Una giornata particolare. E non mi riferisco al film che immortalò Sophia Loren nel bel mezzo della trionfale parata Mussoliniana in occasione della visita di stato del Fuhrer, Adolf Hitler, negli anni trionfali del patto d’acciaio Roma-Berlino-Tokio.
Il ruolo della donna ridotta a puro strumento di riproduzione della nuova razza imperiale e di sottomissione al marito fascista in ogni suo desiderio, compreso, naturalmente, il soddisfacimento della carne. Se ne va, l’invitto funzionario in camicia nera, attorniato da sei baldi figli, per partecipare alla parata del 1938 sui fori imperiali . Ritornerò, dice alla disperata già immersa nella sua triste solitudine e che, tra poco, incontrerà il derelitto omosessuale Marcello Mastroianni nella straziante scena ideata dal genio creativo di Ettore Scola. E con un’ultima sculacciata di ammiccante dominio, le annuncia: il prossimo, in onore, lo chiameremo Adolfo.
Poveretto. Una giornata particolare in cui mi sono occupato di mille incombenze, che fanno tuttavia parte dei doveri di ogni singolo deputato nel parlamento repubblicano. Su invito del gruppo democratico, ho difeso in Aula il trattato di estradizione tra l’Italia e la giovane repubblica del Kosovo. L’accordo è importante per la repubblica balcanica e rappresenta una tappa significativa di stabilizzazione democratica in una regione che ha vissuto i drammatici conflitti dei decenni passati. Ben vengano, quindi, i trattati. In Kosovo come in tutte le nuove realtà di terre vicine ai nostri confini legate da profonde tradizioni storiche e culturali con l’Italia. Tutta l’amarezza, inoltre, per non aver potuto presenziare a Pristina all’insediamento del primo ministro in rappresentanza del presidente della commissione esteri della camera dei deputati per precedenti incombenze.
È un canale, quello degli accordi, che va approfondito e allargato perché divenga un grande fiume portatore di convivenza e solidarietà nel tuttora incompiuto processo democratico in atto. Una giornata particolare nel turbinio di incontri con gli imprenditori e i responsabili ministeriali incaricati di seguire le procedure di appalto della nuova galleria ferroviaria del Brennero. Un’opera colossale di quasi 60 chilometri, più o meno come il nuovo tunnel del Gottardo, destinata a migliorare e modernizzare i collegamenti nord sud tra il nostro paese, l’Austria , l’insieme del nord est europeo. Una giornata particolare per la giunta delle elezioni, di cui faccio parte, per aver dovuto affrontare l’ennesimo episodio di malcostume e corruzione politica. Il caso del poco onorevole veneziano Giancarlo Galan, tanto per capirci, le cui vicende sono note e nonostante tutto, lui rifiuta di dimissionare dal parlamento repubblicano costringendo l’organismo di garanzia elettiva ad azioni amministrative di fatto.
Una giornata particolare sino a sera inoltrata. L’ora in cui, tanto per non perdere l’abitudine, seguo l’ennesima pagliacciata di “Porta a Porta”. Il sig. Bruno Vespa, maggiordomo dei potenti di turno- solo in apparenza, naturalmente, poiché il suo cuore ha sempre battuto da una sola parte- ha ampiamente passato il limite della decenza con l’invito a dibattere il tema della mafia, all’angelica figura del figlio prediletto di Riina. B.V. fa il ciambellano come sempre. Suadente. Rispettoso. Apparente indagatore della verità.
Concede al losco figuro, colpevole di efferati diritti, di difendere la figura del padre con il linguaggio dell’erede designato a gestire le immense fortune criminali del padre. Lei sa che suo padre è ritenuto colpevole di centinaia di crimini tra i quali l’assassinio di Giovanni Falcone, chiede con fare gentile il ciambellano Vespa? La risposta senza una pur contenuta reazione morale del conduttore. Non giudico questi fatti. Rispetto mio padre per i valori che mi ha tramandato. Che vergogna! La trasmissione è poi continuata con l’intervento critico di degni personaggi della lotta alla mafia. Tanto, per quanto riguarda l’esito, il danno era fatto.
Con l’aggiunta della reazione di Bruno Vespa all’emergere di giuste critiche per l’invito al figlio di Riina tuttora in libertà vigilata: ” bisogna conoscere la mafia per batterla”. Il miserabile tratta la mafia come un punto in più di Share. Per l’occasione: una giornata particolare da trattare nel prossimo libro di gossip politico del ciambellano. Evviva! Forse, anche per la mafia, non tutto è perduto. Poveri noi!