“L’Italia vista da…Ticino” storia di una piccola famiglia italiana in terra elvetica….
Prima parte
Lo spirito e l’umore dell’immigrato è sempre combattuto su due fronti: da una parte l’amore e l’affetto per quello che ha lasciato e dall’altro l’apprezzamento ed il riconoscimento per quello che ha trovato…bene, immaginate un italiano: solare, estroverso, caciarone, furbetto, attaccato alle tradizioni familiari ed alla famiglia (al punto di rimanere con mammà fino a 40 anni…), ospitale quasi a rasentare l’imbarazzo a volte degli ospiti (se stranieri) e tutta una serie di caratteristiche che contraddistinguono il nostro popolo. Ora immaginate la Svizzera (come nazione): ordinata, pulita, regolamentata in tutto e per tutto, snella in burocrazia, severa nelle leggi sull’immigrazione, politicamente corretta dal punto di vista economico (zero sprechi…i politici girano col treno…niente auto blu!) meritocratica, organizzata ed efficiente nel pubblico più che nel privato e via discorrendo… A questo punto ho immaginato una scena bizzarra ma che ogni immigrato italiano in qualsiasi nazione del mondo credo abbia sognato almeno una volta da quando ha lasciato l’Italia: avere gli italiani nel posto dove vive! Ergo, togliere gli svizzeri dalla Svizzera ed impiantarci gli italiani!
Aldilà del fatto che staremmo un po’ strettini ma vabbe…si sa, gli italiani sono ospitali quindi in ogni casa invece che una famiglia, iniziamo ad infilarne 4-5 (stile cinesi!)… Stessa sorte per i politici…immaginate di far entrare gli abitanti di Pechino dentro al Colosseo…questo sarebbe mettere tutti i nostri politici dentro il Consiglio Federale svizzero (SETTE MEMBRI!!) Sistemato questo, ora, come in una sorta di ricetta, mettete: un po’ di ironia, un po’ di furbizia, un po’ di…caciara e di “chiacchiera”, un po’ di “mammonagine” (scusate ma questo me lo sono dovuto inventare…volevo dire “l’essere mammoni”) un po’ di ospitalità in più, un po’ di disordine e disorganizzazione (in senso buono) in più, un po’ di burocrazia e rispetto per le cariche politiche che poverini danno la vita per il proprio popolo e non meritano di girare col treno o con i mezzi PUBBLICI!! Ora…per noi immigrati la vita sarebbe certamente più piacevole, a cena fuori avremmo un po’ più di “movimento” e meno silenzio, i colleghi di lavoro dopo 3 giorni ti sentiresti quasi in dovere di invitarli a cena e fargli conoscere la tua famiglia caciarona…perche…”magari i bambini fanno amicizia”! Quando entri negli uffici con una scusa qualunque invece di fare pallosissime file ordinate potresti, facendo notare a quello che hai avanti che ci sono delle ragnatele sul soffitto per distrarlo, superarlo prontamente con scatto felino-italiano risparmiando preziosissimo tempo; il caffè al bar invece che “liscio” come dicono qui lo ordineresti “con la cremina sopra” e senza specificare ESPRESSO per 4 volte…
(la seconda parte segue nel prossimo numero)
1 commento
Quella italiana è una cultura di M…a che dovrebbe sparire dalla faccia della terra.