Il governo ha deciso di sbloccare solo parzialmente gli sfratti dopo il 30 giugno, ma c’è il fondato timore che i tempi per liberare l’immobile saranno ancora irrimediabilmente lunghi. Resteranno congelati solo quelli le cui procedure sono state adottate dopo il 20 febbraio 2020. Purtroppo in questo modo si tutelano anche coloro che hanno cominciato a non pagare l’affitto ben prima della pandemia. Come ogni prassi burocratica in Italia, la procedura è lunga e non viene tutelato il diritto di colui che ha piena ragione. La durata di questo iter, va mediamente dai due anni sino a tre anni nei grandi centri urbani. La legge è molto chiara in merito, viene considerata inadempienza grave, anche se solo viene saltata una singola mensilità, oppure se non vengono pagate le rate delle spese condominiali che equivalgono ad almeno due mensilità del canone. Ma nessuno avvia la procedura di sfratto alla prima inadempienza, ma solo dopo cinque sei mensilità di arretrati non pagati.Vediamo quali sono le tappe di questa via crucis che il proprietario deve intraprendere.
Una volta deciso di agire legalmente nei confronti dell’inquilino moroso si da incarico ad un legale che come prassi scrive una lettera raccomandata di sollecito per il pagamento dei canoni arretrati, con una mora di 15gg. per versare il dovuto. Se l’inquilino ritira la raccomandata trascorrono altri 20 giorni qualora non la ritiri trascorre un altro mese. Qualora non ci sia risposta si avvia la procedura di sfratto, per la notifica dell’atto di citazione trascorrono altri 20 giorni, che diventano 30 considerando i tempi di procedura. La prima udienza viene fissata generalmente dopo 50-60gg. dalla notifica, sperando che non ci siano le vacanze di agosto o il periodo natalizio di mezzo. In udienza il debitore chiede il così detto “termine di garanzia” ovvero 90gg. di tempo per saldare l’intero debito, più le spese legali dovute.
Nei tempi passati, il giudice valutava la capacità del debitore di poter ottemperare ai suoi doveri debitori, oggi invece il “termine di garanzia” viene concesso in modo automatico. Trascorsi i 90gg. quasi mai nessuno paga, ed allora viene fissata una nuova udienza dopo un altro mese, generalmente durante questa nuova udienza viene dato al debitore un termine che va da 90 a 180gg. A seconda delle situazioni particolari del debitore, per lasciare l’immobile spontaneamente. Purtroppo questo non accade quasi mai, si entra nella così detta fase esecutiva, entra in campo l’ufficiale giudiziario che in un primo accesso verifica sul campo se vi sono minori, anziani o disabili. Dopo di che si rinvia il tutto di altri 90gg. Passo successivo l’intervento della forza pubblica ammesso e non concesso che al primo accesso, sia sfuggita presenza di minori, anziani o invalidi.
Cari lettori ora ci si pone la domanda di cosa accadrà dal primo luglio quando una parte delle procedure dovrebbe sbloccarsi? Le indicazioni del Governo sono di andare per ordine cronologico, ma i tempi saranno, come sempre nel bel paese, lunghi e dolorosi, con il pieno disprezzo per il diritto della parte lesa.