“Troverò sempre la strada di casa, anche se tutte le strade sono distrutte”
È un Paese in guerra, sotto i bombardamenti, al centro di uno dei più duri conflitti degli ultimi tempi, che ha la forza di partecipare ad una competizione sonora ed esprimere la propria cultura, forza e voglia di rivalsa: basta questo per confermare la vittoria dell’Ucraina all’Eurovision song contest. La Kalush orchestra si è classificata prima con la sua “Stefania” (canzone dedicata in origine alla mamma di un componente dell’orchestra e ora a tutte le mamme ucraine) grazie al voto popolare che gli ha assegnato ben 400 punti, ribaltando la situazione che invece vedeva al primo posto la Regno Unito, grazie alle preferenze della giuria di esperti. Dunque la giuria di qualità dell’Eurovision aveva espresso una preferenza diversa, ma è soprattutto il moto di empatia che ha spinto la giuria popolare, ovvero chi ha espresso la propria preferenza attraverso il televoto, a decidere di premiare la forza e il coraggio del popolo ucraino che nonostante la situazione tragica in cui versa, con la forza della voglia di rivalsa, riesce a partecipare alla kermesse musicale e anche a vincerla. “Questa vittoria è per tutti gli ucraini. Slava Ukraini!” hanno urlato dal palco i membri della Kalush Orchestra, per festeggiare il trionfo. Ma la vittoria così fortemente espressa e voluta dal popolo, non è stata esente delle critiche e attacchi che puntuali arrivano. “Vittoria annunciata”, “risultato scontato”, “dovevano far vincere l’Ucraina”, “il mainstream aveva già deciso prima di cominciare” … e molti altri commenti del genere, se non peggiori, hanno alimentato le polemiche sulla vittoria della band ucraina che ha vinto regolarmente la competizione musicale.
Invece è un bel messaggio di solidarietà ed empatia che arriva all’unisono da ogni parte, non solo dalla parte degli spettatori grazie al quale “Stefania” ha vinto, ma prima ancora grazie al voto da parte di tutte le nazioni in concorso che hanno espresso la loro vicinanza all’Ucraina assegnando loro il massimo dei punti, cosa che però da sola non sarebbe bastata poiché così la Kalush Orchestra riusciva a raggiungere solo il quarto posto. Dunque è una vittoria assegnata grazie al voto democratico degli spettatori, se criticate questo concetto è chiaro che criticate il modello democratico.
È anche un augurio, una speranza unanime che il prossimo anno il tanto criticato contest musicale – come da regolamento – possa essere ospitato nel paese vincitore, l’Ucraina, che vorrebbe dire che finalmente il conflitto è concluso, non è questo il vero desiderio di tutti, la cosa più importante?
“Troverò sempre la strada di casa, anche se tutte le strade sono distrutte” dice un verso (tradotto) della canzone vincitrice dell’Eurovision song contest 2022 di Torino, un brano che ha già i contorni di canzone simbolo della resistenza ucraina, dell’unità coesa di tutta l’Europa e dell’empatica umanità di tutti i popoli, un bel messaggio.
Redazione La Pagina