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22 November 2024
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STORIE di Gianni Farina

La Torino-Lione per avvicinare i sogni alla realtà

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La protesta dei quarantamila per il blocco dei lavori

Quarantamila cittadini hanno alzato, alto e forte, il grido di protesta, con uno slogan che sa di fiducia nel futuro dell’Unione: sì alla metropolitana d’Europa.

Torino si è ribellata all’arresto dei lavori per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione che prevede la costruzione di un tunnel di 57 chilometri, simile a quello del Gottardo. Nel mio intervento alla Camera, dedicai un accenno alla Confederazione, affermando come un piccolo paese al centro dell’Europa, abbia vinto la sfida della modernità, donando all’Unione un’opera destinata a costruire la storia dei collegamenti ferroviari del secolo ventunesimo. La ripresa italiana, all’opposto, tarda a ripartire (bloccata dai paralizzanti veti del M5S a Roma e Torino) anche per i gravi ritardi nell’ammodernamento e nella costruzione delle grandi infrastrutture di cui la nazione ha bisogno per vincere la sfida della competitività, all’interno dell’Unione europea e nel contesto globale. La Lione Torino ferroviaria attraverso il tunnel di base è un importante tassello per colmare i ritardi accumulati negli ultimi decenni. 

Una metropolitana d’Europa, ideata per favorire la circolazione delle persone, l’incontro tra i popoli delle grandi nazioni europee, e il trasporto delle merci su un mezzo ecologico, rispettoso dell’ambiente e della natura, il treno.

L’obiettivo storico: diminuire considerevolmente l’utilizzo del trasporto stradale che incrementa l’inquinamento e le emissioni di gas serra; prevedere,  in una rete trans europea,  un anello centrale del Corridoio mediterraneo al servizio di circa il 20% della popolazione dell’Unione. 

L’opera, come per il tunnel del Gottardo, contribuirà ai cambiamenti profondi della cultura dei trasporti, valorizzerà i contatti, i rapporti transnazionali e favorirà l’avvento di straordinarie realtà macro economiche nell’interesse delle popolazioni delle regioni alpine. 

Il tunnel di base del Moncenisio, lungo 57 km, è costituito, come per tutte le grandi opere europee simili, (ultima, la galleria di base del Gottardo in Svizzera) da due canne a singolo binario e dai rispettivi rami di collegamento di sicurezza.   erché la nuova galleria? 

Perché l’attuale linea ferroviaria di collegamento Italia-Francia nell’arco alpino è inadeguata a rispondere alla sfida della modernità. 

Il treno è competitivo se non si arrampica sulle montagne, come avvenuto nei due secoli che ci hanno preceduto. 

Il treno è competitivo se viaggia in pianura e riduce i tempi di percorrenza.  L’unico modo per farlo, nel massiccio alpino, è costruire i tunnel di base, come già attuato nella Confederazione Elvetica. 

Il costo complessivo della sezione transfrontaliera, previsto in 8,6 Miliardi, è cofinanziato per il 40% dall’Europa. Mentre la quota restante è suddivisa tra i due paesi, la Francia e l’Italia. 

Una volta completata, l’opera, costituirà una delle linee ferroviarie più importanti di collegamento dall’ovest all’est, tale da rendere gli stati dell’est europeo sempre più vicini e uniti nel contesto comunitario.  nfine, ritengo altrettanto importante il coinvolgimento di più intelligenze in progetti di simili dimensioni per un confronto tra diverse culture di pensiero e di comportamento, che costituisce un buon viatico alla costruzione dell’Europa in termini concreti e reali. Per la realizzazione delle opere, si sono riunite in consorzio le più importanti società di costruzione delle due nazioni, realizzando il motto che fu dei grandi idealisti del secolo ventesimo. “Il futuro, in definitiva, entra in noi molto prima che accada” (Rainer Maria Rilke).

Ci sono coloro che guardano le cose per come sono, e chiedono: perché? Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo: perché no?”  (Bob Kennedy). 

Furono, d’altronde, le visioni di Jacques Delors, l’economista francese, grande europeista, in quel libro bianco in cui disegnò i sogni dei cittadini europei per i decenni e il secolo a venire. 

L’allora presidente della Commissione europea seppe guardare, negli anni novanta del novecento, oltre l’orizzonte delle alte montagne e dei confini nazionali, indicandoci la strada del progresso per unire i popoli e le nazioni. 

L’opera di cui parliamo, un prezioso tassello per avvicinare i sogni alla realtà.

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