Vediamo cosa è successo nelle ultime elezioni in Gran Bretagna
Theresa May ha vinto le elezioni, ma ha perso la sua sfida. La premier britannica è uscita sconfitta dalle urne, con il partito conservatore schiacciato e senza aver ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento, ‘incassando’ solo 315 seggi. I Tories non sono riusciti a raggiungere i 326 seggi necessari ad assicurarsi la maggioranza assoluta e si fa concreta l’ipotesi dell”hung Parliament’, il Parlamento sospeso, in cui nessuno dei due partiti principali ha la maggioranza assoluta e quindi non è in grado di governare da solo.
Buono il risultato del leader dei Laburisti Jeremy Corbyn, che si è aggiudicato 261 seggi, invocando immediatamente le dimissioni della premier May: “Ha perso seggi, ha perso voti, ha perso sostegno e fiducia – ha detto il leader laburista – tutto ciò è sufficiente per lasciare il posto a un governo veramente rappresentativo”.
Il Parlamento sospeso
Lo scenario che si prospetta ora a Westminster, quello del parlamento sospeso, è una situazione che si verifica quando nessun partito ottiene la maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni. In questa fattispecie, la formazione del governo, che deve ottenere la fiducia dal parlamento, risulta estremamente problematica e ha bisogno dell’appoggio di forze minoritarie.
Si tratta di una situazione di stallo, durante la quale si ricorre di solito a governi di coalizione, a governi tecnici o a una nuova tornata elettorale. Il primo ministro Theresa May aveva chiesto di tornare alle urne lo scorso aprile, tre anni prima della fine del suo mandato, perché era convinta che il suo partito avrebbe ottenuto una vittoria schiacciante.
Theresa May resta il premier britannico ma la sua posizione inizia a traballare. Se riuscisse a mantenere il sostegno del suo partito, scrive il ‘New York Times’, avrebbe diritto a rimanere in carica fino alla prima seduta del nuovo Parlamento, secondo quanto prevede il Manuale del Governo, che stabilisce le norme del governo britannico. Il nuovo Parlamento dovrebbe riunirsi la prossima settimana.
Cosa succede adesso?
Non avendo ottenuto la maggioranza assoluta, May potrebbe puntare a un governo di coalizione, cercando un accordo con i partiti più piccoli, per non rischiare di essere defenestrata, assicurando, in cambio, una linea politica specifica. Il nodo da sciogliere ora è la scelta degli alleati, soprattutto perché May potrebbe scontrarsi con l’ostilità di partiti più grandi come i liberal-democratici e i nazionalisti anti-Brexit in Scozia.
Se Theresa May non riuscisse a formare un governo di coalizione guidato dai conservatori, il partito laburista, avrebbe il diritto di provare a formare un proprio governo, magari cercando il sostegno di partiti più piccoli o degli stessi libdem e dei nazionalisti scozzesi. Una prospettiva poco certa poiché entrambi i partiti mantengono una posizione più dura sulla Brexit rispetto ai laburisti. Tuttavia, se questi ultimi riuscissero a formare un governo, Jeremy Corbyn, considerato da molti un radicale di sinistra, potrebbe diventare il prossimo primo ministro inglese. Uno scenario che all’inizio della campagna elettorale, fa notare il quotidiano statunitense, sembrava improbabile.
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Adnkronos
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