Per Carlo Vanzina, “la vita è veramente meravigliosa”.
A dirlo è lo stesso regista parafrasando il titolo del suo film campione di incassi al box office con circa 2,5 milioni di euro a soli quattro giorni dall’uscita.
“Quando succedono cose così – ha ribadito il regista – va detto che la vita è veramente meravigliosa”. ‘
La vita è una cosa meravigliosa’ è un film “meno commerciale e più sincero e delicato del solito”, ha ammesso lo stesso Carlo.
Il fatto poi che si parli di intercettazioni telefoniche e malasanità “è certamente un espediente narrativo che rende questa commedia più attuale. Ti diverti ma ti porti a casa anche qualche cosa, qualche insegnamento”.
Il pubblico di oggi, comunque, a suo giudizio non è diverso da quello di 35 anni fa: “Certo è più esigente e bombardato da immagini rispetto a quello del passato, ma i meccanismi della commedia sono sempre gli stessi”.
Nonostante l’argomento scottante, i Vanzina mettono in campo in questa commedia non dei ‘nuovi mostri’, ma dei personaggi per nulla cattivi e con una inaspettata voglia di redenzione.
“Questo film nasce dal desiderio di realizzare un film ottimista. Ci sembrava giusto, in un momento di crisi globale, che colpisce tutti e tutto, mettere in scena una commedia che metta speranza negli spettatori”, spiegano i registi.
Di scena così Cesare (Enrico Brignano), un bravo poliziotto romano che si occupa di ‘intercettazioni’.
A lui tocca entrare prima nella vita di Antonio (Vincenzo Salemme), presidente di un importante gruppo bancario, al quale i politici chiedono con insistenza fondi neri e poi in quella del proprietario di una clinica dove lavora Claudio (Gigi Proietti), un chirurgo sposato con Elena (Nancy Brilli), il quale finirà anche lui indirettamente travolto dall’indagine.
E rovinati dall’inchiesta messa in moto da Cesare saranno anche Vanessa (Virginie Marsan), la figlia di Antonio, insieme a Marco (Emanuele Bosi), un giovane elettricista.
Così come, per puro caso, la stessa Laura (Luisa Ranieri), una massaggiatrice che si innamora di Cesare senza sapere che di mestiere fa il poliziotto.
Ma, come ricorda il titolo, alla fine tutte queste storie, apparentemente tristi e molto ingarbugliate, trovano il loro happy-end finale.
“Vorremmo che una volta per tutte non si scrivesse più che noi facciamo i film di Natale perchè non li facciamo più da dieci anni”, ha dichiarato Enrico Vanzina, tra polemica e scherzo: “Né che si scrivesse che facciamo film pieni di parolacce perché, come dimostra appunto questo lavoro, non è vero. Io e mio fratello, che è un grande regista, facciamo commedie di italiani e per gli italiani”.
Comunque sempre per Enrico Vanzina “la cosa che più colpisce delle vere intercettazioni è la volgarità delle persone. E questo è davvero agghiacciante. Perché se un Paese sposa questa ideologia – ha aggiunto lo sceneggiatore – allora ha ragione Monicelli, ‘si deve fare la rivoluzione’”.
Le intercettazioni, aggiunge, “per certi tipi di reati, sono necessarie. Il problema, semmai, è che non andrebbero pubblicate”.