Il surreale avanspettacolo politico attuale che si tinge di giallo “spiegato” in tre atti
Atto 1. Scena I
Italia, caldissimo giugno. Sullo sfondo criticità nazionali e internazionali con l’emergenza siccità che sta distruggendo gran parte del settore agricolo, il mal contento popolare generale a causa dei rincari, la guerra sul fronte ucraino che avanza minacciosa. Il già arzigogolato governo tecnico presieduto da Mario Draghi deve affrontare un nuovo colpo: il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, annuncia la sua uscita dal Ms5 portando con sé vari esponenti e decretando di fatto una tale crisi interna al MoVimento che non ha precedenti. Si vocifera che l’ex leader pentastellato mal sopporti Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio da lui stesso scelto e appoggiato durante il governo di alleanza giallo-verde prima e giallo-rosso dopo; nonché attuale leader dei 5stelle. I più maligni, invece, fanno riferimento alla scadenza del famoso “vincolo del doppio mandato”, una “regola” di stampo grillino che non permette ai politici di restare in carica oltre due mandati.
Scena II
Roma, giorni immediatamente successivi all’annuncio di Di Maio. La scissione all’interno del M5s è grave tanto che necessita un intervento dall’alto. Giunge così Beppe Grillo, ex comico (o forse no), creatore e “garante elevato” del MoVimento. Affronta i giornalisti che lo attendono con risposte stizzite, senza neanche ascoltare le domande: “che ti sei fumato?” incalza ad uno. Crea confusione al suo passaggio, si lascia andare in battute e gag tipiche del suo personaggio: “vado adesso da Conte a convincerlo a restare perché è andato con Di Maio”. Dopo vari incontri il garante Grillo sparisce lasciando la solita scia di confusione, risposte criptate, tra il serio e il faceto, e soprattutto anche una sorpresa.
Atto 2. Scena I
Madrid, museo del Prado. Il Presidente del Consiglio italiano è agli ultimi appuntamenti dei vertici Nato nella capitale spagnola, dove si è tenuto lo storico incontro dell’Alleanza atlantica che certifica la caduta del veto turco all’ingresso di Finlandia e Svezia. Visibilmente stanco, durante la visita guidata al museo, si discosta dal gruppo dei leader della Nato e seduto da solo viene ritratto da uno scatto mentre parla al telefono. Da lì a poco, Mario Draghi lascerà anticipatamente i vertici Nato per raggiungere l’Italia, dove è appena scoppiata una bomba all’interno della maggioranza di governo e qualcuno ha fatto il suo nome.
Scena II
Italia. Studi di Radio uno. Durante la trasmissione “Un giorno da pecora” interviene il noto sociologo Domenico De Masi che, spiazzando perfino i due conduttori, afferma che il Presidente del Consiglio avrebbe sollecitato Grillo per rimuovere il leader del M5s, Giuseppe Conte. Un noto quotidiano indaga sulla questione e pubblica un’intervista dove il sociologo conferma quanto detto e aggiunge particolari e retroscena della conversazione con Grillo sulle pressioni che il premier gli eserciterebbe, cosa che il Grillo garante avrebbe “confidato” anche ad altri parlamentari pentastellati. È il caos e Giuseppe Conte si dice “sconcertato” di fronte queste dichiarazioni che lui stesso aveva già appreso dal Garante. Si alza il polverone sulla questione, ognuno commenta e argomenta sull’accaduto tranne Draghi, Grillo e tutti gli altri parlamentari che avrebbero ricevuto la stessa confidenza.
Atto 3. Scena 1
Italia, conferenza stampa dopo Cdm. Mario Draghi è rientrato nottetempo dal vertice Nato di Madrid. I soliti maligni attribuiscono questo rientro anticipato al subbuglio interno al M5s a causa di qualcosa che lui avrebbe detto. Affronta le domande con l’aplomb che lo contraddistingue. “Io non ho mai fatto queste dichiarazioni. Mi dicono che ci sarebbero dei ‘riscontri oggettivi’: vediamoli, li aspetto. Non entro e non ho neanche mai pensato di entrare nelle questioni interne di un partito. Anche Grillo se non sbaglio ha smentito ieri sera, comunque. Io lavoro essenzialmente, come tutti i membri del governo, per l’interesse degli italiani e francamente non capisco perché mi si voglia tirar dentro in questa faccenda. È una cosa che mi è estranea completamente, per questo non riesco a capire il motivo di volermi tirare dentro questa faccenda. In ogni caso – specifica il premier – sono in contatto con Conte”. Se da un lato Draghi risponde con sicurezza e chiede “riscontri oggettivi” della questione, dall’altro, con la solita ambiguità, Grillo aveva già licenziato la vicenda etichettandola come semplici “storielle”: “Coprite con le vostre storielle, la verità”, ha risposto il Garante a chi gli domandava delle affermazioni del sociologo Domenico De Masi.
Scena II (finale?)
Alla luce di quello che sta accadendo, mentre ancora si sta in attesa dei riscontri oggettivi che dovrebbero mettere un punto al pietoso giallo politico di fine giugno, Mario Draghi rassicura tutti quanti: “Il governo non rischia perché l’interesse nazionale e degli italiani è preminente. Il Governo è stato formato per fare e questa è la condizione che ha per fare. Il Governo non si fa senza i 5 stelle, questa è la mia opinione”. “I Cinque Stelle danno un contributo importante e sono certo che continueranno a darlo nei prossimi mesi. Conte ha confermato che non è intenzionato ad uscire dal governo e a dare l’appoggio estero quindi mi baso su questo”, ha aggiunto Draghi. Tutto apposto, dunque, anche se il giallo rimane irrisolto, dopotutto siamo abituati a manine che manipolano decreti per poi sparire nel nulla. È la politica che muove i social e tutti i leoni da tastiera che in questo momento impazzano! Su tutti spicca il post di un tale “Frank” che scrive un art. 1 illuminante: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul pettegolezzo. La sovranità appartiene a chi ne inventa di più, che la esercita nelle forme e nei limiti del cavolo che gli pare” (cit. ovviamente!)
Redazione La Pagina