Vari convegni recentemente hanno fatto il punto sulle attuali condizioni della lingua italiana. A novembre si è tenuta a Grono/GR l’assemblea del Forum per l’italiano in Svizzera, cui ha partecipato il Consigliere Federale di lingua italiana Ignazio Cassis, titolare del Dipartimento Affari Esteri. In dicembre si è svolta a Zurigo la conferenza “Il posto dell’italiano in Svizzera” con l’intervento, fra gli altri, di: Luciano Alban, presidente dei Comitati Italiani all’estero-Comites; Giulio Alaimo, Console italiano a Zurigo; rappresentanti delle Università di Zurigo, Losanna, Lugano; Maurizio Canetta, Direttore della Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana-RSI. Subito dopo, Claudio Marazzini, presidente della Accademia della Crusca, attiva dal 1582 a difesa della lingua italiana, ha presentato a Lugano il suo libro “L’italiano è meraviglioso: come difendere la nostra lingua”, insieme ad Alessio Petralli; docente presso l’Università della Svizzera Italiana-USI, direttore della Fondazione Möbius e membro di Coscienza Svizzera, entrambe importanti associazione elvetiche a difesa delle identità culturali e linguistiche. Questi incontri hanno evidenziato due criticità. La prima: difendere la promozione della lingua italiana come valore culturale. Inoltre: preservarne la integrità dall’assalto dei termini esteri. Iniziamo da questo secondo argomento. Tutelare la integrità di una lingua significa difendere i valori culturali che le sue parole esprimono. Tuttavia, riconosciamolo: nella odierna era digitale la informatica ha stravolto ogni formalità espressiva. Quindi é difficile opporsi alla contaminazione dei dizionari linguistici. Compreso quello italiano. Le nuove generazioni ormai si esprimono secondo le modalità della telefonia mobile. Che, ricordiamolo: nasce come mezzo per comunicare. Non per informare. Ovvio quindi che la informazione oggi sia fatta da brevi notizie integrate da discussioni nei social network. In un tale contesto diventa problematico anche conservare la integrità espressiva di una lingua. Meglio condividerne la evoluzione. E tutelarne i veri valori: quelli culturali. E’ proprio questo l’ obiettivo della diffusione della lingua italiana, la vera priorità evidenziata dai recenti convegni. Pur nella cronica insufficienza di sussidi e complessità di convivenza con altri idiomi, lo scopo di tutte le istituzioni accademiche, governative e dei media che promuovono la nostra lingua è di evidenziare il valore di comprendere la realtà secondo l’impostazione culturale italiana. Questo rende la promozione della nostra lingua un impegno che interessa tutta la società. I valori artistici, estetici, di espressione appresi con l’insegnamento della lingua italiana infatti forniscono a chi li condivide una capacità di integrarsi ed interpretare non solo la realtà sociale italiana. Ma anche estera. Lo ricordiamo, ai nostri lettori, per ben iniziare insieme anche questo nuovo anno.
NL TOMEI