Attacchi, risposte e pareri: un quadro di ciò che succede in Siria
A marzo del 2011, sei anni fa, sono scoppiate le proteste in Siria contro il presidente Bashar al-Assad e fino ad oggi questo conflitto non ha trovato soluzioni, ma con il passare del tempo la situazione si è resa sempre più drammatica portando alla morte di centinaia di migliaia di persone e altre sono state costrette a fuggire dal loro Paese. L’ultimo episodio terribile si è verificato a Khan Sheikhoun la scorsa settimana, dove decine di persone sono rimaste uccise dopo un attacco chimico. “Possiamo confermare che 74 persone sono morte, ma prevediamo che il bilancio possa salire fino a 107 vittime per le informazioni che arrivano dagli ospedali e poiché molte persone sono disperse e pensiamo siano morte nell’attacco”, ha detto alla tv Khalil, capo della Direzione della sanità di Idlib, confermando che 557 feriti sono stati trasferiti in strutture sanitarie e ospedali da campo nella provincia. Tra le vittime inoltre ci sarebbero 20 bambini e 17 donne.
“Questo ultimo incidente segnalato è il più orribile, dall’attacco di Ghouta di agosto 2013 a oggi”, dice l’Organizzazione mondiale della sanità OMS sugli attacchi chimici a Khan Shaykhun nella regione di Idlib in Siria, ricordando come nei loro report dal 2012 si registrano casi di uso di agenti chimici in Siria “con frequenza preoccupante, incluse ripetute accuse di uso di cloro ad Aleppo e dintorni lo scorso anno, soprattutto da settembre a dicembre 2016”.
Colloqui di pace di sostanza
Sugli attacchi chimici Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha detto come questi dimostrerebbero che in Siria continuano a verificarsi crimini di guerra. “Il diritto internazionale umanitario continua ad essere violato con frequenza”, ha detto Guterres e per lui occorre “capire che c’è un bisogno fondamentale di mettere fine a questa guerra”. Bisogna “fare in modo che ad Astana si decida, si implementi e si monitori un vero cessate il fuoco e fare in modo che a Ginevra i colloqui di pace siano di sostanza e procedano verso una soluzione politica”.
“Nello stesso tempo, non dimentichiamo il bisogno che la comunità internazionale si assuma le proprie responsabilità, per fornire aiuti umanitari in modo efficace alla popolazione siriana, che soffre in modo orribile nel Paese, e ai rifugiati siriani che spesso si trovano in condizioni terribili”.
L’attacco degli USA
“Gli Stati Uniti adotteranno ulteriori azioni se necessario ed appropriato per far avanzare i propri importanti interessi nazionali”. È quanto si legge in una lettera inviata da Donald Trump al Congresso per spiegare le ragioni della sua decisione di colpire la Siria con un raid aereo lo scorso venerdì. È stato il primo attacco missilistico in Siria da parte degli USA da quando è presidente Donald Trump. Con 60 missili Tomahawk è stata colpita la base aerea di Shayrat nella provincia di Homs.
Annunciando che potranno esserci altre azioni militari, Trump, in una lettera inviata allo Speaker della Camera, Paul Ryan, e al presidente pro tempore del Senato Orrin Hatch, ha spiegato: “Io ho agito per proteggere i nostri vitali interessi di sicurezza e di politica estera, avvalendomi della mia autorità di condurre i rapporti internazionali come comandante in capo e capo dell’esecutivo”.
La condanna russa
“Danni significativi alle relazioni Usa-Russia” e “un serio ostacolo” alla costituzione di una coalizione internazionale per sconfiggere l’Is, sarà questo il risultato dell’azione americana in Siria stando al presidente russo Vladimir Putin che ha definito l’attacco “un’aggressione contro una nazione sovrana” sulla base di “un pretesto inventato”.
La risposta europea
“Solo una soluzione politica credibile garantirà la pace e la stabilità in Siria”, ha detto il capo della politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, riferendo come l’Ue si opponga ad una soluzione militare al conflitto in Siria. All’indomani dei raid americani, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, in una dichiarazione ha detto: “gli Usa hanno informato l’Ue che gli attacchi erano limitati e mirati a prevenire ulteriori atrocità con armi chimiche”. La sua portavoce ha aggiunto che “Juncker è stato inequivocabile nella sua condanna dell’uso delle armi chimiche e sul fatto che il ripetuto uso delle stesse doveva avere una risposta”. Questa settimana è in corso il G7, presieduto dal ministro Angelino Alfano, a Lucca dove la Siria è uno dei temi prioritari.
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foto: Ansa