Tiziano Ferro, la vera rivelazione a livello internazionale degli ultimi dieci anni, torna nei negozi tradizionali e in digitale con il suo nuovo album “L’amore è una cosa semplice”, che contiene 14 inediti, più un duetto con John Legend, e si racconta in un’intervista al nostro giornale
di Bruno Indelicato
Tiziano, “L’amore è una cosa semplice” segna il tuo ritorno a tre anni dall’ultimo lavoro “Alla mia età”. Questo disco è anche il frutto di un lungo periodo di introspezione. Ci spieghi meglio?
Il disco è una dichiarazione d’amore all’amore stesso, un grido di gioia, perché l’amore ti salva la vita. Ho capito che tutti i percorsi complicati, se accettati e affrontati con onestà, portano ad un miglioramento che avvicina alla felicità.
Ma il titolo è un po’ una contraddizione…
Un po’ si, ma volevo comunicare che l’amore nasce come esigenza semplice dell’animo umano, proprio come la fame o il sonno. Viviamo in un mondo dove l’uomo sembra sappia essere solo triste e solo negativo; io stesso mi sono complicato la vita in delle situazioni amorose fin quando non ho capito che era sufficiente sciogliere i nodi e vivere semplicemente e serenamente questa emozione.
L’album è stato anticipato dal singolo di successo «La differenza tra me e te» che ha già superato in 5 settimane i 30.000 download, quota del platino per le vendite dei singoli digitali, ed è da 4 settimane il brano più suonato dalle radio italiane.
Sono molto contento perché di questi tempi non si vendono molto dischi. E poi questo album chiude il primo decennio della mia carriera. In 10 anni sono cambiate molte cose. Parlando di semplicità adesso mi sento sereno e capace di affrontare quanto succede a me e intorno a me con naturalezza; ma tutto questo è stato possibile solo dopo essere uscito da un periodo complicato e da un anno sabbatico che mi ero preso e durante il quale ho dovuto affrontare grandi difficoltà.
Il tuo talento e la tua versatilità sono caratteristiche che ti hanno permesso di scalare l’olimpo della musica internazionale cucendoti addosso il titolo di artista italiano come vera rivelazione internazionale degli ultimi dieci anni.
Questo mi lusinga e sono fiero di me stesso. Ma non è solo merito mio. Devo ringraziare i miei collaboratori, il mio produttore e la casa discografica. Ma soprattutto il pubblico che mi è stato sempre fedele.
Una delle persone più fidate è sicuramente Michele Canova, con il quale sei entrato in studio, vero?
Certo. Ci siamo recati a Los Angeles, presso gli Henson Recording Studios. Ho avuto la fortuna di essere accompagnato da musicisti del calibro di Mike Landau (chitarra), Vinnie Colaiuta (batteria) e Reggie Hamilton (basso). Questa novità ha influenzato anche i suoni delle canzoni con un linguaggio molto strutturato tra elettronica e R’n’B, e ho lavorato quasi in presa diretta con la band americana. È un disco tutto suonato e praticamente registrato dal vivo.
Per la maggior parte testo e musica sono firmati da te. In base a cosa hai scelto le canzoni?
In base all’urgenza delle cose che volevo dire. Non si può pensare di scrivere un album e sforzarsidi comporlo tutto in una sola direzione. L’ispirazione è un’amica incredibile e spesso una grande nemica; quando la cerchi non c’è. Col tempo, mi sono reso conto che l’ispirazione ‘madre’ me l’hanno data gli incontri con le persone.
Per la prima volta hai scelto di includere in un tuo album canzoni scritte da altri. “Paura non ho” è scritta da Irene Grande e “La Fine” è una rilettura di un brano di del rapper Nesli.
Qualche tempo fa Irene mi chiese se avessi una canzone da dare a lei. Le risposi di no, e nello stesso tempo chiesi io una canzone a lei. E così mi propose questo brano. Il brano di Nesli nasce per una mia curiosità nei confronti di questo giovane artista. Ho voluto chiudere l’album con una mia ri-edizione della canzone di grande successo di Nesli, appunto “La fine”.
L’artista statunitense John Legend duetta con te in “Karma”, versione in inglese di “Smeraldo”, altro brano presente nel disco. Che esperienza è stata cantare con Legend?
Un’esperienza unica. Cantare con John è stato un sogno che si realizza, uno di quegli incontri che ti aiutano a ricordare perché ami così tanto la musica. Sono fiero di aver duettato con lui.
Il 10 aprile partirà il tuo tour da Torino, e il 23 maggio 2012 ci verrai a trovare a Zurigo…
Si, all’Hallenstadion. Non vedo l’ora di cantare a Zurigo e presto vi svelerò che tipo di spettacolo sarà. Vi ringrazio e vi voglio bene… come 10 anni fa!