Ormai è una voce fondata, si tratta di una possibile crisi di governo, o almeno una “quasi” crisi. Da qualche tempo, infatti, si sono fatte sempre più consistenti istanze di Matteo Renzi che mette in discussione la leadership di Giuseppe Conte.
Già prima di Natale, il 17 dicembre, infatti, il leader di Italia Viva aveva lanciato l’allarme con una lettera inviata al presidente del Consiglio dove esprimeva tutte le sue perplessità sull’attuale Governo. Alle motivazioni della lettera Renzi ha avanzato anche diverse altre motivazioni che mettono in discussione la validità di questo Governo, a cominciare dal MES e del piano italiano per il Recovery Fund, della scuola, la delega ai servizi segreti e infine, adesso, anche il piano vaccini, insieme a tanto altro. Vediamo cosa chiede il leader di Iv:
Recovery Fund
È nel “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, cioè il piano messo in piedi per gestire il Recovery Fund che Matteo Renzi trova le prime motivazioni per mettere in discussione il Governo Conte II. Italia Viva, infatti, non ammette l’idea che non ci sia un controllo democratico sulle decisioni di come gestire gli oltre 200 miliardi di euro del Recovery Fund, che arriveranno nei prossimi anni sotto forma di prestiti e sussidi. L’idea di Conte, infatti, era quella di creare un organismo, controllato da lui, e composto principalmente da tecnici controllati a loro volta da manager con l’unico scopo di gestire il Recovery Fund. Al piano definito “senz’anima” del Governo, inoltre, Renzi contrappone un suo piano modificato chiamato con l’acronimo “CIAO” che sta per Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità, dove precisa che bisogna creare delle opportunità e non sussidi, poiché gran parte del denaro che arriverà sarà sotto forma di prestito che nel tempo si tramuterà in debito per il nostro Paese.
MES e sanità
Renzi contesta i 9 miliardi destinati alla sanità considerandoli pochi, per questo propone di finanziare la spesa sanitaria con il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), cioè i fondi messi a disposizione per contrastare la crisi sanitaria scaturita dalla pandemia, che per l’Italia si aggirerebbero intorno ai 36 miliardi di euro. I soldi del MES hanno tassi di interesse vantaggiosi per l’Italia e la condizione principale è che siano utilizzati esclusivamente per spese sanitarie. Fino adesso non sono stati utilizzati per paura che in futuro la Commissione Europea possa chiedere condizioni più severe di quelle attuali.
Delega ai servizi segreti
Come il Pd, anche Renzi chiede a Conte di delegare la competenza sui servizi segreti a persone di fiducia, come hanno fatto sempre i presidenti del Consiglio da quando, nel 2007, esiste appunto l’Autorità delegata (ad eccezione di Gentiloni per la brevità del mandato). “Io mi sono avvalso della collaborazione istituzionale di Minniti, Monti ha lavorato con De Gennaro, Berlusconi con Letta: tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore – afferma Renzi rivolgendosi al diretto interessato – L’insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell’Autorità delegata è inspiegabile. L’intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno: per questo ti chiediamo di indicare un nome autorevole per gestire questo settore”. La situazione internazionale in cui ci troviamo in questo momento, inoltre, rafforzerebbe la richiesta di una delega ai servizi segreti.
Scuola
Proprio in questo momento il tema scuola sta facendo discutere per via delle indecisioni palesate in questi giorni sull’apertura o meno, sulla ripresa o no delle lezioni e quando. Nella notte è stata battuta l’agenzia con la notizia che le scuole superiori non riprenderanno subito dopo le vacanze natalizie, ma almeno 11 gennaio, e queste indecisioni sono tra le motivazioni elencate da Renzi che chiede di fare un piano sulla scuola, che metta in condizione la scuola di riaprire davvero e che tenga conto della questione del tracciamento, del trasporto pubblico e dei vaccini, tra le altre cose. Solo in questo modo, afferma il leader di Italia Viva “le scuole si riaprono, sennò le apri e le richiudi”.
