La spiegazione del dottor Paolo Cignoni, ingegnere informatico e ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’informazione del Cnr, il Consiglio Nazionale delle ricerche con sede a Pisa
Oggi una stampante, serve appunto, a stampare un testo scritto oppure un disegno, una foto, ma fra non molto diverranno di dominio pubblico le stampanti in 3D, che non serviranno per gli scopi già indicati, ma per realizzare, attraverso progetti computerizzati, oggetti solidi, tridimensionali.
A spiegare di cosa si tratta è il dottor Paolo Cignoni, ingegnere informatico e ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’informazione del Cnr, il Consiglio Nazionale delle ricerche con sede a Pisa.
Ecco la spiegazione del dottor Cignoni: “Si tratta di uno strumento in grado di creare, sulla base di un progetto computerizzato, un oggetto solido”. Dunque, sottolineiamo l’inciso “attraverso un progetto computerizzato”, altrimenti si può credere che da una comune stampante possano uscire oggetti, i quali, appunto, usciranno sì da una stampante, ma solo da una stampante 3D.
Dopo questa doverosa precisazione, seguiamo ciò che dice il dottor Cignoni: “Il procedimento è simile a quello delle stampanti tradizionali, dove, attraverso il computer, comandiamo alla stampante di scrivere su un foglio. Nella stampante 3D, però, al posto dell’inchiostro si usano materiali plastici. Dunque, il prodotto finito non è un testo da leggere bensì un oggetto solido, a tre dimensioni. Tra i materiali più usati segnalo il cosiddetto ABS, sigla che sta per Acrilonitrile Butadiene Stirene, plastica piuttosto resistente che serve anche per costruire i paraurti delle auto. Poi c’è il nylon, una fibra sintetica assai malleabile che può formare sia lastre sia fili sottilissimi. Altre stampanti 3D usano polveri di gesso. Infine, le ultime, le più piccole, trovano impiego nell’oreficeria e servono a creare stampi di cera. Con questi si realizzano modelli dettagliati per gioielli”.
Gli usi delle stampanti 3D sono diversissimi. Sulla base di un progetto del Cnr, visto che la plastica è un materiale resistente e facilmente lavorabile, si possono creare vasi, mensole di plastica, barattoli, utensili di vario genere. Gli artigiani che si serviranno della stampante 3D avranno uno strumento in più per realizzare oggetti. Ma l’impiego non finisce con gli oggetti creati su progetti computerizzati. Pensiamo alla ricambistica. Se si guasta un oggetto in plastica di un elettrodomestico di casa, basta disporre della stampante 3D, progettare il pezzo al computer e… zac, il pezzo viene fuori dalla stampante, evitando così tempi di attesa che a volte sono davvero troppo lunghi. La stampante 3D è una specie di fabbrica che teniamo in casa per produrre oggetti oppure pezzi di ricambi in plastica. Siamo solo agli inizi di quest’avventura tecnologica, col tempo e con il perfezionamento dell’apparecchio si possono ottenere altri e più impegnativi risultati. Ad esempio, si possono lavorare materiali diversi di quelli attuali.
Aggiunge il dottor Cignoni: “La stampante 3D potrà dare grandi soddisfazioni a coloro che sanno progettare oggetti con il computer. Però tale capacità non è comune a molti. E gli altri allora: come potranno approfittare di questo strumento? Avranno la possibilità di acquistare il progetto attraverso i siti Internet e poi potranno creare l’oggetto in casa”.
Naturalmente lo scenario indicato riguarda il futuro, anche se non molto lontano. Come per tutte le novità che poi vengono perfezionate e diffuse, i primi prototipi si potevano acquistare solo dalle grandi industrie e costavano migliaia di euro. Oggi, poi, si trovano a prezzi più accessibili, intorno ad un migliaio di euro. Man mano che passa il tempo e le stampanti si diffonderanno, i prezzi scenderanno.
Conclude il dottor Cignoni: “Anche chi non possiederà queste stampanti potrà comunque beneficiare del loro uso: penso, per esempio, alle applicazioni mediche delle stampanti 3D, che sono assai interessanti. Già si usano per creare protesi di arti artificiali e apparecchi per i denti dei pazienti, seguendone la crescita e i mutamenti fisici. Oppure, come accade in alcuni studi dentistici all’avanguardia, si possono realizzare strumenti per correggere il cattivo allineamento dei denti. La stampante 3D, dopo che ne è stato preso il calco, provvede a realizzare mascherine sottilissime, trasparenti, per ridurre il disagio estetico dato dagli apparecchi metallici tradizionali. La rivoluzione è appena agli inizi e ogni giorno riscontriamo importanti novità, in campo scientifico e tecnologico”.