La patologia può causare fastidiosi problemi comportamentali ed è una delle cause più frequenti di incidenti stradali
Dormire bene è essenziale per la salute fisica e il benessere emotivo. Tra tutti i disturbi del sonno, il meno conosciuto è paradossalmente anche uno fra i più pericolosi: si tratta della sindrome delle apnee notturne (Osas), sostanzialmente la patologica interruzione del respiro notturno associata ad un eccessivo e forte russare che porta perdita di concentrazione, sonnolenza durante il giorno, colpi di sonno, decisamente pericolosi per chi guida, con conseguenti incidenti d’auto, deterioramento intellettuale e comportamentale, depressione, infortuni sul lavoro, ipertensione arteriosa, aritmie e mortalità cardiovascolare.
Quasi l’80% dei medici italiani ritiene di avere pazienti affetti da questa patologia caratterizzata dal temporaneo collasso di alcune strutture anatomiche della gola, evento che impedisce all’aria di entrare nei polmoni e provoca intermittenti riduzioni della quantità di ossigeno nel sangue. L’84% degli intervistati ritiene che le apnee ostruttive rappresentino un rischio molto elevato per la salute di chi ne è affetto e l’83% teme che in Italia ci sia una scarsa consapevolezza circa la portata di questa patologia in termini di sicurezza. Secondo l’ACI (Automobile Club Italia), l’eccessiva sonnolenza è associata approssimativamente, come causa diretta o concausa, ad un quinto degli incidenti stradali ed è una delle principali cause di incidenti mortali in autostrada. -23Inoltre, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Chronic Respiratory Disease, la sindrome delle apnee notturne provoca in media ogni anno circa il 7% degli incidenti stradali con morti e feriti, causando oltre 200 decessi. Non a caso, con la Direttiva Europea del 1° luglio 2014, recepita in Italia solo quest’anno, relativa alle nuove norme da seguire per il rilascio della patente di guida, si impongono significative restrizioni a chi soffre della sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Per diagnosticare questa insidiosa patologia è necessario un esame specifico, la polisonnografia, con il quale monitorare il sonno e studiare i disturbi organici in esso presenti.
Esistono dei dispositivi che permettono di monitorare la qualità del sonno anche in maniera autonoma, direttamente a casa propria, facendo poi analizzare i risultati registrati da un medico specializzato in malattie del sonno. Più spesso però, specialmente nei soggetti con importanti disturbi del sonno, l’esame è svolto in centri ospedalieri attrezzati alla procedura con stanze munite di determinati optional. I rischi del test sono minimi e la preparazione all’esame è estremamente semplice, in quanto non richiede alcune speciale precauzioni. Durante la notte, mentre il paziente dorme, una particolare strumentazione, il polisonnigrafo, collegato all’individuo sotto esame, tramite dei sensori cutanei situati all’estremità di diversi cavi, rileva e registra alcuni parametri fisiologici fondamentali, come l’attività cerebrale, la respirazione, i battiti cardiaci, i movimenti oculari e quelli degli arti e i livelli di ossigeno. In base a come tali parametri evolvono durante la nottata, un medico specializzato in malattie del sonno è in grado di stabilire il disturbo di cui soffre l’individuo sotto esame.
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foto: Ansa