Dieci cittadini americani che fanno parte di una organizzazione cristiana dell’Idaho sono stati fermati dalle autorità di Haiti al confine con la Repubblica Dominicana e quindi incarcerati a Port-au-Prince perché sorpresi su un autobus a bordo del quale viaggiavano 33 bambini di una età compresa tra i due mesi e i 14 anni.
Il sospetto è che si trattasse di ‘ladri di bambini’.
L’ambasciata americana ha precisato all’agenzia France Presse che gli americani sono stati fermati per “violazione delle leggi haitiane sull’immigrazione”. Secondo alcuni media americani tra cui la Cnn che cita fonti vicine alla polizia di Haiti, vi sarebbero “ragionevoli sospetti” che si tratti di un esempio di traffico di bambini legato ad adozioni illegali negli Stati Uniti. Una delle donne arrestate, originaria dell’Idaho e leader del gruppo umanitario New Life Children’s Refuge, ha però negato recisamente le accuse. “Siamo venuti ad Haiti per aiutare coloro che non hanno altra fonte di assistenza”, spiega Laura Silsby, aggiungendo: “Siamo fiduciosi che la verità verrà stabilita”.
Gli americani parlano di equivoco e sostengono che le accuse di “furto” dei bambini siano infondate in quanto i bambini erano privi di passaporto (perché un cittadino haitiano lasci il Paese è necessaria un’autorizzazione del governo). La loro intenzione era trasportare i bambini nella Repubblica Dominicana per essere assistiti, dopo la distruzione dell’orfanotrofio che li ospitava.
Il ministro haitiano della Cultura, Marie Laurence Jocelyn Lassegue, ha raccontato che al confine con la Repubblica Dominicana “la polizia ha visto un autobus a bordo del quale viaggiavano molto bambini senza documenti. Per questo è stato deciso di portare l’autobus a Port-au-Prince”.
Dal canto suo l’Unicef lancia un grido di allarme. “Dobbiamo fare in fretta, non c’è tempo. Bisogna proteggere i bambini di Haiti dagli sciacalli, dai nuovi mercanti di schiavi che si sono messi in caccia subito dopo il terremoto”, spiega Vincenzo Spadafora, presidente di Unicef Italia.
Sul caso interviene anche Valerio Neri di Save The Children Italia: “La notizia preoccupa perché prova che in questo momento sia persone in buona fede sia in malafede, che lo fanno per trafficare sulla disperazione e sulla povertà, possono rubare bambini per portarli in altre nazioni con fini diversi”.