In questo terzo anno di legislatura, mi è stato accordato per la quinta volta il titolo di Sindaco della Città di Onex e dunque di darne volto e voce. Poiché il ruolo di Sindaco è innanzitutto una questione di simbolo e rappresentanza.
Il nostro quotidiano non cambia: la nostra funzione è prima di tutto una questione di lavoro, si tratta di vedere, di volere e, soprattutto, si tratta di lavorare. Abbiamo prestato il giuramento «di essere fedeli alla Repubblica e Cantone di Ginevra; di ubbidire alla costituzione ed alle leggi e di adempiere coscienziosamente ai doveri del nostro incarico».
Accettando la nostra elezione abbiano accettato una responsabilità, vale a dire abbiamo accettato dei poteri ma soprattutto dei doveri. I membri del Consiglio amministrativo sono i primi servitori della nostra collettività. È perlomeno in questo senso che concepisco il mio impegno politico: servire le nostre concittadine ed i nostri concittadini, servire gli Onésiennes e gli Onésiens, vale a dire lavorare per loro, nel rispetto delle leggi, nel rispetto delle differenze e nel rispetto delle persone.
Il nostro compito primario è quello di amministrare il Comune, questo territorio che ci riunisce. In questo quadro, l’uguaglianza di fronte all’amministrazione è la nostra prima missione. L’amministrazione pubblica di Onex ha per vocazione il servire i suoi abitanti, rispettando i bisogni della più parte e proteggendo i più deboli. Poiché la qualità di una società si misura in base alla situazione dei più fragili dei suoi membri. Siccome vogliamo il meglio per la nostra Città, noi vogliamo il meglio per i più deboli tra di noi.È necessario ricordare il mio quotidiano, i servizi di cui mi occupo e la funzione che non cambia con il fatto di diventare Sindaco: innanzitutto, si tratta di un lavoro per gli Onésiennes e gli Onésiens. Mi sembra importante riaffermarlo soprattutto nel momento in cui il mondo politico perde sempre più fiducia da parte degli abitanti e dove le parole «tutti corrotti», «pensano solamente al loro ego», o addirittura delle espressioni meno gentili, prosperano sui social network e nei dibattiti politici.
Tutti gli eletti hanno questa responsabilità: il primo dei nostri doveri è di non promettere la luna se non si è capaci di donarla e di parlare con sincerità alle Onésiennes e agli Onésiens. Anche se a volte certi elettori preferiscono chi è abbagliante piuttosto a chi diffonde la luce! Solitamente non dura, dato che cedere alla demagogia significa indebolire la democrazia!
Essere Sindaco vuol dire portare avanti e sostenere delle scelte che non possono piacere a tutti. È un impegno verso il bene della maggior parte, è anche dare i mezzi per farsi ascoltare a quelle e a quelli che non hanno voce, o che pensano di non avere voce in capitolo. Talvolta è altresì mettere a tacere quelli che li soffocano.
10 anni fa, il 1° giugno, ho iniziato questo lavoro. È con la medesima convinzione e motivazione che metto le mie competenze e la mia forza ancora una volta al servizio degli Onésiennes e degli Onésiens nel corso di quest’anno da Sindaco. Per una migliore giustizia sociale, per una Città che aiuta e che sostiene, che funziona per i suoi abitanti, per coloro che non accendono l’odio e l’esclusione, che apporta cultura, e che riduce le disuguaglianze. Per una città di progresso.