Ci racconti di Lei…
Sono Linda Fallea Buscemi, italiana e anche svizzera. Vivo a Zurigo dal 24.4.99 (un 2° compleanno)! Sono nata a Palermo, dove ho conosciuto, ai tempi dell’università, quello che oggi è mio marito; lì stavo bene, fasciata dalla famiglia con amore (utilissimo ad attutire i colpi della vita) e antichi valori, frutto di un continuo lavoro d’amore: uno starter pack che, venuta in Svizzera per seguire mio marito, ho portato con l’amore, le valigie, la laurea in legge e i sogni di quel momento della vita. A Zurigo viviamo con i nostri figli, Elena,15 e Alessandro,13. Adoro viaggiare, dipingere, scrivere; ho fatto per anni teatro dell’improvvisazione e amo la musica: ogni mio momento ha una colonna sonora!
Di cosa ti occupi qui?
La mia attività è variegata. Prima insegnavo diritto a San Gallo, poi italiano giuridico e commerciale. La passione per la scrittura è diventata lavoro; sono collaboratrice editoriale, scrivo interviste e diversi articoli. La più grande soddisfazione è stata pubblicare il mio primo libro “Il peggio (non) è passato. Aneddoti di una mamma italiana in Svizzera” -Islandbooks- che tratta con humor di maternità e integrazione, nel pieno rispetto delle due culture. Dai feedback traggo vera gioia: arrivare alla gente che riflette sorridendo, mi ripaga di tutto il lavoro inimmaginabile che c’è dietro. Promuovo la cultura italiana, presentando libri, eventi e sono volontaria della SanVincenzo.
Che legame hai con l’Italia?
È come chiedere a un figlio, andato via, che legame ha con la madre: strettissimo! Certo, ci sono diverse fasi, quelle in cui mi dico “Hai fatto bene ad andare” seguite da quelle in cui mi chiedo come ho potuto. Vado spesso a Palermo, ne sento il bisogno; come dice Bach “Nessun luogo è lontano”.
Come vivi la tua italianità in Svizzera?
Bene! Dopo una fase di tristezza post-partum, un amico zurighese mi disse che la mia passionalità tutta italiana era una bella risorsa, amata da molti svizzeri e non qualcosa da annichilire.
Come sono oggi lo devo al supporto amorevole di mio marito e al mio sforzo per integrarmi in un contesto anni luce distante dal mio originario; alle opportunità che Zurigo mi ha dato, che comunque io ho saputo cercare e trovare. Zurigo è multiculturale; ricordo il plico recapitatomi per mia figlia: tutta una serie di info sul Kindergarten in ben 13 lingue (undici anni fa)!
Nel tuo libro “Il peggio (non) è passato” parli delle tue esperienze di mamma italiana in Svizzera; come nasce l’idea?
Dall’esigenza di scrivere, acuitasi in un momento delicato come il passaggio di status da donna a madre. L’aver trattato certi temi con humor, tra riflessioni nostalgiche e battute esilaranti (nel parallelo tra le due culture) rende questo libro, secondo molti, utile e fuori dalle righe, come la protagonista Amelia, da me disegnata in copertina.
Progetti futuri?
Al momento, continuo la promozione del mio libro: ne parlo in alcuni gruppi di lettura, ma anche scuole. Tornerò a voi con le avventure di Amelia…