Vaccini
Con l’inizio della campagna vaccinale, anche il tema “vaccini” entra nelle questioni della crisi di governo innestata da Renzi, che da tempo suggerisce la messa in campo dell’esercito invece che di un “manager di stato” facendo riferimento al caso calabrese del commissario Arcuri. Alla voce di Renzi si affianca quella della ministra Bellanova per la quale è evidente “l’insufficienza e la poca chiarezza sul piano vaccinale. Se si vuole uscire da questo stallo dando un messaggio chiaro ai cittadini c’è un solo modo: continuare il puntuale tracciamento e far chiarezza sul piano vaccinale”.
Per Matteo Renzi, i vaccini rappresentano in questo momento la priorità. “La velocità del vaccino salva la vita, come sanno in Israele. È per questo che mesi fa avevo chiesto un piano vaccinale per tempo, senza che a gestirlo fosse sempre e soltanto il commissario Arcuri, ribattezzato Superman dal Governo. Quando avanzai questa proposta mi dissero che non era il momento delle polemiche. Ma non è colpa nostra se diciamo le cose prima e non ci ascoltano. Del resto, se ci fosse oggi un rapporto diverso tra Stato e Regioni – come pure avevamo proposto qualche anno fa – le cose sarebbero molto più semplici ed efficaci. A Napoli, mezzo secolo fa, vaccinarono contro il colera un milione di persone a settimana. In Israele corrono e vaccinano a più non posso, anche con un governo dimissionario. Perché in Italia andiamo a rilento? Se servono più risorse, c’è il Mes. E se avessimo preso il Mes sei mesi fa oggi avremmo più vaccinati. Semplice, no?”
Cosa succederà
Non è chiaro se una crisi di governo è già in atto o dietro l’angolo, la cosa certa è che Matteo Renzi, con il suo esiguo 3%, è riuscito a mettere in discussione la maggioranza di governo, ma nello stesso tempo dichiara di non cercare né poltrone né rimpasti. Quando però gli figurano un eventuale scenario con l’ex presidente della Bce al comando, afferma che “a Palazzo Chigi c’è un presidente del Consiglio e si chiama Conte”, ma ricordiamo anche la celebre fase che Renzi rivolse a Letta, “stai sereno”, prima di prendere il suo posto. Quella di Mario Draghi sarebbe una possibilità circolata in questi giorni insieme all’idea di un governo di larghe intese sostenute anche dalle opposizioni, ma si tratta di uno scenario poco accreditato.
I possibili scenari
Se Conte accetta le richieste di Italia Viva, si potrà parlare di un rimpasto senza crisi con la possibilità di una modifica della squadra di Governo e con maggior spazio per Iv. Un ulteriore scenario, invece, sarebbe quello del cosiddetto “Conte Ter”, ovvero una crisi istituzionalizzata con un nuovo incarico per Conte, una nuova squadra di governo, un nuovo programma e l’ipotesi di due vicepremier (Di Maio e Franceschini). Ma ci sarebbe un’ulteriore possibilità, la peggiore per Conte, sarebbe quella che vede la stessa maggioranza ma senza Conte, con un nuovo leader del Pd o M5s. Potrebbe esserci anche la possibilità di tornare al voto, ma a nessuno dei partiti della maggioranza converrebbe poiché, secondo i sondaggi, l’opposizione avrebbe la meglio. Le trattative sembrano essere ormai aperte.
“Sul Recovery, sul Mes, sull’intelligence, sulla scuola, sull’alta velocità, sul garantismo, sul ruolo internazionale dell’Italia e sulla presenza nel Mediterraneo, sul rapporto con gli Stati Uniti, sul lavoro e il reddito di cittadinanza, sulla crescita, sullo stile istituzionale ho argomentato idee diverse. Non è un fatto personale, si chiama politica. E ho messo nero su bianco le nostre riflessioni per evitare che fossero sostituite dalla “narrazione” dei portavoce. Il Premier ha detto che verrà in Parlamento in modo trasparente. Lo aspettiamo in Senato”, ha scritto in proposito Matteo Renzi sulla sua ultima Enews.