Salvini sfida apertamente il Premier. Al centro dell’incontro dei Leghisti l’argomento immigrati. Zaia: “noi veneti conosciamo l’immigrazione”
È andato in scena il consueto raduno leghista dove protagonista assoluto è stato Matteo Salvini insieme alla sua ruspa, simbolo oramai assodato del movimento politico. Una grande ruspa, infatti è stata posizionata ben in mostra sul prato di Pontida: “La ruspa fa giustizia di tanti errori. La ruspa la uso per Renzi non per qualcun altro. La ruspa la usiamo per far ripartire il lavoro”, ha subito precisato il leader leghista. Il consueto appuntamento per tutti i simpatizzanti della Lega Nord È apparso subito il luogo ideale da dove Salvini ha lanciato ufficialmente la sua sfida aperta al premier Matteo Renzi: “L’anno scorso eravamo qui per ricostruire e ripartire, quest’anno siamo qui per vincere”. Che Salvini si creda l’alternativa valida al governo Renzi non lo ha mai nascosto tanto da affermare: “Abbiamo le idee e gli uomini giusti, vogliamo prendere un voto in più di Renzi e andare al governo a cambiare le cose”. Oltre al solito folklore che accompagna sempre questo evento e adesso anche qualsiasi apparizione pubblica di Salvini con slogan sulle magliette, striscioni e cartelloni eloquenti (“Siamo qui per vincere”, “+rum, -rom”, “Salvini da clonare”, “ruspe in azione” e “ruspe in movimento”), gli argomenti chiavi sono stati l’infame legge della Fornero; le unioni civili che devono essere solo “tra uomo e donna e i bimbi vengono adottati dalla mamma e dal papà”; il cambiamento da eseguire sull’Europa che è “un Unione sovietica criminale” e poi il leader del Carroccio ha stilato tutta una serie di provvedimenti da fare in nome di una Nazione normale: “Penso agli infermieri che devono scappare all’estero. Sono i migliori al mondo e devono lavorare in Italia, e questo vale per i commercianti, i vigili del fuoco, per le forze dell’ordine. In un Paese normale polizia e carabinieri potranno tornare a fare polizia e carabinieri. Senza timore di essere denunciati dal primo spacciatore di turno, perché noi stiamo con le guardie non con i delinquenti. In un Paese normale non chiami buona scuola una porcheria immonda. In un Paese normale viene reintrodotto un anno di servizio civile obbligatorio, per insegnare il rispetto. Bruciare le macchine non è rivoluzione è un atto da poveri disgraziati. In un Paese normale ci si occupa dei disabili veri. Trovando i truffatori e i medici corrotti” e via così tra gli applausi degli intervenuti. Non è mancato certo il solito accenno agli immigrati che non sono profughi “ma clandestini” e a rincarare la dose ci ha pensato Luca Zaia, governatore del Veneto. “Caro governo, ti diciamo che noi veneti conosciamo la solidarietà e l’immigrazione: ci sono più veneti in giro per il mondo che in Veneto ma non siamo andati a riempire le galere in giro per il mondo”, ha detto Zaia durante il suo intervento. “A un bimbo che scappa dalla morte, guerra e dalla fame non diciamo di no, ma un sì senza se e senza”, ha continuato il governatore, ma il governo non ci può chiedere di accogliere immigrati di cui “due su tre non c’entrano niente con i profughi”.
Ma seppur acclamato dai tanti sostenitori, Salvini ha ricevuto anche una tirata d’orecchio sotto forma di minaccia dal Senatore Bossi in merito all’apertura della Lega Nord: “Se la Lega diventa nazionale – ha detto Umberto Bossi -, Salvini resterà solo”. Perché “La Lega non ha bisogno di allearsi”. Un’eventuale alleanza è possibile solo con chi “è ragionevole” e “con chi capisce che il Nord non può essere schiavo dello Stato italiano, che non è mai uscito dallo Stato fascista”, ha affermato il senatore. E in merito a questo discorso, anche Roberto Calderoli si è pronunciato in maniera determinata: “Mi taglio una mano piuttosto che firmare uno statuto centralista o nazionale” ha detto il responsabile organizzativo della Lega Nord, sostenendo inoltre che la finalità ultima della Lega Nord rimane sempre “l’indipendenza della Padania”.