I ricercatori del politecnico Federale di Zurigo hanno messo a punto una nuova tecnologia che permetterà di avere un’altra fonte di energia piu’ ecosostenibile
Le ricerche sperimentali si macinano con velocità ma i risultati sono sempre più incoraggianti soprattutto tra gli esperti dell’ETH di Zurigo. E’ di pochi giorni la notizia, data dalla RSI, della riuscita di un nuovo esperimento che potrebbe mettere le basi per l’estrazione di carburante dall’aria e dalla luce solare in un vicino e plausibile futuro. Un futuro decisamente piu’ ecosostenibile per l’ambiente.
Il progetto, di cui è a capo il professor Aldo Steinfeld, è in fase di sperimentazione da oltre 10 anni e ha permesso di costruire una mini raffineria collocata sul tetto di una delle strutture universitarie zurighesi:” Produciamo combustili liquidi composti da due ingredienti – dichiara Steinfeld- ovvero la luce solare e l’aria. Il processo si distingue in diverse fasi di produzione.”
In una prima fase il team di collaboratori ha sviluppato un processo per filtrare l’anidride carbonica dall’aria e funziona in questo modo: i raggi solari vengono raccolti con l’intento di raggiungere temperature altissime per far dividere, a circa 1500 gradi, il carbonio presente nell’aria dal Co2 e per farlo unire al vapore acqueo. Con questa reazione dei soli elementi esistenti nell’aria e del calore del sole si ottiene un gas di sintesi che viene definito in laboratorio con il nome di Syngas. Ottenuta questa miscela di idrogeno e monossido di carbonio si hanno elementi che possono essere successivamente e con altri processi chimici trasformati in cherosene, metanolo e altri idrocarburi.
Nonostante si sia dimostrato che anche con le condizioni climatiche di Zurigo la reazione riesca ad avere successo (ad ora si riesce a produrre un decilitro di combustibile al giorno) si è costruito un reattore solare di maggiori dimensioni situato a Madrid per dimostrare che la produzione di carburante con questa metodologia puo’ essere efficace su larga scala. Il primo impiego potrebbe essere quello di produrre combustibile- nello specifico il carburante per aerei si chiama jet A1- per gli aeromobili.
Risolto quindi il problema dell’estrazione dai pozzi di petroli e dell’inquinamento globale? Non è tutto cosi’ facile. Per ora la produzione del combustile con questa tecnica è troppo costosa, quasi il doppio rispetto all’utilizzo del cherosene fossile tradizionale utilizzato regolarmente. Gli esperti dichiarano che senza un concreto aiuto dello Stato è molto difficile che questa nuova tecnologia prenda piede per essere utilizzata realmente. Andrea Wittmer – esperto di aviazione- propone: “Al posto di una tassa si potrebbe anche stabile che una percentuale di combustibile debba essere prodotto in questo modo oppure lo Stato potrebbe sovvenzionare questi combustibili”.
Dopo la lunga ricerca e i risultati incoraggianti ottenuti si deve affrontare la problematica dei costi per riuscire a proporre sul mercato questa estrazione a prezzi competitivi. Per questo una start up dell’ETH è stata creata proprio per far fronte a questa problematica.
foto: ETH Zürich / Alessandro Della Bella