Si presume che i dispersi siano stati travolti, le ricerche sono state abbandonate
Non si ha ancora nessuna traccia degli otto escursionisti dati per dispersi da mercoledì. Si tratta di due svizzeri provenienti dal Canton Soletta, quattro dalla regione del Baden-Württemberg in Germania e due dalla Stiria, in Austria. Si trovavano nella zona in gruppi di due persone fra loro indipendenti.
Lunedì la polizia grigionese ha aperto un’inchiesta per determinare se gli escursionisti verosimilmente travolti dalle frane staccatesi dal Pizzo Cengalo fossero coscienti del pericolo corso se si fossero avventurati nell’area a rischio; in altre parole se non vi siano state negligenze. La sindaca di Bondo Anna Giacometti ha dichiarato a più riprese che il comune ha fatto installare cartelli segnalatori lungo tutti i sentieri, uno dei quali era anche stato sbarrato. Lettere d’avvertimento sono state inoltre mandate a tutti i proprietari della zona e, in alcuni casi, è stato pronunciato un divieto d’accesso.
Secondo l’ats hanno partecipato alle ricerche pompieri, geologi, polizia, militari, protezione civile e forze comunali. In più il Club Alpino Svizzero sezione Bregaglia e le squadre con i cani da ricerca. A livello cantonale, oltre al BVFD, sono intervenuti l’Ufficio del militare e della protezione civile e l’Ufficio tecnico del Canton Grigioni.
Cos’è successo?
La mattina dello scorso mercoledì una massa rocciosa molto consistente è precipitata a valle dal Pizzo Cengalo. La frana ha danneggiato diverse cascine in Val Bondasca per fermarsi alle porte di Bondo. I pompieri, i dipendenti del comune e agenti della Polizia cantonale hanno evacuato tutti gli edifici del Comune bregagliotto. Gli abitanti, circa un centinaio, hanno dovuto abbandonare le loro case. Chiusa per ragioni di sicurezza la strada principale H3. Dodici stalle e cascine sono state danneggiate o distrutte dalla massa dei detriti in Val Bondasca. A Bondo quattro edifici hanno subìto danni. In Val Bondasca elicotteri dell‘Heli Bernina e della Rega hanno evacuato 32 escursionisti che si trovavano nella zona di pericolo. Anche le capanne del CAS Sciora e Sasc Füra sono state evacuate.
Alto rischio
“Il rischio per Bondo è ancora elevato”, ha detto in un’intervista pubblicata venerdì dalla Neue Zuercher Zeitung il geologo Andreas Huwiler, dell’Ufficio foreste e pericoli naturali del canton Grigioni.
L’ats riporta che il geologo ha spiegato che la quantità di materiale instabile che potrebbe scivolare verso valle in qualunque momento è attualmente molto cospicua. Il pericolo si manifesterebbe soprattutto in caso di diversi giorni di pioggia o di temporali, ha aggiunto l’esperto.
Huwiler non ritiene che lo scioglimento del permafrost sia stato l’unico motivo dello smottamento, uno dei più massicci degli ultimi cento anni. A suo avviso, il riscaldamento climatico non provocherà nel corso dei prossimi decenni un aumento drammatico di fenomeni naturali di questo tipo.
Una sorveglianza completa del luogo è illusoria per ragioni finanziarie e di personale, ha poi messo in risalto il geologo. Il cantone deve infatti limitare i propri sforzi, concentrandosi su zone dove i danni potenziali sarebbero più ingenti: nei Grigioni ciò corrisponde al 10% del territorio.
foto: gr.ch