Il 7 luglio, dunque, ci saranno le elezioni per l’Assemblea costituente e la battaglia è tra due schieramenti, di cui l’altro, quello che raggruppa le forze nazionali dell’Islam moderato, viene dato per perdente, schiacciato dall’altro schieramento che raggruppa i Fratelli Musulmani e il Fronte nazionale per la salvezza della Libia. Quale sia il programma di quest’ultimo schieramento è detto in qualche parola: vogliono per Costituzione la fotocopia della Sharia, cioè la legge islamica.
Si materializzano così tutti i timori che accompagnarono a suo tempo lo svolgimento degli avvenimenti in Libia: rovesciare Gheddafi pere affermare il potere islamico. Averlo sulla soglia di casa nostra non è certo una grande conquista. Fra non molto, infatti, l’Italia potrebbe avere come vicini non Paesi come la Svezia o la Norvegia o nazioni da cui si può imparare qualcosa, ma nazioni con cui abbiamo poco da guadagnare e tanto da perdere, anche perché i trattati e gli scambi commerciali con questi Paesi potrebbero essere sempre rimessi in discussione da instabilità politica o da minacce di vario genere. Del resto, un assaggio di cosa sarà il Nord Africa lo possiamo vedere con la recente vittoria del partito islamista (Fratelli Musulmani) in Egitto.
Dunque, per ritornare allo sguardo sul Paese attraverso gli occhi di Gaddur, dappertutto si registrano tuttora e continuamente scontri armati di un’inaudita violenza. Bengasi, ad esempio, da cui è partita la rivolta, è sotto stretto controllo degli integralisti islamici. Quando c’era Gheddafi, le televisioni straniere enfatizzavano le sparatorie tra gruppi, ora queste sparatorie a Bengasi sono la normalità quotidiana. L gente muore per vendette personali, uccisa da bande rivali. Gli ultimi attacchi riguardano il consolato americano e l’auto dell’ambasciatore inglese. Tutte notizie che sulla stampa non appaiono, la Libia e le macellerie che lì avvengono non interessano più nessuno. “Qualsiasi contrasto”, scrive Guido Ruotolo su La Stampa, “i bengasini lo risolvono con l’uso della forza”.
E’ probabile che la forma dello Stato che emergerà dalla Costituente sarà quella federale. In pratica, la Cirenaica e la Tripolitania si dividerebbero, ciascuna amministrata autonomamente ma unite nel nome della Libia. Questo, però, sarà un percorso tutto da costruire. Per ora è il caos, violento e armato. Le tribù sono in guerra fra di loro, non è una guerra verbale, è una guerra vera, con tanto di mitra, coltelli, bombe, granate e morti. La tribù Mashashia, dice Gaddur, che è stata al fianco di Gheddafi, si scontra con la tribù Gontran di Zintan, Misurata contro Taurga, perché schierata a suo tempo con Gheddafi. “Taurga deve sparire”, dicono i nemici. La stessa cosa accade nelle altre città. A Derna, regno dei fondamentalisti di Al Qaeda e degli integralisti islamici, tutti gli occidentali sono “nemici”. In pratica, gl’integralisti hanno occupato tutto ciò che c’era da occupare, sbaragliando i nemici. Sulla strada per l’aeroporto di Tripoli è stata recentemente ritrovata una fossa comune, con circa mille morti. Non si tratta di cadaveri del passato, sono persone giustiziate negli ultimi tempi. Un orrore.
C’era una volta la vecchia Libia del dittatore Gheddafi, certamente non un paradiso, anzi, ma gli orrori di oggi quasi la fanno rimpiangere.