“La chiarezza dei concetti e la sensualità delle descrizioni lo raggiungono attraverso l’inanellarsi musicale delle parole”. A dirlo e scriverlo (Amata scrittura, Rizzoli) è una delle scrittrici più amate e più interessanti dell’Italia dal dopoguerra fino ai nostri giorni. Dacia Maraini ha una formazione personale, culturale e professionale che le permette di esprimersi in maniera esauriente sul tema della scrittura. Al giorno d’oggi, infatti, tutti possono improvvisarsi scrittori, ma esserlo è un’altra cosa. E chi meglio di Dacia Maraini – autrice di testi di grande successo come La lunga vita di Marianna Ucrìa (Premio Campiello), Buio (Premio Strega), La nave per Kobe e il recente Chiara di Assisi:
elogio della disobbedienza (2013) – può svelarci i segreti di uno dei mestieri più affascinanti, difficili, contorti, piacevoli e sfaccettati come quello dello scrittore? Il mestiere dello scrittore può essere appassionante, coinvolgente, ma nello stesso tempo anche tormentoso e frustante, non tutti, infatti, sanno bene il lavoro che si cela nel trasformare un foglio bianco in concetti ben districati, facilmente comprensibili e possibilmente piacevoli alla lettura.
“I segreti del mestiere di scrittore, i meccanismi che si nascondono dietro una pagina di prosa o tra le righe di un testo poetico, le domande di chi ama leggere, i dubbi di chi fa delle parole la propria vita” sono i concetti che l’autrice ha già affrontato nel suo bellissimo testo sopracitato e che stanno al centro di una serie di incontri svizzeri (Zurigo, San Gallo, Locarno e Lugano) organizzati dall’Istituto di Cultura proprio con la scrittrice Dacia Maraini.