Per quattro economie domestiche povere su cinque i costi dell’alloggio costituiscono un onere eccessivo
“Avere un tetto sopra la testa, un’abitazione dove sentirsi a proprio agio, è un bisogno fondamentale. Poter trovare un alloggio adeguato è pertanto un aspetto cruciale della garanzia del minimo vitale nonché un obiettivo sociale sancito nella Costituzione federale. È allora lecito chiedersi se tale obiettivo sia raggiunto e se le economie domestiche che vivono in condizioni di povertà o precarietà abbiano accesso ad alloggi adeguati”, si legge nel rapporto su “La situazione dell’alloggio in Svizzera”, pubblicato dall’Ufficio federale delle abitazioni e l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali.
Per valutare se l’offerta di alloggi è adeguata, lo studio ha preso in considerazione cinque aspetti: i costi, le dimensioni, la qualità, l’ubicazione e la sicurezza dell’alloggio.
I risultati
Secondo lo studio per l’83,5% delle economie domestiche povere e il 57,1% di quelle in situazione di precarietà l’offerta di alloggi è inadeguata. Tra le economie domestiche povere la percentuale è quattro volte più elevata rispetto alla popolazione nel suo insieme. La causa principale del problema sono le spese di alloggio troppo elevate. L’82% delle economie domestiche povere e il 48,9 di quelle in situazione di precarietà spendono oltre il 30% del reddito lordo per l’affitto, il che costituisce un onere eccessivo. Un’analisi di sensibilità mostra l’importanza del valore limite per le spese di alloggio. Infatti, se tale limite fosse fissato al 25% del reddito lordo, allora l’affitto costituirebbe un onere eccessivo per il 90,2% delle economie domestiche povere, mentre se fosse fissato al 35%, la quota scenderebbe al 67,7%.
Rispetto alle spese di alloggio, le dimensioni insufficienti, la scarsa qualità o l’ubicazione sfavorevole dell’alloggio sono più raramente responsabili di un’offerta di alloggi inadeguata. Ciò nonostante, quasi un’economia domestica povera su quattro è confrontata con questo problema a causa di due o tre aspetti concomitanti che non raggiungono il valore minimo. Concretamente: il 12,6% delle economie domestiche povere e l’8% di quelle in situazione di precarietà vivono in appartamenti troppo piccoli; il 7,5% delle economie domestiche povere e il 7% di quelle in situazione di precarietà devono accontentarsi di alloggi di scarsa qualità; e il 12,4% delle economie domestiche povere e l’11,5% di quelle in situazione di precarietà abitano più spesso della media in zone che ostacolano la partecipazione alla vita sociale. Tra il 2007 e il 2012 la situazione è rimasta pressoché invariata. Rispetto al 2007, le economie domestiche che vivono in appartamenti sufficientemente grandi sono leggermente aumentate, ma è cresciuto anche il numero di quelle che abitano in una posizione sfavorevole.
Il problema dell’alloggio è un fenomeno perlopiù urbano. Fatta eccezione per l’aspetto dell’ubicazione, infatti, le economie domestiche povere che vivono nelle zone urbane hanno condizioni di alloggio peggiori rispetto a quelle che vivono nelle zone meno densamente popolate.
Per un terzo delle persone sole e delle famiglie monoparentali l’offerta di alloggi è inadeguata
Non tutti i gruppi sociali ad alto rischio di povertà sono interessati in ugual misura dai problemi di alloggio. A trovarsi in questa situazione sono molto spesso le persone sole con meno di 65 anni (31,2%), le famiglie monoparentali (37,4%), ma soprattutto le economie domestiche composte da persone di origine straniera (42,8%): tra queste ultime, l’incidenza è oltre due volte superiore a quella rilevata tra le economie domestiche svizzere (17,9%). Per le persone provenienti dall’estero i principali problemi sono le dimensioni esigue delle abitazioni (23%) e le spese di alloggio troppo elevate (20%).
Anche tra i beneficiari di rendite di vecchiaia il numero di persone con problemi di alloggio è superiore alla media (38,9%). Nella maggior parte dei casi (30,5%), questa situazione è riconducibile all’onere eccessivo delle spese di affitto. Tuttavia, malgrado il reddito esiguo, le economie domestiche composte da pensionati possono contare sulla sostanza che hanno accumulato. Il presente studio mostra che solo una piccola parte dei beneficiari di rendite di vecchiaia compensa le elevate spese di alloggio con la propria sostanza. Anche considerando questo elemento, infatti, la quota di pensionati con spese di alloggio eccessive diminuisce solo di 3,3 punti percentuali.
Aumentare l’offerta di abitazioni a pigione moderata per una maggiore sicurezza dell’alloggio
L’analisi quantitativa e la valutazione delle interviste con gli esperti forniscono alcune indicazioni su come affrontare le due principali problematiche identificate nel presente studio, ossia la carenza di alloggi a pigione moderata e di dimensioni adeguate, e la difficoltà delle persone povere o in situazione di precarietà a trovare appartamenti a basso costo e a mantenerli per un lungo periodo. Il problema dell’accesso a questo tipo di alloggi potrebbe essere risolto in tempi brevi aumentando gli importi massimi per le spese di pigione nell’aiuto sociale e nelle prestazioni complementari all’AVS e all’AI (PC), ma questa correzione rischierebbe di indurre i proprietari ad aumentare i canoni di affitto, aggravando ulteriormente l’onere delle spese di alloggio. Un’altra soluzione sarebbe quella di aumentare l’offerta di alloggi a pigione moderata, per esempio promuovendo maggiormente la costruzione di abitazioni di questo tipo, in particolare di alloggi di pubblica utilità. In tal caso, occorrerebbe però rivedere le relative modalità di assegnazione dato che, secondo gli esperti, spesso le economie domestiche povere non riescono ad accedervi.
Apertura del mercato immobiliare, anche alle economie domestiche con procedure esecutive in corso
Dalle interviste con gli esperti emerge che la politica sociale si dedica ancora troppo poco al tema dell’alloggio. Molti collaboratori delle organizzazioni sociali sono assolutamente consapevoli dell’importanza che riveste una situazione abitativa buona e sicura per tutti gli altri ambiti di vita. Spesso, tuttavia, mancano le conoscenze o i margini d’azione necessari nel diritto di locazione e nel mercato immobiliare per affrontare questa problematica, come pure servizi specializzati, dotati di risorse sufficienti, che aiutino soprattutto le persone povere o in situazione di precarietà nella ricerca di un appartamento in mercati surriscaldati.
Fonte: Ufficio federale delle abitazioni
Ufficio federale delle assicurazioni sociali