A Roma, la settimana scorsa, a farla da padrona è stata la politica estera. Due sono stati gli avvenimenti più importanti: la visita del premier cinese Wen Jiabao e la cosiddetta maratona oratoria dedicata a “Per la verità, per Israele”.
Il leader cinese è andato a Roma ufficialmente per inaugurare l’anno culturale della Cina in Italia, in realtà per rafforzare i rapporti Italia-Cina sul piano delle relazioni economiche e industriali. Ecco quel che ha detto il premier cinese: “Nel 2004 durante la mia prima visita avevamo stabilito di passare da 10 a 40 miliardi di dollari (di scambi commerciali, ndr) entro la fine del 2014, ma quella soglia viene già superata quest’anno, così abbiamo pensato di raddoppiare a 80 miliardi ma poi Berlusconi ha alzato la posta a 100 e, dopo aver studiato accuratamente le imprese italiane e cinesi, penso si possa fare”.
Il leader cinese ha aggiunto apprezzamenti nei confronti degli italiani, soprattutto nel campo delle tecnologie ambientali, nella gestione delle piccole e medie imprese, nell’innovazione, dicendo chiaramente ”siete molto intelligenti e creativi”. Infine, conseguenza di quanto dichiarato, ha auspicato che gli investimenti italiani in Cina superino gli attuali cinque miliardi di dollari.
Il presidente del Consiglio italiano ha osservato: “Presto quella cinese diventerà la prima economia del mondo, è una grande opportunità per le nostre imprese e apprezzo molto la sua promessa di garantire alle aziende straniere le stesse condizioni di quelle cinesi”. Dopo aver notato che “abbiamo inventato il telefono, il motore a scoppio, il nucleare”, pur non avendo il petrolio, “la nostra ricchezza sono cinque milioni d’imprenditori”.
Infine, Berlusconi ha proposto al suo omologo di aprire una casa della cultura cinese in Italia sulla scia di quella aperta in Francia e in Germania. Insomma, tra Italia e Cina ci sono differenze ideologiche e politiche, ma è interesse comune aumentare gli scambi commerciali e investire in Cina.
Addirittura, Wen Jiabao suggerisce ai nostri imprenditori di raddoppiare la collaborazione nelle produzioni cinematografiche e televisive e di puntare sul turismo.
Per la cronaca i due governi hanno siglato sette protocolli d’intesa in tema di cooperazione economica, trasporti, estradizione e valorizzzione di beni artistici e culturali. Inoltre, le industrie italiane hanno firmato dieci accordi economici per un valore di 2 miliardi e mezzo di euro in settori quali le fonti rinnovabili, la finanza e le telecomunicazioni.
A Roma, in piazza Di Pietra prima e nel Tempio di Adriano dopo, si è svolta giovedì scorso 7 ottobre l’attesa maratona oratoria “Per la verità, per Israele”, con lo scopo di contrastare la tendenza internazionale a criminalizzare lo Stato di Israele, denigrandolo e negandogli il diritto all’esistenza e alla sua sicurezza.
Ecco alcuni passaggi della lettera con la quale Fiamma Nirenstein, vice presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, ha convocato la manifestazione chiamando a raccolta le varie voci che a destra, a sinistra e al centro condividono le sue preoccupazioni: “Israele in questi anni è stato trattato come un paria, un’entità crudele e asociale, un prepotente fuorilegge la cui vita non vale niente (…) Una misura dello stravolgimento del giudizio su Israele la dà il fatto che questa organizzazione (l’Onu, ndr) insieme al suo Consiglio per i Diritti umani, dedica l‘80% delle sue risoluzioni di condanna all’unica democrazia in mezzo a un mare di Paesi autoritari e autocratici (…) Di Israele vengono boicottati gli intellettuali, gli accademici, i film, le imprese, gli sportivi, gli scienziati che salvano ogni giorno l’umanità con le loro invenzioni (…) Noi siamo contro la delegittimazione di Israele e basta … tutti i giorni si mente su Israele e lo si umilia rovesciando la morale prescelta dalla nostra civiltà, chiamando Stato di apartheid l’unico Paese democratico del Medio Oriente, l’unico che ammette tutte le religioni e tutte le etnie”.
Alla manifestazione hanno partecipato, parlando cinque minuti a testa, tra tanti altri: José Arnar, Shmuel Trigano, Nicolai Lilin, Piero Fassino, Fabrizio Cicchitto, Giovanna Melandri, Mara Carfagna, Giuliano Ferrara, Francesco Rutelli, Franco Frattini, Walter Veltroni, Renato Mieli, Raffaele La Capria, Lucio Dalla, Roberto Saviano.
Infine, e il tema è legato a quello precedente, a proposito dei negoziati di pace in Medio Oriente tra palestinesi e israeliani, c’è da registrare il monito di Mubarak a Netanyahu: la moratoria sulle costruzioni nei territori occupati come condizione per riprendere la trattativa di pace. Netanyahu è preso tra due fuochi: da una parte vorrebbe prolungare la moratoria, anche per permettere a Obama di affrontare le elezioni del medio termine con maggiore forza, dall’altra deve fare i conti con coloro che vi si oppongono in nome di centinaia di migliaia di coloni che dopo l’abbandono della Striscia di Gaza hanno diritto a mettere radici in qualche parte.
La Lega Araba ha giudicato infruttuosi i negoziati ed ha dato un mese di tempo alla Casa Bianca per rilanciare la trattativa.
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