Cosa succederà? Una domanda che quasi tutti si stanno facendo oggi sull’esito del nostro futuro. Non è rivolto certamente alla sorte del caro vecchio Böögg che oggi, nella conclusione dei festeggiamenti della tradizionale Sechseläuten, andrà incontro a sorte certa, decretando col suo sacrificio l’andamento dell’estate svizzera. Ma “cosa succederà adesso?” è la domanda che ricorre in maniera sempre più preoccupante dalla notte dell’attacco dell’Iran contro Israele. E oggi è attesa una risposta poiché il gabinetto di guerra israeliano è in riunione in questo momento per decidere la sorte di questo conflitto.
Le ipotesi sono molteplici, ma tutte non porterebbero a nulla di buono. Da tutto il mondo intorno si cerca la mossa che possa portare alla conseguenza più indolore, difficilissimo. Si è in un punto di non ritorno, con una guerra che sta uscendo dall’ombra e purtroppo le conseguenze non sembrano portare mai a quello che serve: la pace.
L’attacco dell’Iran iniziato nella notte di sabato 13 aprile, quando sono partiti centinaia di droni e missili da crociera e balistici – pare più di 300 – verso Israele è l’attacco massiccio dell’antico nemico di risposta all’attacco all’ambasciata iraniana di Damasco, dove morì tra gli altri Mohammad Reza Zahedi, un importante generale delle Guardie rivoluzionarie, oltre che per l’uccisione nella Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano di tre figli adulti di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, gruppo alleato dell’Iran. Si tratta di un attacco nei confronti del territorio israeliano senza precedenti ma non a sorpresa, era infatti atteso da tempo perché il regime iraniano aveva già avvisato che quelle morti sarebbero state vendicate. È grazie al sofisticato sistema antimissile israeliano “Iron Dome”, ma anche grazie l’uso di aerei da guerra, che Israele ha intercettato ben il 99% di questi missili e droni prima ancora di entrare nel territorio israeliano, con l’aiuto soprattutto degli Usa e della Gran Bretagna. Per fortuna, dunque, questa volta l’attacco non ha portato conseguenze imminenti in termini di vittime e civili. Il problema adesso è la risposta: Israele lascerà l’attacco senza risposta?
Il sistema politico israeliano aveva subito detto di voler rispondere all’attacco, ma non sa in che misura né in che modo, il che lascia trasparire indecisione che senza dubbio è dovuta dalla volontà americana di non voler supportare alcuna risposta israeliana.
Non è certo una sorpresa che una tale situazione tiene ancora di più col fiato sospeso il mondo intero, la stessa notte dell’attacco israeliano si è confrontato il G7 sulla situazione, come ha spiegato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha affermato che la valutazione unanime è un appello chiaro: “L’Iran deve archiviare questa aggressione” e nello stesso tempo, Israele deve partecipare alla de-escalation. Anche Binden ha da subito condannato l’attacco, ma soprattutto spinge per non rispondere e per non fare impennare in maniera eccessiva il conflitto. Dopotutto, è evidente che quella dell’Iran è stata una reazione controllata, non a caso è stata ampiamente annunciata. I droni e i missili utilizzati, da crociera e balistici, ci hanno messo diverse ore per arrivare all’obiettivo e sono stati individuati e abbattuti ben prima (soprattutto dagli Usa), verrebbe voglia di dire: a questo punto, pari e patta? La risposta all’attacco all’ambasciata iraniana in Siria è stata data, Israele è riuscito a difendersi, dunque perché continuare ancora rischiando di complicare all’estremo lo scenario già critico del Medio Oriente?
Sembra che dietro l’azione di Teheran ci sia un chiaro messaggio rivolto al mondo intero: i fanatici iraniani volevano dare una risposta per avvisare che sono pronti e ben forniti per eventuale escalation, ma hanno voluto essere responsabili, tanto che l’Iran esorta l’Occidente ad “apprezzare la moderazione” con Israele, ovvero si può fare di peggio. Cosa succederà lo si saprà nelle prossime ore, come dicevamo, visto che è in atto la riunione di gabinetto di guerra israeliano sulla eventuale risposta all’attacco dell’Iran. La domanda è sempre la stessa, ma la risposta che tutti attendiamo è sicuramente “non risposta”…
Redazione La Pagina