Parigi “capitale del mondo” dopo la strage al Charlie Hebdo
Parigi e il mondo sotto choc dopo l’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo che ha visto due uomini a volto coperto, vestiti di nero e armati di kalashnikov e un lanciarazzi fare irruzione nella sede del giornale, sparando contro i redattori e uccidendo 12 persone, 10 giornalisti e 2 poliziotti. Numerosi i feriti, di cui 4 in gravissime condizioni. Colpito a morte il direttore della testata Stéphane Charbonnier, detto Charb, noto vignettista: insieme a lui anche altre tre firme del settimanale, i fumettisti Cabu, Tignous e Wolinski. I due assalitori, identificati nei fratelli Said e Cherif Kouachi sono scappati, sparando contro i poliziotti e urlando “Vendicheremo il profeta”.
Questa la testimonianza della fumettista Coco rilasciata al quotidiano L’Humanité: “Stavo andando a prendere mia figlia all’asilo, davanti alla porta della redazione c’erano due uomini incappucciati e armati che ci hanno minacciato. Volevano entrare e salire. Ho digitato il codice. Hanno sparato su Wolinski, Cabu… è durata cinque minuti. Io mi sono nascosta sotto una scrivania. Parlavano perfettamente il francese e hanno rivendicato l’appartenenza ad Al Qaeda”. Il giornale satirico Charlie Hebdo è finito più volte nel mirino degli integralisti islamici in particolare per aver pubblicato delle vignette satiriche su Maometto che avevano scatenato la rabbia della comunità islamica.
L’episodio più noto risale al 2006, quando il settimanale satirico decide di dare alle stampe i disegni del giornale danese Jyllands-Posten, facendo registrare un balzo nelle vendite in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie. Allora il Consiglio francese del culto musulmano chiese il ritiro delle copie dalle edicole. Incriminato per razzismo, l’allora direttore Philippe Val fu assolto l’anno dopo da un tribunale francese. Charlie Hebdo però non si è fermato e ha continuato a pubblicare vignette satiriche anche sul mondo musulmano e i suoi tabù, in particolare con il numero dedicato alla vittoria degli islamisti in Tunisia. In una vignetta messa in copertina Maometto viene ritratto mentre promette “cento frustate se non morite dal ridere”. I redattori hanno aggiunto la scritta: “Sì, l’Islam è compatibile con l’umorismo”, con un disegno del Profeta con il naso rosso da clown. Il direttore di Charlie Hebdo nel 2013 era stato inserito nella lista delle persone da uccidere da parte di Al Qaeda perché pericolose.
Dopo 54 ore di fiato sospeso, è finita la fuga dei due fratelli Kouachi responsabili del massacro al settimanale Charlie Hebdo freddati dalle forze dell’ordine. Si è chiuso nel sangue anche il sequestro al supermercato ebraico. Il killer di Montrouge, Amedy Coulibaly, che si era asserragliato nel negozio kosher a sud della capitale è stato ucciso, ma sono morte altre quattro persone che erano state prese in ostaggio dall’uomo che giovedì mattina ha aperto il fuoco in città uccidendo una poliziotta. In diretta televisiva il presidente socialista Francois Hollande ha voluto ringraziare le forze dell’ordine e lanciare un appello all’unità nazionale, contro il razzismo e l’antisemitismo. “La Francia ha fronteggiato la situazione esprimo tutta la mia solidarietà alle famiglie e alle vittime”, ha detto Hollande. “Vi chiedo di essere uniti l’unità è la nostra migliore arma dobbiamo essere implacabili contro razzismo ed antisemitismo – ha continuato – Nel supermercato si è portato avanti un atto antisemita intollerabile”. I due assedi erano collegati, l’assalitore del supermercato kosher a Parigi, dove sono morte quattro persone, ha detto a una tv francese di aver sincronizzato la sua azione con i fratelli Kouachi, gli altri due jihadisti accusati della strage di Charlie Hebdo e uccisi in una tipografia. Ma non si possono accusare tutti i musulmani, ha sottolineato Hollande. “Dobbiamo evitare – ha ammonito – che questi fanatici possano pensare che hanno a che fare con l’Islam. Non hanno niente a che fare con la religione musulmana”.
4 milioni in piazza contro il terrorismo
La stampa francese è unanime nel qualificare come una “giornata storica” quella di domenica scorsa, con la marcia repubblicana che ha visto scendere in piazza quattro milioni di persone in tutta la Francia, quasi la metà delle quali nella sola Parigi, per gridare no al terrorismo e per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi jihadisti.
Le Parisien/Aujourd’hui en France scrive: “Una volta passato il momento del lutto e dell’emozione, il nostro Paese deve guardare al futuro con un nuovo sguardo. E aspettarsi, anzi pretendere da tutti coloro che hanno delle responsabilità delle risposte vere e giuste”. Intanto, il Segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato che si recherà venerdì prossimo a Parigi per dei colloqui con le autorità francesi, dopo gli attentati jihadisti costati la vita la settimana scorsa a 17 persone.