Nel 2012 solo in Italia sono state uccise 100 donne, quasi una ogni due giorni, secondo Telefono rosa e l’Istat. Niente è cambiato con il nuovo anno: anche in gennaio ed in febbraio 2013 si sono registrati episodi di violenza nei loro confronti .
Le donne sono quasi sempre vittime di violenza domestica, cioè sono uccise da fidanzati, compagni, mariti o ex e non da uno sconosciuto venuto chissà da dove con cattive intenzioni o imbottito di droghe….
Alcune denunciano la persecuzione e lo stalking, ma spesso non vengono protette in modo adeguato e vengono uccise ugualmente.
Continuano a morire, è un dato di fatto. Ma tutto questo è inaccettabile! Ci si domanda:chi fa prevenzione? Chi opera per cambiare un modo di pensare assurdo che porta a questi delitti? Pochi in confronto alla gravità del problema.
Secondo alcuni le donne oggi non dovrebbero essere più considerate oggetti, proprietà degli uomini, ma persone autonome capaci di decidere della propria vita.
Gli uomini dovrebbero imparare a sopportare un distacco, un rifiuto, una separazione senza fare violenza alla partner. In pratica andrebbe rivisto tutto il modo di pensare di certi ambienti ….
Invece dobbiamo assistere ai modi volgari ed offensivi rivolti pubblicamente ad una ragazza da un personaggio pubblico e come se non bastasse vedere che in quella sede nessuno è intervenuto in sua difesa. Dove è andata a finire la moralità e dove è il rispetto per le donne?
Se vi collegate al Blog del “Corriere della sera” a questo indirizzo:“http://27esimaora.corriere.it” potete vedere i volti di tante donne che per una ingiustificata violenza hanno perso la vita (sezione ”La strage delle donne” 25 novembre 2012) e potete leggere una sintesi della loro storia. Sono tante. tante vittime, testimonianze agghiaccianti. Forse si sarebbero potute salvare!
Noi tutti dovremmo impegnarci perché tutta questa violenza abbia fine. Anche i politici! Sappiamo che l’ 11 maggio 2011 è stata firmata dal Consiglio d’Europa la ”Convenzione di Istanbul” sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Si può leggere in internet, sotto “http://www.coe.int/conventionviolence” www.coe.int/conventionviolence
Questo documento affronta il tema della prevenzione della violenza, della protezione delle vittime, della perseguibilità degli aggressori e del recupero.
Vuole eliminare la discriminazione che considera violazione dei diritti umani per ottenere una vera parità, e promuove iniziative di cooperazione e di tipo politico per assistere e proteggere le vittime.
Costituisce in definitiva un quadro giuridico completo nel campo delle prevenzione e della repressione
Finalmente!!! Purtroppo per noi italiani questo documento è come se non esistesse, perché non è ancora entrato in vigore.
Questi ritardi non sono accettabili: sono passati quasi 21 mesi da maggio 2011… Esaminiamo qualche data. La Convenzione è dell’11 maggio 2011,
l’Italia l’ha sottoscritta il 27 settembre 2012 (più di un anno dopo!), il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge di ratifica della Convenzione su proposta dei ministri Terzi e Fornero in data 11 dicembre 2012,tuttavia, perché la Convenzione entri in vigore e sia legge dello Stato serve l’approvazione del Parlamento, ma a quanto ci risulta ciò a tutt’oggi non è avvenuto !!!
Crediamo che tutte le persone che siedono in Parlamento avrebbero dovuto approvarla subito, considerata l’importanza di questa norma e l’urgenza dovuta di fronte ai molti delitti.
Scusate, ma questa non doveva essere una priorità per tutti i partiti? Non sono urgenti misure sensate per arginare questo serio problema? Cosa sono questi ritardi?
Infatti, anche da Ginevra l’Onu per bocca della portavoce Rashida Manjoo rimprovera l’Italia : “Sono crimini di Stato (!) … le punizioni dei colpevoli sono inadeguate” e invita l‘Italia a fare di più e a ratificare la Convenzione.
Chi è responsabile di tanta violenza, di tante morti? Certamente chi commette l’omicidio materialmente. Ma: non lo è anche chi non interviene per tempo e non fa in tempi brevi leggi giuste?
Ecco, quest’anno non vogliamo festeggiare, c’è ben poco di cui andare fiere di fronte a tanta violenza. Reclamiamo invece con forza l’approvazione della convenzione di Istanbul e urgenti misure di prevenzione e di repressione.
Antonia Pichi
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