Stiamo vivendo un periodo di straordinarie novità. Periodo nel quale i giovani assumono una importanza ed un protagonismo che comincia a dettare l’agenda del futuro. Gli accadimenti nell’area Mediorientale, in Egitto, in Tunisia ed in Libia sono la testimonianza di una nuova stagione di cambiamenti che vede i giovani al centro di percorsi nuovi e democratici. Una vera e propria rivoluzione gentile che i regimi cercano invano di reprimere con l’orrore e la violenza. I giovani chiedono futuro, e lo fanno con modalità veloci ed imprevedibili. Una generazione che twitta, googla, si incontra sulle piazze di face book, che è in grado di raggirare il filo spinato dei regimi posto ad oscurare internet con ingegnosi sistemi che incatenando proxy ristabiliscono la linea e la capacità comunicativa. Una rete di comunicazione anche video veicolata dai cellulari in tutto il pianeta. Quando si muovano questi giovani portano con loro le madri ed i padri, che stanchi di subire ingiustizie e disperati perché non vedono un futuro limpido sostengono i propri figli a volte subendo insensati lutti. La violenza dei bombardamenti cui abbiamo assistito in Libia è un vero crimine contro l’umanità. E’ una rabbiosa reazione che uccide il futuro perché quando si spara su dei giovani inermi si ammazza ciò che essi potenzialmente potrebbero diventare. Scienziati, medici, professori, tecnici, potenzialmente essi sono il futuro del pianeta e quindi spezzare le ali dei giovani vuol dire impedire al pianeta di spiccare il volo all’insegna della libertà, della democrazia, del benessere. La straordinarietà di questi eventi è che essi creano un precedente sul quale potranno sedimentarsi le strategie future delle giovani generazioni in tutti i luoghi del mondo. A ben pensarci la generazione dei nostri padri e nonni è una generazione che ha vissuto il dopo guerra, le fasi di amarezza e sacrificio e poi quelle del benessere. I giovani di oggi finora avevano avuto ben pochi modelli di riferimento. Quello che accade in giro per il mondo ci lascia intuire che il “si può fare” di Obama è realtà. Dopo quello che è successo in questo gennaio 2011 – tre rivoluzioni in tre stati -, tutto è possibile ed è evidente che cambiare velocemente e nettamente si può. I giovani lo hanno capito, lo hanno visto, lo hanno prodotto. Ciò significa che essi possono iniettare nuova speranza per un futuro entusiasmante, sorridente e prospero. Ed è per questo che in tutti in tutti i luoghi, in tutti i modi ci saremo.
Franco Albanese consigliere comunale di Winterthur
Candidato capolista nella Lista n.5 del CVP al Consiglio Cantonale
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