Ci sono buone notizie dal fronte della medicina e riguardano proprio una malattia che è tra le più temibili, la sclerosi multipla: una malattia autoimmune neurodegenerativa del sistema nervoso centrale, che colpisce più di due milioni e mezzo di persone nel mondo, tracui circa 57 mila italiani, in particolare nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni.
È una malattia con decorso progressivo, con ricadute e miglioramenti, ma le ricadute sono sempre più gravi.
Ecco la descrizione che ne fa il neurologo Giancarlo Comi, uno dei medici più famosi al mondo (e dopo vedremo perché): “La forma recidivante-remittente è di gran lunga la più frequente: circa l’85% dei malati presenta questo tipo di decorso nei primi anni di malattia. È contraddistinta dal susseguirsi di attacchi ad intervalli di tempo assai variabili che provocano disturbi come addormentamento di una parte del corpo, difficoltà di movimento, sdoppiamento e annebbiamento della vista, vertigini.
Gli attacchi sono seguiti da un recupero più o meno completo, ma con l’avanzare della malattia molti pazienti iniziano ad accumulare disturbi uno dopo l’altro e la malattia assume un decorso progressivo”, potendosi evolvere fino alla paralisi.
A proposito di tale patologia arrivano notizie confortanti. Nel dicembre scorso sono stati presentati integralmente due studi sul “New England Journal of Medicine”.
Il primo studio si chiama “Transforms” ed è stato condotto su 1.292 pazienti, mentre il secondo si chiama Freedoms ed è stato condotto su 1.272 pazienti. Quali sono i risultati? Gli studi sono stati presentati per la registrazione di un farmaco sia negli Usa (Fda), sia in Europa (Emea).
Dunque, questo farmaco, una pillola, potrebbe essere messo in commercio già nel 2011. Si tratta della prima pillola contro la sclerosi multipla, da prendersi una volta al giorno. Niente più iniezioni o flebo. Il principio attivo, il fingolimod, agisce bloccando i globuli bianchi che innescano l’infiammazione e provocano danni al sistema nervoso centrale.
Questo principio attivo non guarisce dalla malattia, non è al momento risolutivo, però “congela” la progressione del male. Ecco le cifre sulla durata del congelamento della malattia. Lo studio “Transforms” ha avuto come esito che dopo un anno con il fingolimod da 0,5 milligrammi le ricadute della malattia si sono ridotte del 52% rispetto alla cura tradizionale (interferone beta-1a per iniezione intramuscolare). Nello studio “Freedoms” il tasso di ricadute dopo due anni si è ridotto del 54% con la dose da 0,5 milligrammi e del 60% con la dose da 1,25 milligrammi.
Questo farmaco, poi, non solo ha diminuito il rischio di progressione della disabilità, ma ha ridotto anche in modo significativo le lesioni cerebrali. Questi sono stati i risultati incoraggianti ottenuti dai due studi.
Il dottor Giancarlo Comi, coordinatore dei 22 centri italiani che hanno partecipato allo studio “Transforms” con 250 pazienti, fa parte anche dello “Steering Committee” che ha seguito i due lavori a livello internazionale.
Se, insomma, abbiamo anche noi rilanciato la notizia concernente questa malattia, è perché le speranze non si fondano su ipotesi, ma su studi scientificamente già sperimentati e che porteranno probabilmente, come anticipato, alla commercializzazione del farmaco nel 2011. Intanto, l’annuncio di questa nuova pillola è stato dato insieme a quello che riguarda una terza sperimentazione per verificare gli effetti della cura dopo tre anni.
I primi pazienti trattati con il fingolimod sono in cura da sei anni con “ottimi risultati”, l’unico inconveniente è che nei pazienti è stato riscontrato un aumento di infezioni polmonari.
Il principio attivo, come abbiamo detto, non guarisce dalla sclerosi multipla, ne congela però la progressione e i danni alle vie nervose. Non è poco, anche perché la strada battuta potrebbe essere di quelle che possono portare ad ulteriori risultati.
3 commenti
La storia della pillola per la SM è vecchiotta,, saranno già un paio d’anni che voveva essere pronta e non lo è mai.
La vera novità nel settore è rappresentata dall’individuazione dei dott.Zalvi e Zamboni, di una nuova patologia (denominata inzufficienza cerebro arteriosa) in acronimo CCSVI, la cui eliminazione, con un semplice intervento di angioplastica, migliora enormemente le condizioni di vita dei pazienti.
Il rilancio della notizia della pillolina è avvenuta in concomitanza con il primo convegno sulla CCSVI tenutosi a Vicenza il 23 gennaio scorso, in modo da oscurarne la portata.
Perchè non parlate anche di questa scoperta? c’è una fondazione Hilarescere sul cui sito si può trovare molta documentazione.
Andrea Rossi Espagnet
Può essere una buona notizia, a dir la verità non nuova per chi vive davvero la malattia e poi c vorranno almeno 2 anni per la commercializzazione e decenni per una sperimentazione vera ke è quella ke facciamo noi malati sulla nostra pelle. La novità vera è la scoperta di 2 medici indipendenti italiani (Zamboni e Salvi) riguardo la stretta relazione fra sm e CCSVI(insufficenza venosa cerebro-spinale), scoperta che ha ricevuto giusti riconoscimenti e richiesta di approfondimenti da tutto il mondo, solo in Italia la notizia non riesce ad avere una visibilità adeguata alla portata rivoluzionaria dell’approccio riguardo alla malattia e alla sua cura.
W la ricerca scientifica libera!!!
Il farmaco e’ in fase 3 di sperimentazione, noi malati lo sappiamo da anni e non verra’ commercializzato prima del 2011. Perche’ questa notizia sia venuta fuori proprio in questo periodo e’ una strana coincidenza, sembra proprio che voglia offuscare la scoperta dei Zamboni e Salvi sulla CCSVI, che viene osteggiata in ogni modo dai media, soprattutto italiani. Questa scoperta, infatti, fa paura: paura che noi possiamo guarire e che le big pharma possano vedere diminuire i loro profitti, che i neurologi (spesso foraggiati proprio dalle multinazionali farmaceutiche) possano perdere un po’ di pazienti. Non ci si rende conto degli interessi economici che girano intorno alla nostra malattia, a questi signori interessa solo che noi rimaniamo malati.
E poi in un paese dove il ministro della salute e’ marito del direttore generale di Farmindustria, come si fa e sentirsi tutelati?