Intervista a Julia Morais, dirigente dell’Ufficio di Integrazione del Cantone di Zurigo
Signora Morais, secondo il ruolo da lei occupato, può illustrarci brevemente il bilancio del 2014?
Il 2014 è stato all’insegna del programma d’integrazione cantonale. È il primo anno in cui è stato realizzato e ci siamo concentrati primariamente sulla collaborazione con i comuni e i datori di lavoro. Nel frattempo abbiamo contratti con ben 50 comuni in cui abita circa l’85% degli immigrati del Cantone di Zurigo. Tiro un bilancio positivo: 30 comuni hanno impiegato delegati per l’integrazione, 25 forniscono informazioni attivamente all’arrivo di nuovi immigrati e tanti datori di lavoro sono interessati nel nostro servizio MAGNET per aziende piccole e medie imprese che vogliono sostenere i loro impiegati di lingua straniera nell’integrazione. Tutti questi sforzi da parte dello Stato e dei privati dimostrano che la consapevolezza di un insieme pacifico è necessario e che il bisogno di fare qualcosa a riguardo è aumentato.
Ci saranno nuovi progetti per l’anno che viene?
Sì, intensificheremo la collaborazione con le organizzazioni degli immigrati. A questo punto momentaneamente stiamo elaborando una piattaforma su internet che dovrebbe garantire una presa di contatto migliore e servire come rete. Inoltre inizieremo con la realizzazione della nuova strategia che riguarda i profughi.
Si potrebbe pensare che gli immigrati giovani e ben formati facciano meno fatica ad integrarsi, dalle voci che si sentono però non è affatto così. Quali sono i problemi di questi immigrati?
Immigrati giovani con un salario alto in parte hanno problemi con l’integrazione sociale. Trovano solo difficilmente accesso a questa società piuttosto chiusa. Qui dobbiamo impegnarci di più per l’apertura di questa “società d’accoglienza”. Proviamo ad esempio con la campagna attuale “ICH BIN ZÜRICH” (“Io sono Zurigo” ndr) a dare un segno. Ma anche a livello comunale nel 2015 partiranno progetti sociali con lo scopo di un maggior scambio sociale.
L’argomento “Integrazione” riguarda immigrati con provenienze e culture completamente differenti, quali sono le analogie e dove si riconoscono le differenze più grandi?
Quello di cui tutti hanno bisogno è l’informazione, soprattutto all’inizio, sia tramite il comune, il Cantone o il datore di lavoro. La differenza più grande è il livello d’istruzione, ma anche la motivazione per cui uno viene qui.
Sotto il motto “Siamo tutti zurighesi” sono state organizzate diverse manifestazioni, tra l’altro dal Punto d’Incontro e dall’idea di Angelo Tinari. La campagna dell’Ufficio di Integrazione del Cantone di Zurigo “ICH BIN ZÜRICH”, lanciata a novembre di quest’anno, sembra occuparsi dello stesso punto centrale, il “vivere insieme”, in cosa consiste concretamente la campagna?
Vogliamo mostrare che il Cantone Zurigo è così svariato e piacevole solo grazie a ogni singolo abitante. Ognuno dà il suo contributo – straniero o svizzero – non conta l’età, la bellezza o la salute, per questo invitiamo la società a partecipare alla campagna intervenendo al nostro Fotoboxtour in tutto il Cantone di Zurigo. Tutti si possono far fotografare con la scritta Zurigo e scaricare le foto dal nostro sito internet www.ichbinzuerich.ch.