Clamoroso risultato del voto per il rinnovo della Duma. Il partito del premier si ferma al 49,5%, i comunisti sfiorano il 20%
Il risultato delle elezioni in Russia è implacabile: il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, non è nemmeno riuscito ad aggiudicarsi nemmeno il 50 per cento dei voti, ma avrà comunque la maggioranza assoluta dei seggi (238 su 450) in virtù del meccanismo proporzionale del voto legislativo, che prevede la redistribuzione dei consensi raccolti dai partiti che non hanno superato lo sbarramento del 7% (Iabloko, i Patrioti della Russia e Causa Giusta). Il partito del premier avrà una maggioranza risicata (13 voti) ma sufficiente per governare autonomamente. Ma qualcosa si è inevitabilmente incrinato nella sicurezza dello staff che comnanda la Russia, ormai da 13 anni consecutivi. In precedenza Russia Unita aveva i due terzi dei seggi (315 su 450), una maggioranza qualificata anche per eventuali modifiche costituzionali. Modifiche per le quali ora avrà bisogno di alleanze, non così difficili da trovare, soprattutto con i liberaldemocratici, ma anche con Russia Giusta.E secondi molti osservatori internazionali senza i tanti episodi di brogli, falsificazioni e pressioni di massa, a Russia Unita sarebbe andata molto peggio. Anche dagli Usa arrivano segnali di allarme. Hillary Clinton ha detto di nutrire “gravi preoccupazioni” sul come si sono svolte le elezioni. Il segretario di Stato americano ha citato in particolare i cyberattacchi contro il sito web degli osservatori russi indipendenti di Golos. Per queste ed altre “anomalie” Clinton ha osservato che i russi meritano “un’inchiesta approfondita” sui possibili brogli. E mentre giungono i particolari sulle irregolarità del voto e sulle forzature compiute per salvare a tutti i costi la maggioranza, ai movimenti di protesta non resta che scendere in piazza; piazze che sono ancora in agitazione dopo il crollo di circa il 15% di Russia Unita: le varie organizzazioni dell’opposizione, da ‘Altra Russia’ a ‘Solidarnost’, hanno organizzato via facebook un raduno, mentre il leader comunista Ghennadi Ziuganov ha chiamato i suoi a scendere in piazza contro quelli che aveva definito “brogli massicci”. Anche Iabloko e Causa Giusta hanno annunciato di voler contestare i risultati. Secondo l’ultimo bilancio aggiornato della polizia sono circa 260 le persone fermate a Mosca per manifestazioni non autorizzate che avevano come obiettivo quello di contestare la legittimità del voto legislativo. I principali giornali indipendenti russi hanno sottolineato la paradossale vittoria-sconfitta del partito del tandem Putin-Medvedev. “Partito di minoranza”, ha titolato ironico il quotidiano economico-finanziario Vedomosti, sottolineando che Russia Unita conquisterà la maggioranza assoluta solo grazie alla particolarità della legge elettorale, con una ripartizione dei voti raccolti dai partiti che non hanno superato lo sbarramento del 7%. In ogni caso, secondo il giornale, cinque anni difficili attendono il partito del premier. “Russia Unita ha cambiato la maggioranza”, ha titolato in prima pagina il quotidiano Kommersant, giocando sul doppio significato del verbo cambiare (usato anche per la valuta) e sostenendo che il partito di Putin avrà bisogno di una politica di coalizione. “Tutti contenti per il voto”, ha invece titolato Nezavisimaia Gazeta, ironizzando sul fatto che anche il partito del premier si è detto soddisfatto dell’esito, pur perdendo circa il 15%. Il tabloid Moskovski Komsomolets ha sottolineato che Russia Giusta é stata “ad un passo dall’abisso”, dove l’abisso è la tentazione di brogli massicci che avrebbero inficiato la legittimità del voto. Ora, ha aggiunto, si intravede un “debole raggio di speranza per cambiare il potere in modo democratico”.